Come promesso a Brian.
Anzitutto, qualche riferimento bibliografico. Il saggio in questione è del semiologo Renato Giovannoli e si intitola esattamente "L’Innominato Vampiro. Riflessi gotici nei Promessi Sposi". E’ pubblicato nel libro "Leggere i Promessi Sposi", piuttosto interessante, e per motivi che non vi sto a spiegare non posso pubblicarlo qui in versione integrale. Dovrò quindi raccontarvelo con parole mie. ;-)
Il saggio prende le mosse da una fondamentale premessa: l’influenza che i temi del romanzo gotico tradizionale avrebbero avuto su Manzoni (ipotesi) sarebbero stati quasi del tutto cancellata dall’autore stesso durante la sua revisione contenutistica del romanzo. Allusioni agli aspetti esoterici del contagio nei capitoli della peste infatti sono stati sostituiti dalla riflessione sulla superstizione ed il pregiudizio, i capitoli relativi al passato della Monaca di Monza sono stati eliminati per non indugiare su particolari scabrosi e mantenere aderente il romanzo a quella che era la finalità morale dell’autore. Anche il personaggio dell’Innominato è stato modificato, eliminando i tratti in un certo senso più suggestivi per un personaggio che – alla fine – sarebbe risultato meno leggendario e più aderente al vero storico-morale. Renato Giovannoli, autore dello studio, va "a caccia" di questi elementi gotici e lo fa mettendo a confronto I Promessi Sposi con Dracula di Bram Stoker, romanzo che tutti sanno essere successivo. In una sorta di relazione al rovescio, dove non si procede nella direzione fonte-epigono ma epigono-fonte, l’analisi porta a rivelare una serie di analogie. «Se ogni segno prevede un altro segno che ne sia l’interpretante (n.d.s.: si riferisce alla Semiotica di Peirce), allora ogni testo domanda un altro testo attraverso il quale essere letto. Nel caso di un romanzo, questo testo interpretante potrà essere un saggio critico, un commento, una teoria della narratività, o anche un altro romanzo.»
Dopo una doverosa chiosa riguardo alle relazioni tra Manzoni ed i romanzi gotici (per esperienza diretta come lettore, testimoniata dalle chiare ispirazioni nella prima stesura della vicenda della Monaca di Monza) e per interesse alle stesse suggestioni cui la corrente si rifaceva (come ad esempio le credenze riguardo alle già citate origini esoteriche della peste). «In entrambi i casi Manzoni è coerente con la sua poetica, enunciata nella lettera a Chauvet, che impone di depurare il romanzo dal romanzesco, liberarlo dal fantastico per condurlo alla verità (il rischio del genere romanzesco è il falso). In entrambi i casi restano dei residui gotic i da cui germinerà la nostra lettura anomala dei Promessi Sposi.» Nell’analizzare questi residui gotici nei Promessi Sposi, Giovannoli si concentra su due temi profondamente legati tra di loro: il tema del dominio ed il tema del contagio.
Per quanto riguarda il tema del dominio, il parallelismo tra l’Innominato ed il vampiro che costituisce il suggestivo titolo è chiaro: sia l’Innominato che Dracula sono dei «signori crudeli», solo in parte storici mentre in buona parte la loro figura viene amplificata in termini di leggenda. La critica sociale in Dracula è evidente: il vampiro è un Conte (proprio come il personaggio dell’Innominato nella stesura del Fermo e Lucia). E’ bene ricordare questo germe di critica sociale, ben presente e virulento in Stoker ed edulcorato in Manzoni. Importante è anche la questione della morale cattolica, su cui Giovannoli torna in seguito e che a questo punto della trattazione si limita a toccare facendo notare che «Dracula sembra essere il risultato di un processo che per certi aspetti è l’inverso del processo di depurazione dal romanzesco che Manzoni ha fatto subire alla materia del suo romanzo. La morale cattolica (Stoker è Irlandese) e la critica del potere, contenuti in fondo affini a quelli dei Promessi Sposi, vengono messi in forma attraverso temi e tipi della letteratura gotica; con un processo, si direbbe, di letteralizzazione della metafora (o del simbolo): il vampiro, figura del dominio politico ed economico, letteralmente “succhia sangue al popolo” di cui è signore; simbolo del male nel suo aspetto contagioso, letteralmente si allea le sue vittime con un morso infetto sul collo.»
