Sì, sto ancora male quindi sono a casa, ma sto sufficientemente bene per accendere il pc e non starmene più a letto tutto il giorno. Contemporaneamente non sto ancora sufficientemente bene per mettermi a lavorare sulla recensione di Watchmen (il fumetto) che sta venendo affare serio: sono ancora lì, figuriamoci, a cercare di stabilire se possa o meno essere definito graphic novel, l’annosa questione. Comunque, in questo mix di energie da spendere (ma non troppe) per oggi vi beccate qualche altra recensione sparsa di fumetti a caso. E cominciamo con qualche Bonelli.
Julia #132 – L’assurda storia di Stanley Bubbles (Sergio Bonelli Editore, appunto).
Soggetto: Giancarlo Berardi
Sceneggiatura: Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza
Disegni: Ernesto Michelazzo
Copertina: Marco Soldi
«A volte la vita sa davvero come schiacciarti: tua moglie si ammala di una malattia incurabile, i tuoi adorati figli si rivelano degli sbandati, il capo ufficio, che un tempo tesseva le tue lodi, ora ti tratta a pesci in faccia… Tu sopporti tutto questo, in nome del quieto vivere, ma un giorno il vaso risulta colmo e la pazienza si esaurisce. Qualcosa scatta nella tua mente, sei arrabbiato, furioso!, e dici a te stesso che tutto questo non lo tollererai più! E allora inizi a reagire e la tua reazione è sproporzionata e tinta del sangue di chi ti fa anche solo un piccolo sgarbo! Che ci provino a fermarti, che vengano a prenderti! Conosceranno l’ira di Stanley Bubbles!»
Mah.
In questo numero Julia non viene aggredita / rapita / legata, il che è già di per sé un passo avanti.
E tuttavia, mah.
Forse per la banalità del soggetto (l’uomo comune schiacciato dalla società che ad un certo punto sbrocca e diventa un serial killer), forse per la presentazione fin troppo lineare del soggetto (magari questa volta poteva non guastare un po’ di mistero sul colpevole, anche se non è questo il format di Julia), forse per l’intrusione inutile degli ennesimi problemi personali/sentimentali di Julia, ma questo numero risulta non un disastro come alcuni suoi predecessori ma sicuramente banalotto e privo di mordente. I disegni sono onesti, che è più di quanto si potesse dire di quelli, indecifrabili, del numero scorso. La copertina ha il solito stile (e niente Julia in reggiseno, per una volta). Ma questa serie ha bisogno di qualcosa, e cosa possa essere io non lo so. Daltronde, nonostante abbiamo in casa la collezione completa e ne abbia letta una buona parte, non sono ancora riuscita a decifrare il target di riferimento. Forse, quando l’avrò compreso, tutto mi sarà più chiaro. Ma magari anche no.
2 Comments
sbrect
Posted at 16:46h, 23 Aprilè woody allen quello nella copertina?
Shelidon
Posted at 16:57h, 23 AprilVedo che non l’ho pensato solo io. Nel fumetto però è disegnato diversamente.