Wolverine #209

Giustizia (Justice, da Wolverine #44 del settembre 2006). I pregi e i difetti di questo tie-in di Civil War si accentuano, arrivando a livelli altissimi. La storia di Marc Guggenheim continua a filare bene, con Wolverine che si comporta nel modo giusto e delle buone battute della voce narrante (Wolverine stesso). Il vero problema sono […]


wolverine 44 civil warGiustizia
(Justice, da Wolverine #44 del settembre 2006). I pregi e i difetti di questo tie-in di Civil War si accentuano, arrivando a livelli altissimi. La storia di Marc Guggenheim continua a filare bene, con Wolverine che si comporta nel modo giusto e delle buone battute della voce narrante (Wolverine stesso). Il vero problema sono i disegni di Humberto Ramos e i colori del suo degno compagno Edgar Delgrado. Personaggi con una quantità inumana di denti, o con parti del corpo che a rigor di logica non dovrebbero avere (quanti denti ha Wolverine nell’orribile splash page iniziale?). Espressioni facciali del tutto fuori luogo (vogliamo parlare di Janus che urla e fa il tifo?). In breve, personaggi e scene disegnati in modo ignobile. La ciliegina sulla torta è il Namor dell’ultima pagina, che quasi non riconoscevo. Poseidone ci aiuti.

Balla coi lupi! #2 (Howling Mad!, da New Excalibur #5 del maggio 2006) e Perché non sono morta?! (So why is it I’m not dead?!, da New Excalibur #6 del giugno 2006). Niente da fare, questa nuova serie di Claremont non decolla. Tutta la sarabanda tra Capitan Bretagna, Lioheart e la new entry Albion è abbastanza ridicola: chi saranno i prossimi? Lord Wales? Mr. Scotland? Ci ritroveremo Union Jack tra le scatole? Trovo Claremont disdicevolmente legato a supereroi appartenenti a schemi nazionalistici post-bellici (post se siamo fortunati) che oggi suonano abbastanza ridicoli. Sembra trovarsi bene solo nel gestire le “sue” Sage e Dazzler. L’unico spiraglio di speranza, nel secondo dei due episodi, è l’entrata in scena degli Scarlet Knights sia per il modo in cui Claremont li inserisce sia per le conseguenze. Disgraziatamente tutta la faccenda della Black Air non mi promette nulla di buono.
Non migliorano la situazione i disegni decisamente anonimi di Rick Ketcham e, soprattutto, i colori a dir poco atroci di Pete Pantazis, che evidentemente deve avere dei problemi di ricezione alla retina.

Mordi la mano che ti nutre (Bite the hand that feeds, da What if? Wolverine – Enemy of the State #1 del gennaio 2007). Un what if? splendido e molto intenso, non ho altre parole per definirlo. Che cosa sarebbe successo se Wolverine fosse rimasto con l’HYDRA, contro il governo? In uno scenario in cui il canadese ha ammazzato tutti i supereroi tranne pochi: Magneto, Sue Storm, Kitty Pryde ed un mutilato Capitan America sono tra quei pochi, e si riuniscono per fermarlo. Un combattimento mirabolante, con flash-back ed un finale decisamente da brivido. Kitty Pryde meravigliosa, da pelle d’oca.
L’unica cosa che continua a non convincermi, in questo numero come nel precedente, è la scelta di pubblicare i What if invece di fare il possibile per colmare almeno in parte il disastroso ritardo rispetto alle pubblicazioni originali. Son scelte editoriali.

4 Comments

  1. Grazie a te per il post che ho commentato! Mi sono lasciata prendere la mano, ma Antonello è sempre Antonello…

    Sempre lieta di trovarti qui.

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