Formit: il secondo tentativo

Si dice che certe cose vadano provate una volta soltanto. Di altre si dice che la prima volta sia sempre la peggiore. Combattuta tra questi due fronti, e complice la campagna di marketing sulla recente nuova release di questo tool Autodesk, ho deciso di addentrarmi in un nuovo test. Vi ricorderete il primo, in cui figuravano il […]

Si dice che certe cose vadano provate una volta soltanto. Di altre si dice che la prima volta sia sempre la peggiore.
Combattuta tra questi due fronti, e complice la campagna di marketing sulla recente nuova release di questo tool Autodesk, ho deciso di addentrarmi in un nuovo test. Vi ricorderete il primo, in cui figuravano il Chrysler Building, un gruppo di Ewok abituato a SketchUp e un BIM coordinator dalla scarsa pazienza. Sorvolerò sui problemi di workflow, questa volta: un puro test di software. Ok, ok, un puro test di software con qualche considerazione di workflow, va bene?

1. Formit 360 Pro: What’s New
Il 18 febbraio, poco dopo il mio primo test, Autodesk ha rilasciato un importante aggiornamento. Potete leggere la notizia qui, dove trovate anche un video di dimostrazione e un elenco delle nuove funzionalità. In sintesi, si tratta di:
– un miglioramento degli strumenti di modellazione;
– una più completa integrazione con le interfacce touch;
– la possibilità di esportare in formati diversi dal axm (fbx, sat, dae, dxf);
– la possibilità di importare direttamente file skp e sat;
– miglior gestione dei gruppi.
A margine, sembra avere la funzione “paint with default material”, che stiamo ancora aspettando in Revit (e, nel mentre, risolviamo con questo workaround).
Ma, soprattutto, la novità più interessante sembrava essere l’integrazione di Dynamo.

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Un ulteriore aggiornamento in aprile ha poi portato a qualche miglioramento nell’esportazione, principalmente di immagini e verso SketchUp. Nessun particolare miglioramento viene descritto per il converter di Revit, salvo qualche correzione di bug, ma non sono certo tipo da giudicare semplicemente guardando una demo.

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2. (ri)Proviamolo, quindi

2016-05-07 12_19_48-Autodesk FormIt _ Think It Form It Analyze It

Come saprete, Formit si compone di tre tool distinti, almeno per noi utilizzatori di Revit:
– un’applicazione web che impiega una vita a caricare;
– un convertitore per Revit da installar come plug-in;
– la possibilità di appoggiarsi all’applicazione “standalone” per windows (che richiede l’account Pro e che, per l’occasione, ho attivato in versione trial).

Formit Pro
Le funzionalità aggiuntive della versione pro: una miglior collaborazione (ovvero la possibilità di condividere il proprio lavoro non solo via A360), l’accesso alle librerie materiali di Autodesk, analisi solare e analisi energetica

Formit Pro Activated

 

gherkin_sketchup_statsQuesta volta, dato che l’aggiornamento promette maggior stabilità, per i miei test ho scelto un edificio leggermente più complesso, ovvero il Gherkin (30 St Mary Axe), reperibile qui nella Wharehouse Trimble. Si tratta di un modello relativamente agile: 1.3 Mb per 1.712 poligoni. L’idea è sempre quella di vedere se Formit offra uno strumento più agile per la realizzazione di un concept urbano, al livello di massing, o se convenga sempre utilizzare (con qualche libertà) gli strumenti forniti all’interno di Revit.

gherkin_sketchup_wireframe
Non sono seria: il modello SketchUp scelto è un modello semplicissimo

– Un possibile Workflow di massing –

1. Georeferenziare il progetto

Formit_Properties_LocationTanto per cominciare, è possibile georeferenziare il proprio modello alla voce Location nella finestra Properties, in alto a destra. Una volta fatto questo,  e già quando ero pronta a importare un rilievo esterno, è possibile importare l’immagine da satellite (Google, ovviamente) e schizzarci sopra per individuare, ad esempio, un’area di progetto.

