Happy Birthday to you…

Ieri sera siamo andati alla festa di compleanno di David Bowie e… no… siamo andati ad una festa in onore del compleanno di David Bowie, meglio. Lui non c’era e da parte sua è stato piuttosto cafone non presentarsi nemmeno, ma devo dire che non si è perso molto e al suo posto avrei fatto […]

David Bowie


Ieri sera siamo andati alla festa di compleanno di David Bowie e… no… siamo andati ad una festa in onore del compleanno di David Bowie, meglio. Lui non c’era e da parte sua è stato piuttosto cafone non presentarsi nemmeno, ma devo dire che non si è perso molto e al suo posto avrei fatto lo stesso.
Si è così risparmiato la peggior pina colada che abbia mai bevuto in vita mia, ed assicuro che ne ho bevute tante, senza ananas e con una batida che credo fosse batidil, lo sciroppo per la tosse (fluidifica e aiuta a combattere i sintomi della tosse secca, non somministrare ai bambini sotto i dodici anni, se il sintomo persiste, consultare il medico).
Si è risparmiato un dj incapace che sembrava avere una ben strana idea della sua musica e di ciò che le è correlato, oltre a mixare come se fosse in bilico sulla testa con una mano legata dietro la schiena o in preda alle convulsioni della tosse di cui sopra.
Si è risparmiato una delle platee più squallide che abbia mai visto tra cui una signorina di quelle che ballano mettendo a terra la borsetta e fissandola intensamente mentre oscillano da una parte all’altra sempre con lo stesso passo, un tizio con un improbabile maglione marrone di velluto a coste che conciato in quel modo ha avuto persino l’arroganza di passarmi davanti al bar per farsi ammirare meglio e una serie di personaggi insulsi che sfoggiavano quella sorta di look universale buono per tutte le occasioni, fatto di jeans finto disimpegnato troppo lunghi e costosi su scarpe da ginnastica basse e troppo colorate il tutto corredato da maglioni a improbabili motivi, generalmente giallo, arancione e marrone. Da lodare, lo dico sinceramente, la ragazza con il soprabito di lamé dorato lungo fino ai tacchi e la signorina con l’abito da sera viola, oltre al compagno della signorina che danzava attorno alla borsa (ballerino assai più aggraziato e femminile di lei) e all’unico uomo punk, che era tra i pochi ad avere l’aria di essersi preparato per la serata.
Si è risparmiato i bagni delle donne (ma li avrebbe poi visti?) nella cui porta, al posto della serratura, faceva bella mostra di sé uno squarcio di venti centimetri di diametro.

Si è perso invece un numero omaggio di una rivista con lui in copertina ed una copia del cd di cover (abbastanza pessimo, in realtà, e con la peggiore Starman che abbia mai sentito), un’esibizione non male dei Diamond Dogs, non ha potuto spegnere le candeline (stendiamo un velo pietoso su questo passaggio della serata, che è meglio) e non ha ballato con il mio ragazzo, cosa che invece ho fatto io con estremo piacere.

Nel complesso non un disastro, anche perché non andavo a ballare da molto tempo, ma bene o male mi trovo a condividere la scelta di David Bowie…


Theres a starman waiting in the sky
Hed like to come and meet us
But he thinks he’d blow our minds
Theres a starman waiting in the sky
Hes told us not to blow it
Cause he knows its all worthwhile
He told me:
Let the children lose it
Let the children use it
Let all the children boogie

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