"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Ritratto di un dissidente

Riporto questo bell’articolo da Manifesto di oggi, uno dei tanti piuttosto interessanti: si tratta di un estratto dalla prefazione a Ventimila Leghe sotto i mari in cui Jean Chesneaux, scomparso da pochi giorni, si lancia in un’appasionata e sanguigna elegia del rivoluzionario Nemo. Buona domenica!

Nemo, la dissidenza politica nel cuore degli abissi -Jean Chesneaux

Nel 2001, in occasione della riedizione di un noto romanzo di Verne per la casa editrice l’Aventurine, a Jean Chesneaux fu chiesto di scrivere la premessa. Chesneaux, che a Verne aveva già dedicato due importanti lavori (Jules Verne, une lecture politique, edito da Maspero nel 1983 e Jules Verne, un regard sur le monde, da Bayard nel 2001), accettò di buon grado, individuando in lui una delle figure chiave del rapporto fra intellettuali e mondo moderno da sempre oggetto dei suoi studi. Per ricordare Chesneaux, i cui funerali si terranno domani a Parigi, pubblichiamo un estratto del suo scritto.

Casomai vi fosse ancora bisogno di mettere in evidenza la «modernità» di Jules Verne, basterebbe rileggere Ventimila leghe sotto i mari, pubblicato nel 1870. Soprattutto, basterebbe il suo Nemo, che è l’anima del romanzo, un’anima tanto avvincente, quanto insolente nelle proprie sfide e con le proprie passioni. Nemo è un ribelle, un libertario non addomesticato che ha cercato rifugio negli oceani. In un superbo episodio del romanzo, guida il sottomarino in prossimità del Polo sud e, con audacia, pianta il proprio emblema, la bandiera nera, in quel punto mitico e deserto che nessun essere umano aveva raggiunto prima. Nemo aveva definitivamente rotto «con l’intera società». Mentre lanciava la sfida, «un accesso di collera e di sdegno gli aveva acceso gli occhi», ed era riuscito nell’impresa di traformare il sapere tecnico dell’epoca in strumento di sovversione. A bordo del sottomarino Nautilus si poteva vivere in stato di totale autonomia e autosussistenza alimentare. I marinai, grazie agli armamenti d’avanguardia, erano in grado di attaccare una fregata inglese o di fare indietreggiare un calamaro gigante. «Ammetterei», confida Nemo all’amico Arronax, «la fondazione di città di mare, agglomerazioni di case sottomarine, che come il mio Nautilus, ogni mattina siano in grado di risalire e respirare, città libere, città indipendenti». Indipendenza, la parola è pronunciata. Il fatto è che nella persona di Nemo – unione tanto vigorosa, quanto singolare – la dissidenza individualista, sostenuta da una cultura scientifica d’avanguardia, si mette al servizio dei valori politici dell’indipendenza e della libertà. Con un unico movimento della propria anima appassionata, Nemo si rivela proscritto volontario, ingeniere futurista e difensore dei popoli oppressi. Odia l’Inghilterra come potenza imperialista che ha ridotto alla soggezione interi popoli. (…) Sulle pareti della sua stanza di lavoro ha messo «i ritratti dei grandi personaggi la cui vita non è stata altro che dedizione estrema a una grande idea»: il polacco Kosciuszko, il greco Botzaris, l’irlandese O’Connell, Washington che riuscì a liberare gli americano, Manin, il patriota veneziano mandato a morte dagli austriaci, e un altro tenace avversario della schiavitù, John Brown, appeso alla forca. Questo pantheon politico fortemente militante lo accompagnava sul fondo delle acque. Nemo non rivela niente della propria identità politica. Solo molto dopo, alla fine dell’Isola misteriosa, i lettori scopriranno che è il principe Dakkar che aveva partecipato alla grande lotta di liberazione del 1857 perdendo moglie e figli, massacrati sotto i suoi occhi dall’esercito coloniale britannico. La chiave della sua passione politica non è dunque esplicitamente dichiarata in Ventimila leghe sotto i mari, ma lo slancio è già presente. Jules Verne capovolge interamente il saggio progetto del suo editore Hetzel: assicurare «l’educazione e il divertimento» dei giovani lettori «facendo entrare la scienza nella letteratura». La sua forza letteraria, la sua vertigine dinanzi ai fragili destini delle società umane crescono con violenza. Certamente, Ventimila leghe sotto i mari continua e continuerà a interessare i lettori più giovani. Ma le potenti pagine del romanzo – che trattino della libertà dei popoli o delle vicende del mare più profondo – bastano per mettere in evidenza il fatto che Jules Verne è tutto, fuorché uno scrittore «per adolescenti». Sarebbe parimenti riduttivo affermare che il romanzo è un’opera di «fantascienza». Non che il carattere futurista del Nautilus sia poco importante, tutt’altro. Il sottomarino rappresenta l’inevitabile zoccolo tecnologico delle scelte politiche di Nemo, indipendenza personale e libertà collettiva e non ha senso se non riferito a questi obiettivi. La postura preferita da Nemo, con le braccia incrociate, è simile a quella di una fotografia che ritrae Jules Verne da giovane. Le braccia incrociate – tanto quelle di Nemo, quanto quelle del suo futuro creatore – non erano certo quelle dell’ozio. Esprimevano, al contrario, una volontà di prendere le distanze, di difendere la propria indipendenza, di dire con forza il proprio: «no!».

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9 Comments
  • heraclitus
    Posted at 10:25h, 29 July Reply

    grazie per l’ottima lettura della domenica mattina.

  • contenebbia
    Posted at 10:44h, 29 July Reply

    Segnalazione preziosissima, come al solito. merci

  • utente anonimo
    Posted at 11:03h, 29 July Reply

    Molto bello,tenks

    ilcavalierelettrico

  • Damiani
    Posted at 11:51h, 29 July Reply

    che stupenda chiccha Shelidon!

  • Shelidon
    Posted at 12:50h, 29 July Reply

    Lieta che abbia incontrato il vostro favore ^__^

  • ragno62
    Posted at 19:54h, 29 July Reply

    curioso da quel che ne sò verne era unconservatore però nemo non lo è certamente e di lui viene data una rappresentazione positiva

  • Shelidon
    Posted at 08:25h, 30 July Reply

    Verne per molti versi era un uomo del suo tempo, ma per molti altri non lo era… bisognerebbe anche riuscire a capire quanto delle sue posizioni politiche dichiarate gli apparteneva veramente e come poi queste si inseriscono nelle sue opere.

  • utente anonimo
    Posted at 13:56h, 30 July Reply

    Appunto di metodo quest’ultimo saggio e intelligente al contempo. Mi compiaccio.

    Colgo l’occasione per una richiesta: mi piacerebbe vedere, oltre ai disegni pubblicati sul tuo sito, anche vere e proprie tavole tue personali (se ne hai realizzate).

    A presto

    ilcavalierelettrico

  • Shelidon
    Posted at 18:10h, 30 July Reply

    Il sito ormai è vecchio e i disegni che ci sono non sono un gran che. Spero di riuscire a mettere on-line il nuovo sito entro la fine di agosto. Grazie dell’interessamento *__^

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