#BIMpill – I compiti del facilitatore

Alla luce di quello che abbiamo visto nella pillola della scorsa settimana dedicata al facilitatore in Scrum, i compiti di uno Scrum Master possono essere così riassunti: aiuta e consente agli altri di raggiungere i propri obiettivi; è neutrale dal punto di vista del contenuto delle discussioni e non prende posizioni; è di supporto a […]

Alla luce di quello che abbiamo visto nella pillola della scorsa settimana dedicata al facilitatore in Scrum, i compiti di uno Scrum Master possono essere così riassunti:

  • aiuta e consente agli altri di raggiungere i propri obiettivi;
  • è neutrale dal punto di vista del contenuto delle discussioni e non prende posizioni;
  • è di supporto a ciascuno perché raggiunga il miglior risultato possibile nei pensieri e nelle buone pratiche professionali;
  • promuove la collaborazione e cerca di far sì che il team, nel senso più ampio possibile, lavori in sinergia;
  • è un ruolo d’autorità basato su autorevolezza e carisma.

“A Scrum Master should facilitate by creating a “container” for the team to fill up with their ideas and innovations. The container, often a set of agenda questions or some other lightweight (and flexible) structure, gives the team just enough of a frame to stay on their purpose and promotes and environment for richer interaction, a place where fantastic ideas can be heard. The coach creates the container; the team creates the content.”

Si tratta di un creatore del contenitore, dell’ambiente all’interno del quale si muove il team, e l’ambiente dev’essere tale da:

  • facilitare le relazioni e la collaborazione sia all’interno del team che tra il team e l’ambiente stesso (es: utilizzo corretto degli strumenti di condivisione e tracking);
  • facilitare il processo e il miglioramento continuo del processo stesso;
  • facilitare l’integrazione dei nuovi team all’interno dell’organizzazione;
  • facilitare gli eventi in modo che siano significativi ed efficaci;
  • facilitare il team perché ciascuno raggiunga i propri obiettivi, inclusi quelli personali e di carriera.

Nel difficile compito di creare un ambiente che abbia queste caratteristiche, il nostro Scrum Master riecheggia delle difficoltà e dei drammi nella creazione dell’Ambiente di Condivisione Dati, inteso come la rete integrata delle diverse soluzioni tecnologiche necessarie alla produzione, alla gestione, alla distribuzione e alla condivisione dei dati. Un ambiente che non rispecchi le caratteristiche sopra elencate, sarà un ambiente inefficiente e ridondante, utilizzato per costrizione più che per efficienza. Un extra costo e uno spreco, insomma.

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