St Mary Axe_earth

Che l’immagine sia già in scala corretta è un vantaggio enorme e FormIt si potrebbe guadagnare un posticino nel workflow dei progetti più semplici anche solo per questo. Oppure, se ancora avete problemi a importare un terreno in Revit, potreste decidervi una buona volta a leggere questo.

In ogni caso, potremmo fermarci qui: esportare verso Revit una pianta con riferimento già in scala e continuare normalmente con gli strumenti di Massing forniti dal nostro parametrico preferito. Potremmo, se non fosse che l’esportazione in axm non incorpora (ovviamente) le immagini raster, per cui qualunque riferimento di immagine viene inserito in Formit può servire solo come riferimento di ricalco all’interno di Formit.

Nota: consiglio di non dimenticare di accendere il nord (Application Settings -> Visual Style -> Display North Arrow), una funzione che da anni stiamo pregando di avere anche in Revit (ma stampabile, per favore, non come il Sun Path).

 

Formit - Levels2. Impostare i livelli (ma non le griglie)

Una simpatica aggiunta (a dir poco imprescindibile per un lavoro di massing) è quella di impostare i livelli (ma non le griglie né i piani di riferimento, per qualche motivo). Il comando si trova nella barra verticale di destra e consente di aggiungere i livelli con input numerico, uno alla volta o in batch. La visualizzazione dei livelli nel 3d non è particolarmente intuitiva, ma vengono comunque utilizzati come snap per l’estrusione di elementi solidi (tra un attimo).

 

3. Importare il contesto (in 3d)

Naturalmente esistono altri tool Autodesk che consentono di fare più o meno la stessa cosa, e nonostante io prenda spesso in giro l’importanza che gli viene data nelle dimostrazioni di software devo ammettere che Infraworks si è più volte rivelato ottimo per ricavare massing di contesti urbani. Tuttavia spesso ci troviamo ad avere a che fare con modelli di SketchUp: il software è estremamente popolare e per anni ha avuto una fortissima e laboriosissima community. Proviamo quindi a importare il nostro Gherkin, direttamente da Formit in formato SketchUp.

formit - chrome crash

Non bene.

Va decisamente meglio un secondo tentativo, in cui ho esportato l’oggetto in formato axm utilizzando il converter all’interno di Revit.

formit - gherkin importato

Il risultato è brutto come l’interfaccia di Lotus, ma l’oggetto è in scala e si porta dietro le texture.

 

4. Iniziare il proprio massing

Gli strumenti di disegno e di modellazione sono, per scelta, estremamente semplici. Il tentativo, chiaro e dichiarato, è quello di sostituire SketchUp all’interno del workflow, mantenendone le caratteristiche di approssimazione. E, come ben sapete, è un punto su cui dissento profondamente. In ogni caso, provo a stare al gioco. Se quello è il Gherkin, voglio provare a costuire una seconda pelle che ne mascheri l’attacco a terra e si raccordi a un altro edificio dall’altra parte di Bury Street.

Tanto per cominciare, l’immagine da satellite precedentemente importata non si posiziona su un layer e non è spegnibile. Anche accendendo le linee (Application Settings -> Visual Style -> Display Wide Line), la mappa interferisce con il lavoro abbastanza da indurre a lavorare su uno spazio laterale, rendendo quindi nullo il vantaggio della topografia di contesto.

Inoltre, nonostante il tentativo di semplificare gli strumenti di modellazione rispetto alle masse di Revit, la sensazione è che il tentativo di semplificazione si sia spinto troppo oltre. Manca la possibilità di estrudere una linea creando una superficie, ad esempio, e l’intero concetto di superficie sembra non contemplato. La modellazione ragiona per manipolazione di forme primitive, e non è possibile scegliere un livello diverso dal terreno per le proprie forme base.

formit - tilt face

Abbastanza comodi invece i comandi “Tilt Face”, che consente di inclinare la faccia di un solido assegnando un valore in gradi, e “Offset Face”, che crea una nuova faccia all’interno di quella selezionata.

formit - texture

 

L’applicazione di texture funziona abbastanza bene (la visualizzazione continua a essere brutta come l’interfaccia di Lotus) e costruite le geometrie primitive è possibile procedere per eliminazione delle facce e rimanere con le sole superfici, se questo è quello che si vuole.

