Wolverine #204

Non so se riuscirò a mantenere la promessa, ma raccolgo l’invito di recensire i nuovi acquisti in fatto di fumetti e poi vedremo che cosa riuscirò a fare. Nato nel sangue – prima parte e seconda parte (Born in Blood: part 1 e 2 da Wolverine Origins #1 e #2 rispettivamente del giugno e del […]


Non so se riuscirò a mantenere la promessa, ma raccolgo l’invito di recensire i nuovi acquisti in fatto di fumetti e poi vedremo che cosa riuscirò a fare.

Nato nel sangue – prima parte e seconda parte (Born in Blood: part 1 e 2 da Wolverine Origins #1 e #2 rispettivamente del giugno e del luglio 2006). Dopo gli sconvolgimenti di The House of M, Wolverine ha recuperato memoria integrale della propria vita e devo confessare che la mossa mi piace poco: l’amnesia e l’incertezza del proprio passato erano tratti fondamentali del personaggio e non sono certa che gli autori sappiano ciò che stanno facendo (anche perché Daniel Way non è Paul Jenkins). «Ero abituato a considerarmi il migliore. Invece pare che sia il peggiore. Non posso farci niente. Tanto vale approfittarne.» Inizia così il primo episodio di questi due inclusi nell’albo: il resto è l’attacco di Logan alla Casa Bianca (con tanto di incenerimento di Condoleeza Rice, che fa sempre piacere) ed un flash-back spezzettato che apre una parentesi sul dimenticato passato di Wolverine in Vietnam, come spietato formatore di assassini non consenzienti. Ritorna anche Frank Simpson, detto Nuke, il nerboruto omaccione con la bandiera degli Stati Uniti dipinta in viso. Proprio non se ne sentiva la mancanza. Steve Dillon non disegna male, ma Dan Kemp inchiostra come un metalmeccanico (con tutto il rispetto per i metalmeccanici).

Il sentiero tortuoso e La tempesta si avvicina (The Crooked Path e The Gathering Storm da Son of M #3 e #4 rispettivamente dell’aprile e del maggio 2006). Continua la storia di Pietro "Quicksilver" Maximoff, uno dei personaggi più insulsi dell’universo Marvel, cui il trio Hine, Martinez e Pantazis tentano disperatamente di conferire profondità. La storia non è male, con Pietro che si scontra sulla Luna con la moglie e con Freccia Nera per ottenere l’uso di nebbie taumaturgiche che dovrebbero far recuperare i poteri perduti ai mutanti della Terra (poteri perduti che finiscono sulla Luna? beh, leggete Il collettivo sulla testata Nuovi Vendicatori e ne vedrete delle belle in questo senso) ma, soprattutto, nell’analisi del suo rapporto con la figlia Luna, decisamente speculare al suo rapporto con il controverso padre Magneto. A parte questo, disegni abbastanza atroci (ma disegnare bene Quicksilver, con quel costume, è forse un’impresa al di là delle possibilità umane, mentre Lockjaw è così carino che quasi quasi rivedo il giudizio di prima). La maggior parte delle scene è inchiostrata in modo orripilante. Una nota a parte meritano le copertine (a destra, quella del numero 3), entrambe di qualità decisamente superiore.

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