"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Psylocke – Kill Matsu’o

Psylocke_killing_Matsu'o

Non c’è niente da fare: esistono personaggi Marvel più difficili da scrivere di altri. Alcuni perché apparentemente monoblocco, vedi Wolverine cui, per togliere di dosso il ruolo del vendicatore solitario tormentato dal passato, ormai ci vuole un autore con i controfiocchi. Alcuni perché talmente lirici e drammatici da essere stati ormai irrimediabilmente banalizzati, vedi Jean Grey dopo essere stata sotto i ferri di Morrison. Ma ci sono personaggi che, inspiegabilmente, solo Claremont sembra essere in grado di scrivere veramente bene. Uno di questi è Tempesta, che con altri autori rimane una figa di legno volante (scusate il turpiloquio, giuro, ho provato a trovare altre parole: selezionare per leggere, minorenni e puritani astenersi) a margine delle storie. L’altra è indubbiamente Psylocke. Ora, questo non significa che gli altri autori puntualmente falliscano trattando questi due personaggi, ma diciamo che le probabilità sono altissime, e mi stupisce poco che proprio queste due, insieme a Rogue, siano state le principali figure che Claremont decise di “salvare” da Morrison portandosele sul pretestuoso e autoreferenziale X-treme X-men.
Ma torniamo a Psylocke. Come dicevo, non è automatico che altri autori falliscano nel narrare le avventure della sensuale ninja mutante, ma penso siano necessari talento, capacità di ascolto e versatilità nelle caratterizzazioni. Non me n’ero mai resa conto prima, ma leggendo questo fumetto ho scoperto una grande e triste verità: le caratterizzazioni femminili di Kyle & Yost sono tutte uguali. Bastano le prime due pagine per rendersene conto: non c’è differenza alcuna di comportamento tra Mercury, Surge, Dazzler e Psylocke stessa. E il fatto che in questa storia Yost sia senza l’amichetto di sempre, probabilmente non fa che peggiorare le cose.
Intentiamoci, Yost ha fatto i compiti studiandosi il passato di Betsy, ma le parti più emozionanti di questo albo rimangono, appunto, i flash-back. La storia è pessima, inficiata da una caratterizzazione veramente improponibile sia per Psylocke che per Yukio e Wolverine, per tacere del mutante non mutante Jinn che, essendo mediorientale, non può che avere il superpotere di farsi saltare in aria. Il pathos che la storia dovrebbe creare rimane semplice disturbo nel vedere quello che ha fatto Logan, un disturbo ottenuto in modo facile e grossolano. Wolverine macellaio? No, il vero macellaio qui è Yost. Lasciate perdere.

Ne approfitto invece per consigliare ai fan di Psylocke questo delizioso blog, interamente dedicato alla fanciulla e aggiornato tempestivamente con le nuove uscite.

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4 Comments
  • utente anonimo
    Posted at 11:15h, 20 August Reply

    Concordo du tutto, dal giudizio sul volume alle riflessioni generali, e aggiungerei al novero dei personaggi che nessun autore sa caratterizzare Gambit, ho ancora gli incubi ripensando alla sua serie personale (che pure aveva qualche idea buona) e anche nelle varie testate mutanti negli ultimi anni è stato banalizzato in maniera impressionante.

    Dumah

  • Shelidon
    Posted at 18:57h, 20 August Reply

    Vero: il povero Gambit fa sempre la figura dell'inutile spaccone, nel migliore dei casi.

  • Pingback:Shelidon › 5 ronin
    Posted at 09:52h, 12 May Reply

    […] Netsuke di Pratt, con Elektra and Wolverine: The Redeemer di Rucka e Amano Yoshitaka, o con quell’ultima storia di Psylocke in Giappone, se non fosse stata firmata da Kyle & Yost. La storia in questo caso è scritta da Peter […]

  • nicce
    Posted at 12:48h, 12 May Reply

    concordo su come Tempesta e Psylocke siano per la maggior parte del tempo mal “scritte”. anche ora che su (adjectiveless) x-men fanno squadra insieme non mi sembra le cose vadano troppo meglio, almeno per i primi due archi narrativi. per quanto riguarda quella delle due che preferisco, invece, Rick Remender su Uncanny X-Force sta secondo me facendo un ottimo lavoro davvero, sicuramente sui livelli di Claremont.

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