X-men #224

X-men divisi #3 (X-men: Divided #3, da Uncanny X-men #497 del giugno 2008). Un uomo saggio una volta disse “che palle Uncanny di Bru”. Quell’uomo aveva ragione. Che dire? La grafica dell’accoppiata Choi-Obak, freschi freschi da Witchblade, sono sempre gradevoli ma, per dio, non si riusciva a imbastire niente di meglio di questa storia? La […]

X-men divisi #3 (X-men: Divided #3, da Uncanny X-men #497 del giugno 2008). Un uomo saggio una volta disse “che palle Uncanny di Bru”. Quell’uomo aveva ragione.
Che dire? La grafica dell’accoppiata Choi-Obak, freschi freschi da Witchblade, sono sempre gradevoli ma, per dio, non si riusciva a imbastire niente di meglio di questa storia? La trama di Piotr, Logan e Kurt in Russia (e chiamiamola trama per essere gentili) sarebbe anche passabile, ma avrebbe bisogno di una controparte degna di questo nome. E quale sarebbe la controparte? Emma e Scott tra i figli dei fiori? Basta vedere la copertina e la faccia da scemi che hanno per capire che non può funzionare.
Tutte le storie di Brubaker sembrano dei riempitivi per… per cosa? Beh, a noi che lo sappiamo la cosa fa girare ancora di più le scatole.
Bocciato a pieni voti nonostante la gradevolezza grafica.

Dalla Genesi alle Rivelazioni #3 (da X-men: Legacy #210 del giugno 2008). Exodus e Xavier portano avanti il loro scontro sul piano astrale e la storia si riduce ad un inutile riassunto delle puntate precedenti. Quali puntate? Puntate a caso: Bolivar Trask, Danger, Scott, le sentinelle, Genosha, Madripoor. Un’intera pagina per raccontarci che Emma viene a conoscenza che il professore è vivo. Altre tre pagine di flash-back senza pathos. E’ piuttosto straziante vedere Mike Carey così privo di idee e di mordente. Che cosa manca a questa storia? Non saprei. Ma con tutto il passato degli X-men a disposizione mi sarei aspettata qualcosa di più intenso di questo. Il club infernale ritorna in scena (con una delle copertine più brutte della storia, e complimenti a chi l’ha scelta per l’albo) e ci troviamo proiettati verso il prossimo numero con la parola “cronus”. Pessimismo e fastidio.

War Baby #3 (War Baby #3, da Cable #3 del luglio 2008). Continua la corsa più pazza del mondo, con Cable davanti e di dietro… ehm… ok, non lo dico. Ma devo confessarvi che anche questa storia laddove dovrebbe suscitare pathos riesce solo a suscitarmi il riso. O meglio, riderei se non fossi così incazzata. Come siamo arrivati a questo punto? Perché a nessuno viene in mente che Alfiere era un uomo con dei principi, un integerrimo poliziotto con cui Ororo ebbe quasi una mezza storia su X-treme X-men? Possibile che a nessuno dia fastidio vedere Lucas Bishop così trasformato senza che nessuno si sia preso la briga di dare uno straccio di spiegazione? Perché la spiegazione ci sarebbe anche (Layla e Madrox, andando nel futuro, hanno incasinato il continuum e Lucas ora è un uomo diverso da quello che conoscevamo), ma sarebbe troppo complicato per la semplicistica gestione Marvel del tempo. Appesantirebbe una serie in cui tutto ciò che interessa è vedere due grandi omoni muscolosi in mutande venuti dal futuro che si picchiano. Incredibile come il fumetto americano possa essere gay senza nemmeno rendersene conto.
E non fraintendetemi, questo Cable è anche scritto bene, anche a Svirc… a Swierc… a Svaccalavacca palesemente manca quella controparte narrativa che nella precedente serie aveva dato a Cable un’inaspettata profondità psicologica. L’entrata in scena di Cannonball promette solo un nuovo omaccione in scena. Ma perché?

Le luci si spengono (Lights Out, da X-men: Divided we stand #2 del luglio 2008). Solo un commento e questo commento è: basta storie introspettive con la Bestia in solitaria. Basta. Ho capito che questa storia faceva da controparte a Endangered Species, stesso autore, stesso disegnatore, va bene, l’avete fatta e andava bene, ma ora basta, seriamente. Non se ne può più. Avete preso quell’uomo e l’avete usato in tutte le sfaccettature che riuscivate a pensare. Ed evidentemente non riuscite a pensarne altre. Basta.
Ah, a proposito: il titolo originale della storia, Lights out, è la frase che viene detta alla sera nelle prigioni e in alcuni college, quando vengono spente le luci. Magari “luci spente” sarbe stata una traduzione un filo più calzante. Ma va bene lo stesso.

E dal prossimo numero torna LucaS alle note: non avrei mai immaginato di rimpiangere la sua assenza.

9 Comments

  1. Sinceramente credevo che fosse un tizio così buttato a caso. Se è Cannoball si è parecchio imbruttito… XD

    E no non la metteranno quella cover…

    Ah hai qualche domanda da fare a Carey prima che gli mando l’intervista?

    X-Bye

  2. Così, su due piedi, gli domanderei se può fare qualche commento sul suo lavoro con Bachalo. Indipendentemente dal gradimento personale della sua grafica, lavorare con uno così non dev’essere semplice: non sottolinea quasi mai un elemento piuttosto che un altro, sovraccarica la tavola fino a farla esplodere, e se da un lato immagino si possa contare su di lui per trasmettere certi concetti, immagino sia altrettanto difficile esprimerne altri. Mi viene da pensare che con uno così sia quasi necessario piegare la trama al suo stile (sarà un caso che nello story-arc gestito insieme siano entrati in scena villain e situazioni estremamente sovraccaricate e concitate, vedi Pandemia?). Insomma, mi piacerebbe sapere se narrativamente è nato prima l’uovo o la gallina, se è stato scelto un disegnatore adatto alla trama, se la trama è stata ispirata dal disegnatore o se, semplicemente, si è trattato di una fortuita coincidenza. Ma sia ben chiaro che io non credo alle coincidenze.

  3. Immaginavo che Emma non fosse una gran cuoca, ma chissà cosa dà da mangiare a Ciclope, per fargli venire quella carnagione…

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