Il tema del contagio è altrettanto interessante, oltre a sciogliere alcuni dei nodi raccolti durante l’analisi del tema del dominio. Il primo parallelismo sotterraneo tra la visione di Stoker e quella di Manzoni è che il male è contagioso «sia perché il malvagio seduce, e spinge al male: sia perché il male subito porta spesso a commettere altro male. (La Monaca di Monza è un’esemplificazione di entrambe questeforme di contagio.) In figura, chi subisce i morsi di un vampiro diviene a sua volta vampiro.» Questo aspetto del contagio è stato via via edulcorato da Manzoni fino a raggiungere nella figura di Lucia l’esemplificazione di come la virtù e la fede possano far fronte al contagio del male e, nel caso dell’Innominato, guarire un contagiato ormai portatore del male. Anche questo aspetto è frutto di edulcorazione, come testimoniano vari passaggi del Fermo e Lucia. Il contagio fisico, in Manzoni come in Stoker, non è altro lo specchio simbolico di un contagio spirituale, il contagio del male. Ma, dalla trattazione del tema del dominio, al male era legata la tematica del potere, legame che in Manzoni si perde completamente nel passaggio tra il Fermo e Lucia e I Promessi Sposi. E’ esattamente a questo punto dell’edulcorazione che I Promessi Sposi cessano di piacermi.
Prima di giocare la carta che ritengo la più interessante in tutto questo discorso, Giovannoli fa altri stimolanti discorsetti riguardo alla simmetria dei Promessi Sposi rispetto al modello del romanzo gotico, e dimostra questa struttura prendendo sempre il Dracula. «Dal punto di vista formale, Dracula e I Promessi sposi hanno in comune una struttura ciclica, di andata e ritorno rispetto a un punto culminante di tensione, la Spannung. Se si divide (circa) per due il numero dei loro capitoli, si ottiene il numero del capitolo che registra questa crisi: in Stoker (cap. 14 su ventisette più una nota finale) quando si scopre che Lucy, contagiata da Dracula, è diventata un vampiro; in Manzoni (cap. XX su trentotto), quando Lucia viene rapita dall’Innominato. (Questo trucco di dividere in due il numero dei capitoli per ottenere la localizzazione della Spannung funziona con una grande quantità di testi romanzeschi dell’Otto e del Novecento.)»
In breve, la struttura dei due libri è la seguente:
PROMESSI SPOSI: Esordio: Don Rodrigo vuole Lucia –> Intervento dell’aiutante (fra Cristoforo) –> Successo illusorio: Lucia è "in salvo" a Monza –> Tradimento di Gertrude –> Spannung: rapimento di Lucia –> Pentimento dell’Innominato e di Gertude –> Impedimento: voto di Lucia –> Morte eroica dell’aiutante (fra Cristoforo) –> Scioglimento: morte di don Rodrigo e matrimonio degli eroi –> Lieto fine: nascita e battesimo dell’Erede.
DRACULA: Esordio: Dracula vuole Lucy –> Intervento dell’aiutante (van Helsing) –> Successo illusorio: Lucy "in via di guarigione" –> Tradimento di Renfield –> Spannung: vampirizzazione di Lucy –> Pentimento di Renfield (e fuga di Dracula) –> Impedimento: contagio di Mina –> Morte eroica dell’aiutante (Morris) –> Scioglimento: morte di Dracula e salvataggio delle nozze degli eroi –> Lieto fine: nascita e battesimo dell’Erede.
Non male, eh?
Ovviamente lo Spannung è una discesa agli inferi ed ovviamente in entrambi i casi avviene non per la vittoria dell’antagonista ma per il tradimento di qualcuno all’interno. «In altri termini (fuor di metafora), perché il Male prenda possesso di una persona è necessario che questa sia consenziente. Alla luce di questa regola vampirica, la celebre frase di Manzoni “La sventurata rispose” assume tutto il suo significato.»
