Usi del modello (3)
4. Bilal Succar: un approccio diverso Accanto al framework di classificazione americano, di cui ho parlato ieri, non è possibile parlare di Model Uses senza menzionare il lavoro di Bilal Succar. La premessa alla condivisione di queste mie vecchie lezioni è l’uscita della ISO 19650, con i nuovi concetti che introduce, e chiaramente non possiamo […]
4. Bilal Succar: un approccio diverso
Accanto al framework di classificazione americano, di cui ho parlato ieri, non è possibile parlare di Model Uses senza menzionare il lavoro di Bilal Succar.
La premessa alla condivisione di queste mie vecchie lezioni è l’uscita della ISO 19650, con i nuovi concetti che introduce, e chiaramente non possiamo dire che la ISO renda obsoleto il framework di BIMexcellence. Trovo però che sia necessario fare un passo indietro rispetto alla classificazione degli usi apportata da Bilal, per essere allineati alla ISO, mentre numerose considerazioni rimangono più che mai valide e le utilizzerò ancora a lungo negli anni a venire.
Le pagine di riferimento per comprendere l’approccio di Bilal ai model uses sono principalmente due:
- l’episodio 24 del suo BIM ThinkSpace, intitolato appunto Understanding Model Uses; (ne esiste anche una traduzione italiana, ma non la raccomando);
- l’elenco di Model Uses fornito come risorsa dell’iniziativa BIMexcellence (di questo invece la traduzione italiana è stata curata da Marzia Bolpagni in diretta collaborazione con l’autore).
Anche all’interno del BIM framework, gli usi del modello rivestono un’importanza capitale, com’è ben raffigurato nell’immagine riassuntiva dei vari tasselli nel sistema.
Secondo Bilal, per essere efficaci è necessario che i model uses siano:
- facilmente specificabili;
- facilmente misurabili;
- facilmente apprendibili.
Si pongono come anello di congiunzione tra gli obiettivi di progetto e ciò che viene generato nel progetto, a partire dal modello o meno, e si compongono di:
- requisiti ben definiti;
- indicazione delle attività specialistiche correlate;
- identificazione dei risultati e dei prodotti che ci si aspetta di ricevere.
Anche se vale la pena di ricordare che per Bilal i Model Uses sono solo uno degli usi da tenere in considerazione, accanto a Data Uses e Document Uses, per amore di brevità ho sempre preferito focalizzarmi solo sugli usi del modello. Molti dei principi espressi nel loro contesto sono validi anche per i data e i document uses, e anche se altri sono logicamente all’opposto trovo che la comprensione di questo modulo sia sufficiente a orientarsi nel resto del suo pensiero, almeno in questo segmento.
4.1 Classificazione degli usi
Bilal definisce tre approcci per suddividere e classificare gli usi del modello e identifica quindi:
- usi relativi a una particolare disciplina, che sono quindi meglio specificabili in relazione ad essa;
- usi di dominio, ovvero classificati in un framework di sua realizzazione e su cui mi concentrerò tra poco;
- usi personalizzati, ovvero tutti quegli usi che possono insorgere come necessità specifica di progetto e che non ha quindi senso provare a sistematizzare: ogni buona classificazione ha sempre una casellina “varie ed eventuali”, per l’ornitorinco.
Se sui generali e sui personalizzati c’è relativamente poco da dire, è sugli usi di dominio che Bilal esprime concetti particolarmente interessanti. Non si discostano eccessivamente dal lavoro della Penn State visto ieri ma, come anche ho scritto ieri, analizzare i sistemi di classificazione è estremamente utile per comprendere meglio l’oggetto con cui abbiamo a che fare.
Bilal suddivide quindi in questo modo i domini relativi agli usi del modello:
- Capturing & Representing (rilievo e rappresentazione, tipicamente dell’esistente);
- Planning & Designing (pianificazione e progettazione);
- Simulating & Quantifying (simulazione e quantificazione);
- Constructing & Fabricating (costruzione e fabbricazione);
- Operating & Maintaining (gestione e manutenzione);
- Monitoring & Controlling (monitoraggio e controllo);
- Linking & Extending (collegamento ed estensione).
