X-men #225

Un numero speciale di 96 pagine che promette mirabolanti avventure ma che alla fine risulta abbastanza dimenticabile. La scelta di mettere in copertina Greg Land anziché Alex Ross, per quanto io ami Land, mi pare poi francamente poco felice, e ancor più infelice la scelta di tagliare la copertina in questo modo, lasciando di fronte […]

Un numero speciale di 96 pagine che promette mirabolanti avventure ma che alla fine risulta abbastanza dimenticabile. La scelta di mettere in copertina Greg Land anziché Alex Ross, per quanto io ami Land, mi pare poi francamente poco felice, e ancor più infelice la scelta di tagliare la copertina in questo modo, lasciando di fronte un Wolverine che è decisamente la parte meno riuscita. Era troppa fatica usare la versione a quattro ante, come è stato fatto in passato?
Giudicate voi.

In più, già che siamo in tema, il cosiddetto miniposter con la cover di Ross fa onestamente un po’ ridere: è stampato sulla stessa carta dell’albo e altro non è che una pagina doppia centrale staccabile perché ha pubblicità sul fronte e sul retro. Wow. Altissima tecnologia e qualità inarrivabile.

Almeno sono stati completi e hanno incluso anche la variant cover pinupposa di Dodson (qui a sinistra la versione a colori e qui lo sketch in bianco e nero). Non la mia copertina preferita, farà di meglio, ma l’idea di inserire Jean come dipinto sullo sfondo è assolutamente geniale.

Ma veniamo a noi.

X-men divisi #4 e #5 (X-men: divided #4 e #5, da Uncanny X-men #498 e #499 del luglio e dell’agosto 2008).
La dea è Martinique "Mastermind" Wyngarde. Sorpresa e sgomento. Ed è a San Francisco dall’M-day. In mezzo ci sono state guerre civili, sparizioni, nascite di Messia, invasioni aliene, Xavier è risorto e morto almeno una ventina di volte, ma nessuno si è accorto di un accidente. Complimenti.
Alzi la mano chi ha davvero pensato che fosse Wanda. Nessuno. Come immaginavo.
Uncanny di Brubaker è di una noia sconvolgente e non varrebbe nemmeno la pena della lettura, se non fosse per i sempre gradevoli disegni di Choi. Nella seconda parte, l’alternanza di autori rende ancora più odiosa la parentesi a San Francisco, ma di certo gli splendidi disegni della parte in Russia non sono sufficienti a risollevare uno story-arc inutile, di cui si può tranquillamente salvare soltanto che gli X-men sono a San Francisco.

La copertina di Tan per il #498, inclusa nell’albo, mi ricorda una copertina "storica", ma non riesco a ricordare quale. Posso chiedere l’aiuto da casa?
La copertina per il #499, è invece omessa dall’albo.
Zia Shelidon ve le fa vedere entrambe qua sotto, nell’ordine.

Legami (Belong, da X-men: divided we stand #1 del giugno 2008). Un’altra storia, come quella del wakandiano di qualche numero fa, che si trova un po’ fuori posto e che sarebbe stata più sensata sul deluxe. Poco male, dato che questa storia si classifica come la peggiore fin’ora.
La voce narrante è orribile, Chris Yost da decisamente il suo peggio con un tono da fanfiction, da riassunto delle puntate precedenti in una telenovela. I disegni sono pessimi, Lafuente dà il suo peggio (guardate l’ultima pagina e piangete con me).

Effetti speciali (SFX, da Uncanny X-men #500 del settembre 2008). Beh, in questo numero Brubaker ha uno scopo e si vede. E’ un’altra persona, la sua prosa è brillante e, benché il soggetto sia abbastanza folle, ci si trova completamente a suo agio. Ottimo il binomio con la frivolezza di Land e Dodson, buoni gli scambi di battute («posso fargli una piccola lobotomia?» – «rimarrebbe uguale»). Peccato che parte di questo folle soggetto sia ancora, per l’ennesima volta, un insensato martirio del mio personaggio preferito. Magneto è alleato dell’Alto Evoluzionario, ok, ma perché diavolo la messa in scena del costume e dell’attacco pubblico? Probabilmente per celebrare il #500 con un bello scontro. Molto profondo, complimenti.

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