Infine, un ultimo simpatico parallelismo. «I due romanzi terminano entrambi alcuni anni dopo il loro scioglimento.» L’erede di Mina e Jonathan viene concepito quasi in concomitanza con la morte dell’aiutante, ma la morte dell’aiutante è anche l’ultimo contatto tra Mina e Dracula. Nella sua edizione annotata del Dracula, Leonard Wolf sostiene che in realtà il bambino sia il frutto della contaminazione che il Male ha operato su Mina, e le ultime frasi del romanzo risultano quindi ferocemente ironiche: «Mina coltiva in segreto la convinzione che qualcosa dello spirito del nostro coraggioso amico si sia trasmesso al bambino. I nomi che porta sono quelli di tutti i componenti il nostro piccolo drappello; ma noi lo chiamiamo Quincey (n.d.s.: il nome di Morris).» No, tranquilli, Giovannoli non sta dicendo che la figlia di Renzo e Lucia sia in realtà figlia dell’Innominato! *___^ Sta solo dicendo che anche il concepimento dell’erede è in entrambi i casi in stretto legame con l’impedimento (alla figlia di Renzo e Lucia viene messo nome Maria come voto sostitutivo a quello di castità), come a dire che per quanto si possa fare e dire, il contagio del male non può mai definitivamente essere cancellato. Non per niente il lieto fine dei Promessi Sposi lascia decisamente un gusto amaro.
9 Comments
bellarmino
Posted at 01:17h, 27 MaySodoma e Gomorra sono tra noi. Ma la spada del Dio degli eserciti Deus Sabbaoth si stenderà sul capo d’ogni empio!!! ANATEMA!!!
Shelidon
Posted at 09:04h, 27 MayE’ proprio vero, è da quando ho letto i primi romanzi di Umberto Eco che la penso così: bisogna estirpare questa mala genia! Siete con me?
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Auguri per ieri
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Complimenti per il blog ( :-D )
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Grazie della visita
brianzolitudine
Posted at 08:16h, 29 MayInteressantissimo. L’ho letto di corsa ma lo devo riprendere perchè apre aspetti di lettura manzoniana davvero succulenti.
La vampirizzazione di Lucy (Lucia Ren-feld –> Ren-zo!) coincide, in termini di “Spannung”, col rapimento di Mondella. Me lo vedo Manzoni aggirarsi sulle gotiche e vampiresche guglie orientali del Resegone (luogo lecchese ipotetico rifugio dell’Innominato) meditare nelle sere nebbiose a Dracula e a come italianizzarlo nel suo Fermo.
Bellissimo. E sono d’accordo col tuo giudizio edulcolorativo e “litotesco” del passaggio Fermo e Lucia –> Promessi Sposi, chissà cosa è passato per la mente del Lisander in quegli anni.
Però anche così, i Promessi Sposi hanno un gusto particolare, che non ti sbagli. O no, Shelidon? :)
brianzolitudine
Posted at 15:58h, 13 JuneGrazie della visita! La facciamo saltare in aria noi due, la cappella espiatoria?
A proposito, ho parlato ad alcuni miei amici del parallelismo Manzoni/Stoker, e ho fatto leggere loro il tuo post. Erano incantati e senza fiato. Essendo lettori e ammiratori di Stoker, hai aperto loro una lettura del libro del tutto nuova.
Sei contenta? :-p
Shelidon
Posted at 17:22h, 13 JuneConta su di me, preparo subito le bombe! ;-p
Altroché se sono contenta: anche a me l’articolo aveva aperto, a suo tempo, nuovissimi orizzonti di interpretazione. Lietissima di aver fornito stimoli di riflessione. :-)
utente anonimo
Posted at 19:58h, 13 Juneah dimenticavo, dopo abbiamo brindato alla tua salute: dell’ottimo Sang Rouge A+ succhiato da vergine femmina nata nel 1988. Divino! :-PPP
Shelidon
Posted at 20:54h, 13 June1988? Nulla da dire sull’annata, ma io preferisco qualcosa di più corposo. ;-p
utente anonimo
Posted at 13:10h, 20 SeptemberSull’argomento vedi Numeri e figure geometriche nei promessi sposi di nandoromano1@gmail.com, editore Al Cangio Foggia
Shelidon
Posted at 11:41h, 26 SeptemberIl saggio di Giovannoli è stato infine ripubblicato, qualche mese fa, come libro a sé. Il vampiro innominato. Il «Caso Manzoni-Dracula» e altri casi di vampirismo letterario, Medusa Edizioni.