Aspettando John Carter (2)

L’ultimo post sull’argomento tralasciava di proposito un paio di cosucce riguardo al Tarzan marziano, così colgo l’occasione per integrare il discorso. Come qualcuno ha già fatto notare su altri canali, dai libri di Burroghs sono stati tratti numerosi fumetti, di cui generalmente si ricordano le due grandi operazioni condotte prima dalla DC e poi dalla […]

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L’ultimo post sull’argomento tralasciava di proposito un paio di cosucce riguardo al Tarzan marziano, così colgo l’occasione per integrare il discorso. Come qualcuno ha già fatto notare su altri canali, dai libri di Burroghs sono stati tratti numerosi fumetti, di cui generalmente si ricordano le due grandi operazioni condotte prima dalla DC e poi dalla Marvel. Ma non è tutto.

Il primo adattamento a fumetti era una striscia, sull’onda della grande popolarità che ebbero le strisce di Tarzan: la striscia dedicata all’universo di Barsoon era disegnata dal figlio dell’autore, John Coleman Burroughs, e comparve su “soli” quaranta numeri del Sunday, tra il 7 dicembre 1941 e il 28 marzo 1943. Le strisce originali si possono leggere integralmente sul sito dell’autore, sviluppato da Danton Burroughs, insieme a quelle su Tarzan ed a molte altre strisce.

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John Coleman Burroughs illustrò anche 23 numeri di storie più lunghe raccolte nel settimanale di fumetti The Funnies, sempre tra il 1940 e il 1942, edito dalla stessa Dell Comics che nel 1952 avrebbe avviato il primo vero adattamento a fumetti, in tre volumi (Four Color Comics #375, #437 e #488), poi ristampato dalla Gold Key Comics con il titolo di John Carter of Mars. I volumi erano disegnati da Jesse Marsh, che all’epoca disegnava anche fumetti di Tarzan per la Dell. La Dark Horse ha recentemente ripubblicato la produzione integrale di questo autore legata a Tarzan, in svariati volumi, e un volume di John Carter. Si tratta di un volume per stomaci forti, in quadricromia, che francamente… ma proprio francamente… ok, non lo dico.
Più abbordabile all’occhio, rimane The Martian di Robert Forrest, un adattamento britannico di A Princess of Mars del 1958 della The Sun Comics. È stato ristampato nel 1975 dalla British E.R.B. Society ed è virtualmente irreperibile, anche se ogni tanto ne salta fuori un volume presso le Amazzoni o in qualche anfratto della Baia.

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La DC comics prese in mano John Carter e lo utilizzò per alcune storie in appendice alla serie regolare di Tarzan (numeri #207, #208 e #209), per poi spostarlo sulla testata autonoma Weird Worlds insieme ad altri adattamenti dalle opere di Burroughs (numeri #1-#7) tra il 1970 e il 1972. Erano scritti da Marv Wolfman (sì, proprio l’ideatore di Blade per la Marvel, lo stesso di cosucce come The Tomb of Dracula e Night Force ma che molti di voi ricorderanno per Crisis on Infinite Earths) e illustrati da Murphy Anderson. Il sito muuta.net pubblica una bibliografia completa dei numeri in cui è apparso l’eroe di Marte (compresi i tre episodi su The Tarzan Family del 1976, scritti da Robert Kanigher, con copertine di Joe Kubert e disegni di Noly Zamora).

    1972

  • in appendice a Tarzan #207: John Carter of Mars, #1/7: “Arrival” (8 pagine) di Marv Wolfman, illustrato da Murphy Anderson;
  • in appendice a Tarzan #208: John Carter of Mars, #2/7: “Prisoner of the Tharks” (8 pagine), unico numero disegnato da Gray Morrow;
  • in appendice a Tarzan #209: John Carter of Mars”, #3/7 (8 pagine).
    1972 – 1973

  • su Weird Worlds #1, con copertina di Joe Kubert, John Carter, Warlord of Mars, #4/7: “Trial of Fear” (11-1/2 pagine)
  • su Weird Worlds #2, John Carter, Warlord of Mars, #5/7: “Escape” (11-1/2 pagine);
  • su Weird Worlds #3, con copertina di Joe Orlando, John Carter, Warlord of Mars, #6/7: “Into the Valley of Death” (12 pagine);
  • su Weird Worlds #4, John Carter, Warlord of Mars, #7/7: “Thuvia” (12 pagine), per la prima volta con disegni di Sal Amendola e Joe Orlando al posto di Murphy Anderson;
  • su Weird Worlds #5, con copertina di Michael Kaluta, John Carter of Mars: “Deathknell” (12 pagine) con disegni del solo Sal Amendola che rimarrà alla parte grafica anche nel numero successivo;
  • su Weird Worlds #6, John Carter, Warlord of Mars, #1: “Beneath the Omean Sea” (10 pagine);
  • su Weird Worlds #7, con copertina e disegni di Howard Chaykin, John Carter, Warlord of Mars, #2: “Reunion” (9 pagine).

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Ma l’operazione di maggior spessore fu condotta dalla Marvel, ed è quella che normalmente si ricorda quando si parla di John Carter a fumetti. Forse perché si trattò di una serie vera e propria, una serie autonoma chiamata John Carter, Warlord of Mars, che durò 28 volumi e fu successivamente raccolta in tre annuals. Forse perché a partire dal numero #4, che fino ad allora aveva visto alla storia lo stesso Marv Wolfman migrato dalla DC, la narrazione venne presa in mano da un tale Chris Claremont. Sempre su muuta.net potete trovare una bibliografia completa, con elenco di copertinisti e disegnatori vari. Sono troppi per riproporveli in questa sede, ma non posso non citare gente come Gil Kane, che modificò sensibilmente l’aspetto del personaggio rispetto alle precedenti versioni a fumetti, e Dave Cockrum (sì, proprio la mamma di Tempesta e Nightcrawler). Il suo tratto raffinato è quello che tutt’ora continuo a preferire, tra tutti.

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A margine, non posso non citare che John Carter appare anche nel secondo numero della celebre The League of Extraordinary Gentlemen di Alan Moore, in cui guida una campagna militare contro i marziani della Guerra dei Mondi. Si parlava di somiglianze con Killraven, in fondo, no?
Se poi vi interessa, il britannico Ian Edgington ha tratto una graphic novel da A Princess of Mars, dopo aver lavorato ad un adattamento e ad un seguito di War of the Worlds (Scarlet Traces).
Altro non vi saprei narrare.

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