I luv Halloween

Quest’uomo non ci sta con la testa. Dovrebbe essere rinchiuso e affidato alle cure di uno specialista, e mai e poi mai, per nessun motivo, dovrebbe essergli consentito di scrivere dei fumetti. Avrebbero dovuto neutralizzarlo definitivamente ai tempi di Nick Fury’s Howling Commandos, ma anche un intervento successivo sarebbe stato apprezzato. E invece no. Gli […]

Quest’uomo non ci sta con la testa. Dovrebbe essere rinchiuso e affidato alle cure di uno specialista, e mai e poi mai, per nessun motivo, dovrebbe essergli consentito di scrivere dei fumetti. Avrebbero dovuto neutralizzarlo definitivamente ai tempi di Nick Fury’s Howling Commandos, ma anche un intervento successivo sarebbe stato apprezzato. E invece no. Gli è stato consentito di portare a termine questa trilogia di fumetti.

I luv Halloween è una cosa da restare rannicchiati in un angolo, urlando e percuotendosi la testa con un sasso aguzzo per far uscire quelle immagini dalla testa. E’ una cosa da non riuscire più nemmeno non dico a fare sesso, ma anche solo a farsi la doccia, non dico a mangiare, ma anche solo a guardare una forchetta, non dico ad aprire la porta di casa ma anche solo a pensare di averne una. E’ una cosa da restare in un angolino buio a vomitare, sperando che la fine sopraggiunga presto.
O, almeno, sarebbe tutto questo se non fosse contemporaneamente un prodotto assolutamente delirante e folle, il parto di un genio disturbato, non c’è dubbio, ma comunque il parto di un genio.

Se volete avvicinarvi a questo prodotto, lasciate prima che vi avverta di una cosa: la storia non ha nessun senso.
Ma proprio nessuno.
Una banda di scalcagnati ma cattivissimi bambini si raduna nella sera di Halloween e si aggira per la città alla ricerca di dolcetti, lasciando dietro di sé una scia di morte e distruzione. Nel primo numero, vengono presentati. Nel secondo, si misurano con un’invasione di zombie. Nel terzo, un’invasione aliena distrugge la città.
Forse reconditi significati allegorici o rimandi mitici si celano nei protagonisti?
Beh, giudicate voi.
Il capofila della gang è Finch, maschera di teschio, la cui camera è tappezzata di annunci mortuari e che probabilmente ha ucciso i suoi genitori: sua sorella è Moochie, completamente folle, che ha un suo cimitero personale e che nel primo numero si crede fatina dei denti, andando in giro per la città a strappare molari dalle bocche degli ignari abitanti. Controparte di Finch è Devil Lad, che appare al tramonto in una nuvola di zolfo ed è immortale (non come gli altri personaggi, che muoiono e rinascono: non viene proprio toccato dalla morte). Aggiungete a questi un epilettico, un pedofilo a rovescio (ama molestare gli adulti), un cane cui manca metà della faccia ed una ragazza che uccide i cani per poi portarseli dietro in un sacco ed essere sicura che non risorgano come giovani repubblicani.
L’ho detto.
Keith Giffen non ci sta con la testa.
Dolcetto o scherzetto?

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