Oz, Ozma e la congiura di Glinda

Il Grande e Potente Oz era un film dal quale non era lecito aspettarsi troppo, ripensandoci a freddo. Un soggetto da fanfiction, in cui una versione giovane e aitante del mago ruzzola nella terra di Oz per trovare giovani e avvenenti streghe da concupire. Un casting per lo meno prevedibile, con Harry Osborn (anche se […]

Il Grande e Potente Oz era un film dal quale non era lecito aspettarsi troppo, ripensandoci a freddo. Un soggetto da fanfiction, in cui una versione giovane e aitante del mago ruzzola nella terra di Oz per trovare giovani e avvenenti streghe da concupire. Un casting per lo meno prevedibile, con Harry Osborn (anche se bisogna ammettere che rispetto all’epoca degli Spiderman il ragazzo è cresciuto bene) che incontra nuovamente Mila Kunis, dopo l’entusiasmante (?) omonimo corto comico del 2007, una Rachel Weisz che ormai è più somigliante a se stessa in versione strega deforme e Marilyn Monroe in camicia da notte. Un film che strizza l’occhio più di tutti al film del ’39, senza preoccuparsi troppo né della coerenza con il libro né delle possibilità di espansione attingendo agli altri millemilioni di libri ambientati nella terra di Oz. Il risultato, per chi conosce la storia originale, è a tratti involontariamente comico. Qualche esempio? Beh, la strega buona Glinda, troppo buona per non essere una pazza psicopatica, nel film del ’39 era una fusione delle due streghe buone: la strega buona del nord, che accoglie Dorothy all’inizio della storia quando libera i Munchkin e le consiglia di andare dal grande e potente mago, e la strega del sud, che risolve la vicenda. Una strega quindi che all’inizio del film dichiara di non conoscere il potere delle scarpette, manda una povera bambina in giro a piedi attraverso una terra popolata di bestie feroci verso un crudele incarico e, alla fine dello stesso film, ammette di aver sempre conosciuto quale fosse il modo per rimandare Dorothy a casa. Non era abbastanza per farne una cospiratrice psicopatica che mira ad eliminare le rivali? Secondo la Disney no. Ed ecco che in questo film, ammesso di volerlo considerare in continuity, si scopre che oltre a tutto Glinda era ben consapevole della cialtroneria di Oz. E che dire delle sue affermazioni quando dichiara di essere figlia del re di Oz? Cosa è capitato alla principessa Ozma, che ne hai fatto, bastarda psicopatica? Incidentalmente, da questo film deduciamo non solo che la baldracca ha abbandonato i Munchkin tra le grinfie della strega dell’est dopo averli biecamente usati per riprendersi la città di smeraldo, ma che non si è accontentata della città di smeraldo: l’ha lasciata tra le mani del suo fantoccio, il mago, che poi sostituirà con un fantoccio ancora più letterale, e andrà a governare nord e sud. L’arrivo di Dorothy le consentirà di prendersi immediatamente anche l’est, ed eliminata la potente rivale dell’ovest ecco che l’intera Oz cade nelle sue grinfie. Mai fidarsi di una bionda. E mai fidarsi nemmeno di una scimmia, se è per questo.
In ogni caso, non si può dire che il film sia privo di punti di forza. E’ esteticamente gradevole, tanto per cominciare e… è esteticamente gradevole. Buono inoltre l’intreccio di identità tra le streghe, anche se dopo Wicked risulta abbastanza difficile tessere qualcosa di veramente originale in quella direzione. Per chi ha amato il film del ’39, poi, risulteranno probabilmente piacevoli alcuni camei, dal leone ai cavalli multicolore, e gli amanti dello steampunk apprezzeranno la profusione di cappelli a cilindro, meccanismi bizzarri, mongolfiere e corsetti.

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