"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Gaston Bachelard – La poetica dello spazio

Il secondo libro che vi ho consigliato, in un 19 gennaio che ormai sembra lontanissimo e che ci vedeva ancora giovani e innocenti, era stato Specie di spazi, di Georges Perec. Quello che vi consiglio oggi è un libro che viaggia un po’ sulla stessa lunghezza d’onda, a metà tra poesia e filosofia, per indagare sulla natura profonda di ciò che facciamo quando parliamo di spazi.

Gaston Bachelard
La poetica dello spazio

Qual è il luogo dove nasce la poesia? Una domanda che percorre tutta l’opera che Bachelard ha dedicato all’individuazione di quel luogo particolare, specifico, nel quale sorge l’immaginazione e si fa parola, verso. È uno spazio attraversato da alcuni grandi temi costanti: la vita, la morte, l’amore, la natura. Tra questi, Bachelard individua anche “lo spazio”: quello aperto dei grandi orizzonti, del cielo, del mare, e quello chiuso, delimitato dalla casa. Uno spazio della “immensità intima”, dove la nostra esperienza trova la sua dimora, il “guscio” entro cui riparare e ritrovarsi.

L’autore è stato un filosofo della scienza, professore di fisica e chimica, laureatosi poi in filosofia per diventare infine professore di Storia e di Filosofia delle Scienze alla Sorbona.

Ogni lunedì un libro per iniziare la settimana.

books and literature

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