Wolverine #225

Come al solito salto Origins, che finalmente si conclude (appena in tempo per non farmi vedere brutalizzare anche il povero Deadpool da questo schifo). Salto anche Morte cerebrale (Logan dies #1, da Wolverine #57 del novembre 2007): è bastato il titolo a farmi scappare ogni voglia di leggerlo. Passiamo quindi, come da un paio di […]

Come al solito salto Origins, che finalmente si conclude (appena in tempo per non farmi vedere brutalizzare anche il povero Deadpool da questo schifo). Salto anche Morte cerebrale (Logan dies #1, da Wolverine #57 del novembre 2007): è bastato il titolo a farmi scappare ogni voglia di leggerlo.
Passiamo quindi, come da un paio di numeri a questa parte, a ciò che viene chiamato “appendice” dell’albo ma che in realtà io trovo sia il pezzo forte. Ma non prima di aver messo una colonna sonora adeguata.

Troppi squartatori (Too Many Jacks, da Wisdom #4 del maggio 2007). Non c’è niente da fare, Paul Cornell (che nel suo blog parla qui di questo numero) è uno dei miei nuovi idoli. Le sue storie vorticose, dissacranti, ingozzate di riferimenti culturali e storici mi lasciano sempre con il fiato mozzato a guardare lo schermo bianco e a domandarmi “e io questa come diavolo la recensisco”? Sono fiduciosa che l’atmosfera creata da mr Mayfield mi aiuti.
La storia, montata su due livelli, parla di un sedicente studioso di Jack lo Squartatore che, per intervento più o meno divino (quello che crede lui) ha ricevuto il potere di evocare entità da universi paralleli. Che abbia un gusto tutto suo per l’Inghilterra vittoriana e il cyberpunk è solo un dettaglio.
Mentre Wisdom continua ad ordire la propria catastrofe karmica, la squadra si mette sulle tracce di questo involontario pifferaio di Jack(s), ma quanto sarà volontario? E cosa hanno a che fare con tutto questo le altre divisioni dei servizi segreti britannici?
Naturalmente – inutile che ve lo dica – il pezzo forte dell’albo sono ancora una volta i tantissimi riferimenti che contiene anche se, avviandosi verso una conclusione della serie, il buon Cornell inizia a serrare i ranghi della sua narrazione e all’episodio autoconclusivo si sostituisce un filo narrativo che ci porta dritti dritti a… ve lo dico dopo.
Jack lo squartatore, dicevamo. Nelle note conclusive, LucaS consiglia qiesto sito a chiunque volesse approfondire l’argomento, ma io non posso non soffermarmi almeno su quello che compare nel fumetto.
Le vittime nominate sono solo tre: Mary Ann Nichols, Ann Eliza Smith, Elizabeth Gustafsdotter.
Mary Ann Nichols, detta “Polly”, secondo alcuni avrebbe scatenato la furia dell’assassino annunciando pubblicamente in un pub di Spitalfields la sua intenzione di andare a prostituirsi dopo essersi vista rifiutare l’assegnazione di un letto dato che non poteva pagare. Di lei sappiamo quasi tutto (matrimonio, cinque figli, divorzio, taglio degli alimenti, vita da operaia, prostituzione per arrivare alla fine del mese) e naturalmente abbiamo una foto di lei e del suo certificato di morte. A dispetto di ciò che dice il ciarlatano nel fumetto, pare fosse una donna abbastanza giovanile e che dimostrasse molto meno della sua età. E una.
Ann Eliza Smith, detta Annie Chapman, ha una storia simile. Matrimonio, divorzio, convivenza con un altro uomo fino a che i suoi alimenti non cessarono di arrivarle a causa della morte per alcolismo del marito. Conseguente depressione, alcolismo e indigenza. Come Mary, la notte del 7 settembre 1888 si era ritrovata senza soldi e aveva lasciato una taverna per guadagnarne un po’. La povera donna decisamente non aveva un bell’aspetto. Nemmeno da giovane.
Elizabeth Gustafsdotter, detta Elisabeth Stride, è l’ultima nominata nel Rippermania Walking Tour. Stessa storia per lei, con l’aggravante dell’immigrazione, di alcune malattie a trasmissione sessuale per cui si hanno almeno due tracce di cura in patria e di un’intentata causa contro il suo convivente. Fine della storia. Se non fosse stato interrotto da Maureen, il rippermaniaco avrebbe probabilmente parlato anche delle altre due vittime canoniche dello squartatore: Catherine Eddowes, morta la stessa notte di Elisabeth Stride, e Mary Jane Kelly.
Tuttavia, la cosa più carina del fumetto non è tanto il riferimento alla parte “canonica” della storia, ma al fitto sottobosco di interpretazioni e congetture. Tink che uccide John “grembiule di cuoio” Pizer. L’omaggio a Poe (e alle teorie secondo le quali l’americano si ispirò proprio a Jack per il suo I delitti della Rue Morgue). Il riferimento alle teorie secondo le quali Jack era una donna. La citazione da From Hell.
Per deviare dall’argomento principale, ma sempre parlando di citazioni, il nome del protagonista James Ransom non ha potuto non farmi pensare a Elwin Ransom, tra i personaggi principali della cosiddetta Space Trilogy di C.S. Lewis. E Cornell, lo sappiamo, conosce e non apprezza particolarmente l’autore. Quet’uomo mi piace sempre di più.
In ultimo, il titolo della storia non ha potuto non farmi venire in mente il folle racconto Too many Daves dell’altrettanto folle Seuss. Anche se forse avrei dovuto pensare a Too much Johnson, dato ciò che segue.
E cosa segue?
L’inizio della fine.

Archi e frecce contro il fulmine (Bows and Arrows against the Lightning, da Wisdom #5 del giugno 2007). Che guerra dei mondi si sta preparando? Ma mi pare ovvio. E, trattandosi di Paul Cornell, non mi aspetto che un approccio sui generis alla questione. Non stupisce affatto quindi il riferimento a Wells e alla sua Guerra del Mondi. Ricordando poi che Maureen Raven e suo figlio comparivano originariamente in un universo alternativo che si riferiva proprio a Wells e alla Guerra dei Mondi…

3 Comments

  1. Lo so, lo so.

    Io ahimé so già come finirà Wisdom (mi sono spoilerata la fine cercando un link per questa recensione), ma sono più che altro curiosa di sapere se troverà spazio in Italia la testata dedicata al Mi-13 e a Secret Invasion…

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