poveri noi e gli dei dell’olimpo

Non che fosse lecito aspettarsi qualcosa da un film in cui un adolescente scopre di essere figlio di Nettuno (no, non orfano, figlio di Poseidone). Eppure Chris Columbus non è un coglione e persino i primi due Harry Potter sembrano dei capolavori se paragonati agli ultimi due, ed effettivamente non è lui a fare un […]


Non che fosse lecito aspettarsi qualcosa da un film in cui un adolescente scopre di essere figlio di Nettuno (no, non orfano, figlio di Poseidone). Eppure Chris Columbus non è un coglione e persino i primi due Harry Potter sembrano dei capolavori se paragonati agli ultimi due, ed effettivamente non è lui a fare un cattivo lavoro, in questo film. Sono tutti gli altri. A cominciare dall’addetto al casting. Intendiamoci, non ho nulla contro Sean Bean come Zeus, ma Pierce Brosnam il centauro Chirone? Non ho nulla contro Rosario Dawson nei panni di Persefone, ma il legionario di Una notte al museo nei panni di Ade? Non ho nulla contro Uma Thurman nei panni della Medusa, ma chi è questa faccia da merluzzo che hanno scelto per Poseidone?
Il soggetto è atroce, ma la sceneggiatura avrebbe anche potuto riservare qualche sorpresa, se solo lo sceneggiatore avesse avuto un minimo senso dell’umorismo, ma da uno che ha collaborato a The Clone Wars (sì, la serie) mi aspetto poco. L’idea di avere un campus in cui si allenano i semidei è balorda (si allenano per cosa, esattamente?), ma bastava un nonnulla per trasformarla in un piccolo gioiello d’umorismo che non fosse involontario. Bastava un nonnulla anche a scivolare nell’effetto smallville, ed è esattamente quello che fa, a cominciare dalla spalla comica per continuare verso la bellona (?) e filare dritti dritti verso il combattimento finale che, nel più perfetto stile smallville, non poteva essere contro un adulto. Ma Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo è anche un fantasy, per cui non dimentichiamoci del vecchio mentore, della fanciulla che vuole combattere e del mago cattivo. Un film inutile, con colonna sonora di Lady Gaga. E non chiedetemi perché l’ho visto.

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