"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Andate a votare

Questa domenica 8 e lunedì 9 giugno si voterà su tutto il territorio nazionale per 5 referendum, 4 dei quali legati alle leggi sul lavoro e uno che propone la riduzione a 5 anni del tempo necessario per poter richiedere la cittadinanza italiana a chi vive e lavora nel nostro paese.

Il presidente fascista del consiglio e il governo di estrema destra in generale, la cui posizione indicherebbe di default una preferenza per il NO, sta invitando a non andare a votare. In particolare il presidente del consiglio ha affermato che si recherà alle urne — per non sembrare quella che non è andata a votare per andare al mare — ma non ritirerà le schede, cosa che di fatto la qualifica come non votante.

Astenersi è un diritto? Questo è quanto ha affermato il nostro presidente del consiglio, ma questa affermazione è falsa. In Italia il voto è definito dalla Costituzione come un diritto e un dovere civico (art. 48 Cost.), ma l’obbligo giuridico di votare e le relative sanzioni sono stati aboliti nel 1993. Da allora, quindi, il voto è un diritto che può essere esercitato liberamente, senza obblighi o conseguenze legali per chi si astiene.

Quando ci si astiene? Di solito ci si astiene, anche se io preferisco non farlo mai, quando ci si ritiene non sufficientemente informati sull’argomento su cui si sta andando a votare e, detto quindi in altre parole, l’argomento interessava così poco che non ci si è nemmeno presi la briga di informarsi. La Corte costituzionale ha anche chiarito che la scelta di non partecipare alle elezioni o ai referendum non può essere interpretata come manifestazione di una volontà politica in senso stretto, ma ha piuttosto un significato sociale. Un grande sticazzi agli argomenti su cui si vota, insomma.

Ma cosa succede per chi non ritira le schede? Semplice: non viene conteggiato, quindi è esattamente come essere andati al mare ma senza l’abbronzatura. La possibilità di non ritirare le schede è stata introdotta perché, ad esempio, potrei voler votare solamente in merito alla cittadinanza ma ritenere di non essere sufficientemente informata riguardo alle leggi sul lavoro. Per i quesiti di cui non si ritira la scheda, l’elettore non viene conteggiato come votante e quindi non contribuisce al raggiungimento del quorum per quei quesiti specifici, ma viene lasciata la possibilità invece di esprimersi selettivamente.

È questo il caso? No. La posizione del governo è chiara ed estremamente polarizzata sul NO a tutte e cinque le schede, ma il premier ha affermato che non ritirerà nessuna delle schede perché la speranza è quella di non ottenere il quorum, che l’art. 75 della Costituzione fissa alla maggioranza (50% più uno) degli elettori. Alle scorse amministrative, ha votato il 63,9% degli aventi diritto al voto, segnando così la più bassa affluenza della storia repubblicana italiana. Questi partiti sono al governo anche grazie a quell’astensione, quindi è poco sorprendente che vogliano continuare a coltivare una cultura del non interesse alla cosa pubblica.

Per quanto io detesti avere dei fascisti al governo, potrei accettarlo con calma dignità e classe se davvero fosse la preferenza della maggioranza dei miei concittadini. Ma essere governati da individui tanto polarizzati, le cui decisioni sono destinate a essere tutt’altro che morbide nel normale condursi della vita civile, è inaccettabile sia frutto del disinteresse collettivo.

Andate a votare. Riguarda anche voi. Votate NO, se siete contrari. Ma andate a votare e diffidate sempre di chi vi invita ad astenervi.

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