Nella concezione di Bilal, ogni uso di dominio deve essere categorizzato indipendentemente da:
- l’utente finale;
- la disciplina;
- il mercato di riferimento;
- la fase del progetto;
- la priorità rispeto ad altri usi;
- le attività inerenti all’uso.
Possono essere caratteristiche dell’uso, e alcune sono necessarie per la sua implementazione come vedremo, ma non influiscono sulla sua classificazione.
4.2 Implementazione di un uso
Sempre concentrato sulla diffusione dei processi, Bilal dedica un intero capitolo del suo episodio all’implementazione di un uso, identificando le fasi necessarie all’assessment, alla diagnostica e alla specifica di un uso all’interno di un progetto o di un processo. Si tratta di un framework perfettamente allineato al lavoro in qualità e si compone di sei fasi:
- Scoping;
- Assessment;
- Analysis;
- Planning;
- Acting;
- Measuring.
La fase di Scoping si domanda:
- se l’uso ipotizzato ha senso in questo progetto e se ha senso richiederlo: un uso potrebbe essere sensato per la tipologia di progetto ma potrebbe non essere sensato richiederlo, ad esempio, a causa delle sue dimensioni;
- quale priorità l’uso avrebbe rispetto agli altri eventuali usi;
- chi potrebbe essere l’incaricato di portare avanti quell’uso: su questo incaricato, per il momento solamente ipotizzato, verrà svolta la parte di Assessment.
La fase di Assessment è parte del flusso di verifica sulle capacità dei collaboratori e dei consulenti: le stesse domande ipotizzate dai protocolli britannici possono quindi essere integrate per verificare:
- le capacità dell’assegnatario di portare a termine l’uso richiesto;
- la qualità dell’output.
Le domande ipotizzate da Bilal in questa fase sono, ad esempio, relative a:
- esperienza nella realizzazione delle operazioni collegate a quell’uso su progetti dello stesso tipo di quello preso in esame (un conto è aver fatto clash detection di un ospedale e un altro conto è averlo fatto di un parco);
- quante volte ci si è occupati di quell’uso in un lasso di tempo recente;
- quali software sono stati utilizzati;
- se esistono processi documentati;
- quali standard, protocolli e sistemi di classificazione sono stati utilizzati nel portare a termine quel’uso;
- quali documenti sono stati consegnati e in quali fasi.
I risultati dell’assessment vengono visualizzati da Bilal con l’ausilio di un grafico spesso incompreso. Le due ruote hanno un uso del modello assegnato a ogni settore: nella ruota di sinistra ci si limita ad accendere i settori corrispondenti agli usi su cui il consulente dichiara competenza, mentre nella ruota di destra vengono mostrare le percentuali e la gradazione colore circa al grado di maturità verificato su quegli usi tramite i processi di assessment.
La fase di Analisi consiste in:
- un confronto tra le risposte ricevute durante la fase di Assessment e le aspettative;
- la conseguente richiesta a procedere, piuttosto che un cambio di rotta, una richiesta di ulteriori informazioni o l’abbandono dell’uso ipotizzato.
La fase di Pianificazione consiste nel:
- selezionare il software adatto per l’uso;
- ottenere i modelli nei formati necessari per quel software;
- preparare i modelli o le loro parti per procedere;
- defiire i componenti e i sistemi interessati dall’uso;
- identificare la natura di ciò che deve risultare dell’uso.
La fase di Azione, durante la quale:
- Vengono eseguite le operazioni pianificate durante la fase precedente;
- Vengono generati gli output;
- Ci si ricorda di comunicarli a chi di dovere.
La fase di Misurazione, in cui si confrontano i risultati con le aspettative, in modo da:
- Continuare così anche per i cicli successivi, oppure
- Lasciar perdere e andare a fare un altro mestiere.
Domani, stesso posto stessa ora, chiudiamo con un approccio pratico e arrabbiato: l’approccio di Anthony McPhee.
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