ハウルの動く城 – Hauru no ugoku shiro (Il castello errante di Howl)

Continuo la carrellata di film di Myazaki che sto vedendo/rivedendo in questo periodo (a breve anche Princess Mononoke)… devo dire che più esploro l’opera di questo artista più sono combattuta. Innanzitutto non ho letto il libro, anche se me n’è venuta voglia, ma leggendone il riassunto sulla Wikipedia inglese mi sono stati confermati i sospetti, […]

Continuo la carrellata di film di Myazaki che sto vedendo/rivedendo in questo periodo (a breve anche Princess Mononoke)… devo dire che più esploro l’opera di questo artista più sono combattuta.
Innanzitutto non ho letto il libro, anche se me n’è venuta voglia, ma leggendone il riassunto sulla Wikipedia inglese mi sono stati confermati i sospetti, ovvero che Myazaki si fosse ispirato a qualcosa di esistente per rielaborarlo. Mi rimane tuttavia il dubbio che il film risulti molto più godibile da parte di chi ha letto il libro, concentrandosi più che altro sulla rielaborazione in chiave ironica o eroica dei personaggi esistenti più che su uno sviluppo organico, comprensibile e avvincente del soggetto così rielaborato. La tematica pacifista, introdotta da Myazaki a scapito della trama, è appena abbozzata e la figura della strega delle lande diviene una macchietta talmente caricata da non riuscire a trasmettere i temi di redenzione, rispetto degli anziani e budino al cioccolato tanto cari al regista. L’unica rielaborazione vincente sembra essere quella di Calcifer (posso solo immginarlo nella versione inglese con la voce di Billy Crystal…), ma nel complesso la trama rimane troppo condensata e a tratti incomprensibile. La sceneggiatura è abbastanza atroce, aggravata dal pessimo doppiaggio italiano, e le azioni dei personaggi restano sufficentemente sconclusionate. Anche il finale, con un approccio quasi post-industriale al concetto di famiglia (una coppia, un bambino adottato, un cane autoadottato, una nonna infiltrata e un demone del fuoco), rimane estremamente vago offrendo il fianco a chi ritiene che l’artista sia coservatore e reazionario.
Rimangono in primo piano gli splendidi disegni e l’ambientazione raffinata, a metà tra il fantastico, la fantascienza e lo steampunk (che personalmente adoro), ben reso visivamente il rapporto tra Howl e il suo castello, che muta con il mutare del suo animo, e Calcifer è delizioso. Ma si rimane piuttosto frastornati dalla trama e infastiditi dalla sceneggiatura.

4 Comments

  1. nooo io sono innamoratissima di Howl! la trama non è che sia confusa, secondo me è bella proprio perchè si può interpretare in modi differenti… anche io sn molto curiosa di leggere il libro cmq!,)

  2. Non l’ho trovata né sufficientemente criptica per essere interpretabile né sufficientemente ben costruita per essere chiara. Ma ancora non ho capito cosa mi sia dispiaciuto di più. Forse la sceneggiatura.

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