Edito da Star Comics, ecco che giunge finalmente anche in Italia Mōryō no Hako (魍魎の匣) con il titolo di Mōryō’s Box. Si tratta dell’adattamento a fumetti, ad opera dello stesso autore, del celebre omonimo romanzo horror di Natsuhiko Kyogoku (京極 夏彦) che di questi cinque albi cura la sceneggiatura. L’autore, nato nel 1963 a Otaru, è un autore mystery dalla produzione relativamente ristretta ma dalla grande popolarità in patria, vincitore del 49º Mystery Writers of Japan Award proprio con Mōryō no Hako, da cui nel 2008 è stato tratto un anime firmato dalle Clamp, niente di meno, e sceneggiato da Sadayuki Murai, con la regia dell’allora esordiente Ryosuke Nakamura (che avrebbe poi firmato qualche episodio di Nana, oltre che storyboard per Claymore e Deathnote). Mica cazzi, insomma. E la firma delle Clamp, che hanno curato il look dei personaggi nell’anime, non si può dire non traspaia anche nello stile grafico di Aki Shimizu (志水 アキ), ai disegni del manga. È sufficiente la copertina, per rendersene conto. Del resto il suo stile era già affine a quello del quartetto, motivo per cui probabilmente la scelta è ricaduta su di lei (se non mi credete, provate a sfogliarvi cose come Legend of Zipangu). Non mi si fraintenda: la Shimizu ha uno stile suo, ed è uno stile estremamente delicato, onirico, che quasi ricorda le atmosfere pacate e inquietantemente sognanti di Ultimi raggi di luna (l’unica opera veramente buona di Ai Yazawa, a mio modestissimo avviso). E inquietantemente sognante è anche questa storia, tra ragazze fatte a pezzi, storie di orrore e follia quotidiana mescolate a mondi magici come la reincarnazione e le bambole. Una lettura imprescindibile, in questi tempi di magra.

Marjorie Bowen — Raw Material
Linley was fond of collecting what he called “raw material” and, as a fairly successful barrister, he had good opportunity for doing so. He despised novelists and romancists, yet one day he hoped to become one of these gentry himself, hence his collection of the





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