"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

BIM in Svizzera – I “livelli”

Come scrivevo lo scorso venerdì, la maggior parte delle linee guida BIM prodotte per la Svizzera dal Bauen digital Schweiz, l’associazione professionale che ospita il capitolo svizzero di buildingSMART, sono disponibili solo in tedesco e, talvolta, in francese. Sapedo di fare cosa gradita ai colleghi, vi propongo qualche riflessione, in italiano, a partire dal testo sugli Stadi evolutivi del BIM in Svizzera (Etapes d’évolution du BIM Suisse – Planifier, construire et exploiter numériquement).

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Si tratta di poco più di un opuscolo, due paginette, ma è necessario per allineare il vocabolario e non incappare in una serie di fraintendimenti che sono già sufficientemente frequenti in ambito europeo, ora che si dovrebbe parlare di stadi mentre la maggior parte degli “esperti” continua a parlare di livelli.

Il documento si compone di quattro sezioni:

  1. La messa in opera del BIM da parte dei partecipanti al processo;
  2. Obiettivi del piano, tappa per tappa;
  3. Tappe dell’applicazione del BIM;
  4. La sfida: la coerenza numerica della catena di valore.

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1. Messa in opera del BIM da parte dei partecipanti al processo

Come già fatto da Mark Bew per la roadmap di Digital Built Britain, il Digital Bauen Schweiz (Bâtir digital Suisse in francese) ha sviluppato una roadmap per fasi: si tratta di un modello concettuale che descrive il grado di coerenza informativa richiesta per ogni fase, coerenza necessaria per strutturare il processo di trasformazione. Ogni fase tenta di evideniare in modo trasparente le specificità del valore aggiunto in ogni fase e per ogni partecipante, tenendo presente che la condizione pregiudiziale è, appunto, la coerenza informativa tra gli elementi che costituiscono il progetto.

Ecco quindi i valori aggiunti sistematizzati nel modello svizzero:

  • per il cliente si tratta dell’ottimizzazione del progetto;
  • per il progettista, si tratta della razionalizzazione dei processi;
  • per il costruttore, l’ottimizzazione dei processi;
  • per i fornitori, la razionalizzazione delle forniture stesse;
  • per l’investitore, l’ottimizzazione del valore.

Secondo la strategia svizzera, i cambiamenti imminenti riguardano l’intera catena di valore: cliente, progettista, produttore, fornitore e operatore, ma anche gli istituti di formazione e fornitori di tecnologia che hanno il cruciale compito di crere le basi per la trasformazione. Tutte le parti in causa devono convergere sull’interesse comune a diventare più efficienti e competitivi, almeno a lungo termine, dato che le sfide della trasformazione digitale possono essere risolte solo affrontandole in modo coordinato e presuppongono la collaborazione attiva di tutti i partecipanti. Il piano si presenta quindi principalmente come uno strumento di comunicazione per tutti i partecipanti alla catena di valore.


 

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2. Obiettivi del piano, tappa per tappa

Il Bauen digital Schweiz struttura la transizione per quattro fasi:

  • Livello 0, Status Quo: ad oggi i progetti vengono coordinati tramite la sovrapposizione manuale di elaborati bidimensionali e set di informazioni;
  • Livello 1: la progettazione viene basata su modellli, ma la collaborazione avviene in modo tradizionale, ovvero tramite l’utilizzo di elaborati bidimensionali;
  • Livello 2: la collaborazione è basata su modelli, ma il coordinamento avviene ancora tramite processi manuali;
  • Livello 3: la collaborazione è automatizzata all’interno di un processo integrato che si basa sui modelli informativi;
  • Livello 4, il futuristico sistema completo e cross-comunicante.

 

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3. Tappe dell’applicazione del BIM

Per passare dal livello 0, in cui non avvengono nemmeno i basilari processi di modellazione, al livello 4 che prevede una comunicazione tra l’oggetto virtuale e l’oggetto realizzato, le attività considerate cruciali nel piano sono quattro:

  1. l’attività di modellazione informativa vera e propria;
  2. la collaborazione basata sui modelli;
  3. i processi di integrazione e di automazione (che, come sappiamo, passano necessariamente da processi di standardizzazione);
  4. la messa in opera dei collegamenti tra il fisico e il virtuale, ovvero quello che ci stiamo abituando a chiamare digital twin.

 

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4. La sfida: la coerenza numerica della catena di valore

Determinate quindi le attività cruciali per la transizione da una fase alla successiva, viene fatta una mappatura dello status dei vari attori in relazione alle varie attività e ne risulta un quadro in cui clienti e investitori risultano essere i meno evoluti, subito seguiti da costruttori, produttori e dagli istituti di formazione. Il lato tecnologico sembra essere quello maggiormente evoluto, anche nel panorama fornito dal quadro svizzero, ma la tecnologia non basta: sono le persone a dover essere portate ad un livello di maturità superiore, prima di poter proseguire con il sogno del digital twin.

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