X-men deluxe #155

Inarrestabile #4 (Unstoppable #4, da Astonishing X-men #22 dell’ottobre 2007). Whedon continua a provarci: a tratti ci riesce, a tratti no. A conti fatti, non ci riesce nel delineare in modo efficace e originale le dinamiche sociali degli alieni di Breakworld («quando sarà finita, ti strapperò l’altro braccio per dare agli altri un segno della […]

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Inarrestabile #4
(Unstoppable #4, da Astonishing X-men #22 dell’ottobre 2007). Whedon continua a provarci: a tratti ci riesce, a tratti no. A conti fatti, non ci riesce nel delineare in modo efficace e originale le dinamiche sociali degli alieni di Breakworld («quando sarà finita, ti strapperò l’altro braccio per dare agli altri un segno della tua lealtà», ed è serio: che senso dovrebbe avere, per una popolazione per cui il valore in battaglia è una delle cose più importanti? un occhio, un orecchio, ma non il braccio!) e non ci riesce a dare finalmente uno spessore a Danger con la storia del parent program che bloccherebbe i suoi desideri omicidi. Ci riesce invece nel portare avanti la trama, ed una buona fetta di merito se li prendono anche gli straordinari disegni di Cassaday: che dire della mano di Kitty che diventa il braccio congelato nella sequenza successiva, lo storytelling, dell’attenzione costante anche ai personaggi in secondo piano perché non facciano da tappezzeria? La sequenza della morte di Scott (che è la quarta da che Whedon ha iniziato a scrivere dovrebbe decidersi a smetterla) è davvero bella, semplicissima, con le vignette che si restringono man mano che l’ossigeno viene a mancare e i ricordi che scorrono nell’altro senso, dal più recente al più vecchio e dal più nitido al più luminoso. Sulla traduzione che butta tutto in vacca si sono già spesi magistralmente altri prima di me: l’intimo “ci sono vicina” di Emma che diventa “ti sono vicina” (cos’è, un telegramma?), ma anche “è andato” della vignetta prima è abbastanza fuori registro. Per tacere di “sei più di quanto avessi immaginato, e immaginavo tanto”. Improbabile.

La caduta di Mercury #3 (Mercury Falling #3, da New X-men #35 dell’aprile 2007). La serie di Kyle & Yost non è tra le mie preferite per costituzione, continuo a domandarmi se davvero si sentisse la mancanza dell’ennesima serie su giovani mutanti e relative paranoie adolescenziali, ma da qualche numero a questa parte devo concedere che alcuni episodi hanno mostrato segni di miglioramento. Questo non è uno di quelli. Dopo lo scorso numero, che mi era sembrato decisamente positivo, questo riscivola di nuovo a ripetere le stesse cose: le composte crisi di X-23, il contenimento dell’esercito nei confronti dello Xavier Institute, le paranoie di Elixir. Vediamo un po’ se il filone di Satiro e X-23 al salvataggio di Mercury basterà da solo a risollevare il prossimo episodio (magari lasciando da parte la questione pseudo-sentimentale, di cui faccio volentieri a meno).

Problemi multipli #1 e #2 (Multiple Issues #1 e #2 da X-Factor #14 e #15 del febbraio e del marzo 2007). So che mi ripeto ogni mese, ma X-Factor è anche questa volta il pezzo migliore non solo dell’albo ma dell’intera pubblicazione Marvel in Italia. David versa in un costante stato di grazia, manovrando perfettamente tutti i personaggi e con un’attenzione al dettaglio a dir poco splendida. Due numeri riflessivi ricchi di dialoghi e battute, introspezione a pennellate, metanarrazione come nel nostro adorato e perennemente inedito Cable & Deadpool (“signore?” “scusa, cara, facevo un monologo interiore”) e una vicenda che, proprio come Madrox, va in tutte le direzioni. Avere una serie con personaggi tutti diversi ed un capo che per definizione possiede contemporaneamente tutti i punti di vista non è solo difficile: è al limite dell’impossibile. Signori, questo è Peter David. Delizioso.

6 Comments

  1. 1) Scott non schiatta, sarebbe troppo semplice…

    2) Ma Cassandra Nova… che fine ha fatto?

    3) Peter David è grandioso :P straordinario come viene sconfitto l’Hydra XD

    X-Bye

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