#BIMpill – Supplier Assessment (2)

La pillola della scorsa settimana presentava il contesto all’interno del quale nasce la formalizzazione del processo di assessment in fase di partenza di un progetto. Come promesso, la pillola di oggi vi propone invece lo scenario attualmente presente all’interno della ISO 19650. Intanto bisogna distinguere tra Capability e Capacity. Capability refers to being able to […]

La pillola della scorsa settimana presentava il contesto all’interno del quale nasce la formalizzazione del processo di assessment in fase di partenza di un progetto. Come promesso, la pillola di oggi vi propone invece lo scenario attualmente presente all’interno della ISO 19650.

Intanto bisogna distinguere tra Capability e Capacity.

Capability refers to being able to perform a given activity, for example by having the necessary experience, skill or technical resources.

Capacity refers to be able to complete an activity in the required time.

Oggetto dell’assessment quindi dev’essere non tanto la capacità del fornitore di sostenre uno sprint, ma la sua capacità di sostenre una maratona.

Questo è specialmente vero nell’ambito di un accordo quadro, per il quale la ISO 19650 fornisce indicazioni specifiche tra i principi generali del capitolo 8.
Purtroppo la ISO, come spesso accade quando si tratta di materie contrattuali, apre anche alla possibilità che questo assessment non venga portato avanti prima della scelta del fornitore (prequalification) ma venga fatto dopo. Nonostante ciò, vale la pena di sottolineare che utilizzare gli strumenti del CIPx (presentati nella scorsa pillola) ha ancora meno senso, dato che si tratta di strumenti nati quando l’assessment era un passo necessario per la pre-qualifica. Come al solito, mescolare framework e riferimenti normativi senza cognizione di causa non è mai una buona idea.

Detto ciò, la ISO 19650 elenca gli ambiti minimi all’interno dei quali è necessario portare avanti l’assessment:

  1. l’impegno ad attenersi a quanto specificato nei documenti (che chiaramente, non essendo più contrattuali, sono completamente opinabili…);
  2. l’abilità a lavorare in modo collaborativo;
  3. l’esperienza del team sul lavoro collaborativo basato su modelli (che la ISO, come ricordiamo, chiama container con la volontà di allargare il concetto e di superare il falso mito del modello unico);
  4. l’accesso alle specifiche tecnologie e l’esperienza nel loro utilizzo;
  5. la quantità di personale con adeguata esperienza assegnato al progetto.

La capacità del team a gestire le informazioni si basa su due parametri:

  1. la loro effettiva esperienza;
  2. la formazione cui hanno accesso.

Interessante rilevare come non si faccia riferimento, ad esempio, ad alcuna certificazione di dubbia natura: la qualità viene misurata sui fatti (l’esperienza) e sulla possibilità di ricevere assistenza immediata e di qualità durante lo svolgimento del progetto. La stessa cosa è valida per la loro capacità di produzione di informazioni.

 

Per quanto riguarda l’infrastruttura, invece, vengono forniti quattro parametri:

  1. la schedule proposta in quello che una volta si chiamava Project Implementation Plan;
  2. le specifiche e la quantità di hardware a disposizione del team;
  3. l’architettura, la capacità massima e l’utilizzo corrente per l’infrastruttura IT;
  4. il supporto a disposizione del team per la durata del progetto.

Parte di questo assessment è incluso dalla norma tecnica italiana nell’Offerta per la Gestione Informativa tramite la sua esplicita richiesta all’interno del Capitolato Informativo (UNI 11337-6).

Nelle prossime pillole, vi proporrò qualche strumento specifico di assessment e approfondirò la relazione tra queste procedure e la ISO 9001, accennata nella prima parte.

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