Gino Sarfatti, 2097 (in Revit)

Ieri abbiamo tenuto la nostra terza lezione del modulo verticale BIM.LightingDesign e ci siamo divertiti a creare in Revit un oggetto mediamente complesso: il lampadario 2097 di Gino Sarfatti, disegnato nel 1958 per la sua Arteluce. Non è stata una lezione di design e, purtroppo, la stessa parte tecnica ha dovuto essere compressa in appena […]

Ieri abbiamo tenuto la nostra terza lezione del modulo verticale BIM.LightingDesign e ci siamo divertiti a creare in Revit un oggetto mediamente complesso: il lampadario 2097 di Gino Sarfatti, disegnato nel 1958 per la sua Arteluce.

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Non è stata una lezione di design e, purtroppo, la stessa parte tecnica ha dovuto essere compressa in appena due ore, ma rimodellare un oggetto spesso ci consente di comprendere più a fondo l’intento progettuale di chi l’ha concepito, se prestiamo attenzione e siamo in grado di leggere le regole sottese alle geometrie. Nella costruzione del 2097, attualmente prodotto da Flos, le origini veneziane di Gino Sarfatti emergono con prepotenza.

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In particolare, due sono le ispirazioni per questo lampadario:

  • la prima sono gli chandelier tradizionali veneziani, di cui Sarfatti riprende la composizione a bracci e le proporzioni tra i sistemi dei bracci stessi;
  • la seconda viene dalla conquista dello spazio e in particolare dallo sputnik: si tratta di un oggetto che ebbe una profonda influenza sui designer del tempo e alcuni lampadari progettati tra gli anni ’50 e gli anni ’60 sono appunto amichevolmente noti come “sputnik”.

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Il lampadario è tutt’ora in produzione da Flos, che acquistò l’Arteluce di Sarfatti nel 1973, e viene proposto in tre finiture per la struttura (ottone, cromo e nero opaco) ma soprattutto in tre dimensioni:

  • il 2097/18, che misura 510 mm di altezza;
  • il 2097/30, che misura 720 mm di altezza;
  • il 2097/50, che misura 880 mm di altezza.

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Abbiamo scelto questo lampadario perché consente di rinfrescare una grandissima quantità di tecniche di modellazione e parametrizzazione.

Per chi era presente alla lezione, qui sotto trovate le (poche) slide.

L’oggetto finito, insieme alle componenti nidificate, è condiviso nella cartella di Drive. Grazie a Giorgio Marongiu che ha realizzato il componente e ha tenuto buona parte della lezione.

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Se siete appassionati e volete approfondire il lavoro di Sarfatti, vi consiglio di mettere le mani sul catalogo della mostra Il Design della Luce, che si è tenuta nel 2012 in Triennale. In tempi in cui è possibile acquistare solo beni di prima necessità, è stata una fortuna scoprire di averlo in casa.

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Alla prossima.

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