X-men #208

Alleanze (Covenant, da X-men Annual #1 vol2 del marzo 2007). Subentra Max Brooks ai disegni della storia di Carey, e improvvisamente le signore iniziano a mostrare ciò che il tacer è lecito. La storia continua a filare abbastanza bene, anche se confesso che dell’entrata in scena di gente come Exodus, Tempo, Cargill e Random avrei […]

Alleanze (Covenant, da X-men Annual #1 vol2 del marzo 2007).
Subentra Max Brooks ai disegni della storia di Carey, e improvvisamente le signore iniziano a mostrare ciò che il tacer è lecito.
La storia continua a filare abbastanza bene, anche se confesso che dell’entrata in scena di gente come Exodus, Tempo, Cargill e Random avrei fatto volentieri a meno. La relazione tra Rogue e Mystica mi pare sviluppata in modo non ottimale ma comunque non disprezzabile, mentre d’altro canto ho apprezzato molto la fusione/scissione dei due canadesi Aurora e Northstar, con la scelta di inserire alcune vecchie tavole nei monitor e di mostrare alcuni flash-back delle loro vite. Carey crea un buon ponte tra l’M-day con la decimazione dei mutanti e il futuro Endangered Specie.

Nell’abisso (Vulcan’s Descent, The Rise and the fall of the Sh’iar Empire – Chapter 9, da Uncanny X-men #483 dell’aprile 2007). Niente da fare, Vulcan ha un’espressione. Ed è quella sbagliata. Brubaker prova a dare una spiegazione convincente del colpo di scena nell’ultimo numero (Vulcn a fianco dell’imperatore D’Ken, l’uomo che voleva uccidere), ma ci riesce solo in parte. Se infatti la relazione tra il nuovo bamboccio Summers e la letale Deathbird può avere un senso, la sua costruzione mi pare avere più di un anello debole a meno che, naturalmente, da parte di lei non sia un qualche tipo di macchinazione. In sintesi, una buona storia ma i molti punti deboli nel personaggio principale continuano a non convincermi.
Inutile che faccia qualche commento sulla traduzione del titolo, che dovrebbe essere speculare a L’ascesa di Vulcan

E poi arrivò… Lizard (The Bird, the Beast and the Lizard, da X-men First Class #2 del dicembre 2006). Ma perché? Perché? Perché? Se si sentiva il bisogno di riproporre alcune vecchie storie, perché non ristamparle? Se si sentiva il bisogno di produrre qualche serie leggera, perché non dedicarsi a qualche vera parodia, invece di imbarcarsi in questa involontaria parodia dei primi X-men, con retro-continuity, svaccamento dei personaggi e delle loro relazioni e quant’altro? E, non sapendo cosa inserire nella testata italiana, perché non tradurre qualche vecchia storia, invece di propinarci questi inutili, fastidiosi, falsi flash-back? E, infine, perché tradurre un titolo da film western con qualcosa che al massimo ricorda …e infine arriva Polly? Pietà.

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