Construction Industry Training Board: Standards for 14 to 19 education

  E’ proprio di questi giorni la pubblicazione di nuovi Standards for 14 to 19 education, che rivedendo un documento del 2012 producono un documento guida unificato per l’insegnamento tecnico superiore con lo scopo di: – garantire che i programmi di formazione superiore rispondano alle necessità degli studenti e dei loro futuri datori di lavoro; – fornire una […]

CITB learning standards 14 to 19 construction education

 

E’ proprio di questi giorni la pubblicazione di nuovi Standards for 14 to 19 education, che rivedendo un documento del 2012 producono un documento guida unificato per l’insegnamento tecnico superiore con lo scopo di:
– garantire che i programmi di formazione superiore rispondano alle necessità degli studenti e dei loro futuri datori di lavoro;
– fornire una formazione superiore che serva da base per la progressione da studente ad apprendista, a tecnico specializzato, fino ai livelli più alti di specializzazione e formazione;
– garantire che i vari programmi di formazione costituiscano un unicum coerente tre i vari istituti e i vari college, con elementi cui si possa fare riferimento nei curricula e nelle qualifiche tecniche;
– garantire che oggetto e modalità di insegnamento siano sempre aggiornati e rilevanti per il futuro professionale degli studenti.

Secondo questi standard, ogni percorso formativo dovrebbe presentare caratteristiche precise tra le quali mi sento di citare:
– essere autonomo e completo in se stesso, in modo da fornire un set adeguato di competenze ai giovani con la consapevolezza che potrebbero proseguire gli studi come potrebbero non farlo: in altre parole, non bisogna mai demandare un concetto a un percorso successivo se tale concetto risulta pregiudiziale alla futura performance lavorativa degli studenti;
– fornire diverse opportunità di approfondire, esplorare, analizzare e rivedere i concetti, specialmente attraverso esercitazioni speciali, progetti e applicazioni pratiche (almeno il 50% della formazione, secondo gli standard, dovrebbe essere portato avanti attraverso la presentazione di casistiche reali o realistiche);
– posizionarsi in modo chiaro all’interno degli altri tasselli che formano il percorso di studi, sempre avendo una professione come obiettivo finale di suddetto percorso;
– promuovere una formazione concreta basata su tecniche innovative;
– fornire e/o incoraggiare opportunità di lavoro e apprendistato.

Vengono individuate tre categorie di percorsi:
1) un percorso che potremmo definire sociologico, che comprende un’introduzione sulla natura del cosiddetto Built Environment (ambiente costruito), un focus sui fattori che ne influenzano la progettazione/realizzazione, una grande attenzione al suo impatto sulla società;
2) un percorso maggiormente tecnico, che mira a fornire le capacità di progettazione, costruzione e mantenimento dell’ambiente costruito;
3) un percorso analitico, che mira ad esplorare i principi e le pratiche sociali, economiche e culturali che concorrono a formare l’ambiente costruito.

Questi percorsi si articolano poi in quattro settori principali:
– Edilizia;
– Building services engineering;
– Gestione dell’edificio;
– Gestione dell’ambiente costruito.

Viene poi aggiunto un supplemento relativo esclusivamente al BIM (Annex B), in cui viene fatto un riassunto in pillole della situazione. Non che io condivida pienamente la definizione dei ruoli data a pagina 72 (e anzi, mi batto attivamente contro l’idea che che il BIM manager sia un “organisational role that includes strategic implementation with limited technical skill“) ma di certo non può far male elencarli, tenendo presente che possono subire varianti a seconda della situazione aziendale e del Paese. I “mestieri” legati al BIM secondo la  Construction Industry Training Board sarebbero:
BIM Specialist (il tecnico);
BIM Manager (uno per azienda);
BIM Consultant (il consulente esterno);
Parametric Designer (ammetto che non mi è ben chiara la differenza rispetto al BIM Specialist);
BIM Coordinator (sempre bello vedere che il tuo mestiere esiste ancora);
BIM Technician (una specie di BIM Specialist un po’ meno specialist);
Project Information Manager (un IT che si occupa ad esempio di sovrintendere al flusso dei dati e alla buona salute del Common Data Environment);
Digital Asset Manager (si occupa dell’aggiornamento del modello con informazioni relative alla manutenzione e alla vita dei componenti);
Task Team Information Manager (una sorta di corrispettivo del Document Controller per quanto riguarda la consegna dei dati di progetto);
Security Manager (mastro di chiavi e guardia di porta dei modelli e dei Common Data Environment);
Government Soft Landing Process Champion (il mio preferito), laddove per Soft Landing si intende la consegna graduale di un manufatto da parte di progettisti e costruttori al team di gestione e manutenzione.

Ora, per quanto mi sarebbe piaciuto avere una proposta di percorso per ciascuna di queste figure, l’Annex B è e rimane un’appendice al documento. Il BIM fa però la sua comparsa all’interno di tutti i percorsi relativi alla progettazione, come parte integrante della formazione del professionista.

Il documento è scaricabile qui.

 

4 Comments

  1. Pingback: Shelidon ›
  2. Articolo interessante, fa un po di chiarezza. Mi potresti spiegare la differenza fra BIM Specialist e techician, è una cosa a cui nessuno sa rispondermi(e anche qui è l’unico punto non chiaro)…. ed è anche il mio lavoro ma a volte mi definiscono technician e a volte specialist!(a seconda di con chi parlo perche il mio ruolo è sempre lo stesso in pratica) quale è piu qualificato in teoria?

    Grazie

    1. Non c’è alcuna differenza oggettiva: molti titoli che riguardano il BIM vengono intesi in modo diverso a seconda della nazione o addirittura dell’azienda. In linea generale e da un mero punto di vista etimologico, mi verrebbe da dire che lo specialista sia più qualificato del tecnico. Si potrebbe dire che lo specialista sia specialista di una branca specifica del BIM (es: lo sviluppo di facciate per un progetto, la costruzione di oggetti parametrici per una libreria aziendale) mentre il tecnico sia una sorta di drafter nell’era del BIM.

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