Quando le geometrie iniziano a farsi leggermente complesse, la versione web arranca ed è necessario passare a quella desktop (che, lo ricordiamo, è a pagamento ma offre una versione trial da 30 giorni). La visualizzazione è comunque poco fluida e durante l’orbit le geometrie si fondono l’una nell’altra, costringendo a smorfie pittoresche per chi osserva ma foriere di terribili rughe d’espressione in vecchiaia.

formit - exported

 

5. Formit per desktop (e Dynamo)

Ma dove sarà mai questa integrazione con Dynamo, direte voi.
Beh, non fatevi illusioni: non è nella versione web gratuita.
Per poter giocare con il vostro visual scripting preferito, dovrete scaricare la versione desktop e attivare la demo, oppure sborsare direttamente i 40 € mensili di licenza.

formit pro - fee

L’installazione di Formit Pro richiede 207 Mb ed è relativamente indolore. Perché funzioni, è naturalmente necessario aver effettuato il log-in ad A360. L’integrazione con Dynamo è un pulsante sulla destra che consente di inserire l’url di uno script Dynamo pubblicato sul web tramite il Customizer. Ricordate che il Customizer è ancora una beta e che, tra le altre cose:
– non potete usare il code block come input;
– non potete usare nodi di open o save (per ovvi motivi);
– non potete pescare da fonti esterne di dati, di nessun tipo (per motivi altrettanto ovvi);
– niente Python;
– se modificate qualcosa dal web, non potete poi salvarlo;
– una volta pubblicato il nodo, non si può modificare né sovrascrivere.

6. Tornare in Revit

Una volta smesso di giocare, è il momento della verità: occorre ritornare in Revit a fare sul serio, applicare elementi architettonici alle masse, verificare volumetrie e numeri. L’export offre una manciata di formati e settaggi da personalizzare, ma per una volta voglio fidarmi e continuo con il formato axm. Anche perché nessuno di questi formati è un formato nativo di Revit e dovrò comunque scegliere se gestire una geometria importata oppure passare dal converter (e, temo, gestire comunque una geometria importata).

formit export

L’importazione sembra avere qualche difficoltà, ma con un po’ di pazienza va a buon fine.

revit - imported

L’oggetto importato è, come nel test precedente, una famiglia di massa chiamata “Family 3”, dal peso di circa 564 Kb (molto bene), naturalmente senza texture (molto male).

Revit - Family 3

Se proviamo a editarla, al suo interno contiene una unica geometria importata (male, malissimo, davvero male). E naturalmente sappiamo già quale sarà il risultato di ogni tentativo di esplodere l’oggetto, vero?

revit - error on explode

 

All’interno del progetto, purtroppo, le sorprese non sono finite, ma i più attenti tra voi l’avranno già intuito dagli screenshot. Ciò che partiva come generato da una curva, viene importato come linea spezzata. Le pareti curve che avevo generato in Formit diventano quindi sfaccettate e l’applicazione di un muro alla faccia, ad esempio, può quindi avvenire solo per porzioni, con un risultato assai diverso da quello che avevo in mente quando ho generato la forma.

revit - curve spezzate

 

Come già successo in precedenza inoltre, trattandosi di una geometria importata non è possibile utilizzare la massa per posizionare mass floors.


 

– In sintesi –

Formit è diventato un ottimo strumento di interoperabilità geometrica, specialmente se si ha necessità di “ricalcare” in Revit elementi di SketchUp. Lo si può utilizzare per trasformare questi elementi in masse, e queste masse possono a loro volta essere utilizzate per il posizionamento di elementi architettonici, a patto che non si tratti di forme troppo organiche.

In fase di studio concettuale, può essere utilizzato come surrogato se non si dispone altro che di un pc scarsamente potente e di una connessione internet. Tuttavia l’inserimento di questo concept all’interno di Revit comporta una considerevole dose di doppio lavoro che non augurerei a nessuno, specialmente in una fase già sovraccarica come quella di un concept in BIM.

 

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