Ultimate Fantastic Four #18

Ultimate Marvel è il gruppo di serie pubblicate dalla Marvel Comics, che si basano su una versione riscritta e aggiornata dei più famosi supereoi, fra cui Spider-Man, gli X-Men, i Vendicatori e i Fantastici Quattro. I personaggi hanno nuove origini, compiono nuove scelte, insomma sono slegati dai corrispettivi della continuity classica, che erano ormai troppo […]

Ultimate Marvel è il gruppo di serie pubblicate dalla Marvel Comics, che si basano su una versione riscritta e aggiornata dei più famosi supereoi, fra cui Spider-Man, gli X-Men, i Vendicatori e i Fantastici Quattro. I personaggi hanno nuove origini, compiono nuove scelte, insomma sono slegati dai corrispettivi della continuity classica, che erano ormai troppo complicati per i nuovi lettori.
Il primo fumetto della serie Ultimate Spider-Man è stato tradotto in Italia dalla Marvel Italia nel maggio del 2001, mirato ad un pubblico più giovane, a cui seguirono gli Ultimate X-Men, gli Ultimates (dedicato ad un pubblico più maturo) e Ultimate Fantastic Four. L’universo Ultimate è stato creato per attrarre nuovi lettori oltre ai fan Marvel, ma alla lunga i fan di vecchia data hanno abbracciato la nuova linea.
Le modifiche alle storie e ai personaggi dell’Ultimate Marvel sono state studiate per riflettere le differenze con l’era dei loro predecessori (creati tra gli anni sessanta e settanta). Per esempio Ultimate Spider-Man guadagna i propri superpoteri da un ragno geneticamente modificato come nel film, non da un ragno radioattivo e il suo alter ego Peter Parker, che nell’originale lavorava come fotografo presso il Daily Bugle, ora ha un lavoro part-time come webmaster. Un’altra differenza tra l’universo Ultimate Marvel e l’universo classico consiste nella maggior giovinezza dei protagonisti. In alcuni casi questo accade perché si è riportato il personaggio alle proprie origini (come Spider-Man per esempio); in altri casi l’intervento è più marcato: gli Ultimate Fantastic Four sono stati ringiovaniti fino a diventare poco più che adolescenti, giovani geni e pressoché coetanei (nella versione classica, si poteva desumere che Reed Richards e Ben Grimm fossero sulla trentina, Susan Storm sui 25 anni mentre Johnny Storm era sempre molto giovane).
I personaggi di questa serie esistono al di fuori dell’universo classico (e quindi della Terra 616), quindi non possono interagire con le loro “versioni originali”, anche se la Marvel non ha mai smentito questa possibilità. All’universo Ultimate è stato dato il nome Terra 1610.
 

(da Wikipedia)

Ho comprato questo numero ed i due precedenti per ammirare le belle tavole di Greg Land, di cui ho parlato da poco, e ho trovato una storia con alti e bassi, accompagnati da disegni non sempre all’altezza. Ma procediamo con ordine.
Innanzitutto, per i meno informati, rimando a sotto l’immagine per capire che cosa sia l’universo ultimate.

Dato per assodato questo, di base non mi piace molto la scelta di ringiovanire i Fantastici Quattro: Reed Richards, non esageratamente simpatico di riflesso per via del suo alter-ego nella continuity standard, risulta qui un bamboccio gonfiato che pomicia con Sue, un bizzarro ibrido tra un nerd esperto nelle scienze e un bulletto bravo solo in educazione fisica. Johnny Storm porta all’estremo tutta l’immaturità della sua controparte originale e Sue Storm, ben lontana dal personaggio maturo ed emotivamente tormentato che abbiamo visto su Civil War, è un’adolescente sciocca. Questo purtroppo è una costante dell’universo ultimate: i protagonisti, tutti ringiovaniti, per raggiungere un target più giovane vengono abbassati come caratterizzazione psicologica e profondità emotiva. Il che dovrebbe dare un’indicazione ben precisa di come la Marvel considera il suo pubblico junior e di che tipo di pubblico junior intende fidelizzare (ma come parlo?). L’unico a mantenere un certo livello di maturità e profondità è Ben Grimm, che però non si discosta affatto dalla sua controparte originale (e allora perché creare un universo alternativo?). Anche il dottor Doom è caratterizzato piuttosto bene, con esiti devastanti sulla caratterizzazione di Reed Richards, ma di questo parlerò in seguito.

L’arco narrativo che ho acquistato è una contaminazione con il genere horror e verte sull’incursione nell’universo ultimate di una versione zombie dei Fantastici Quattro, mentre l’ultimate Johnny Storm giace infermo per via di una possessione demoniaca. Più simpatici, maturi, intelligenti, i fantastici non morti si fanno amare anche solo per lo scherzetto con cui riescono ad uscire dalla cella. Nel frattempo, gli ultimate Sue, Reed e Ben si recano dal dottor Destino a chiedere una consulenza per la malattia di Johnny e qui, in pieno stile Magneto was right (che è un po’ lo stile Luke, io sono tuo padre): il “cattivo” ha ragione! Non solo ha ragione da vendere, ma sembra anche molto meglio di Reed, più preparato e onorevole. Non sono del tutto sicura che la cosa sia voluta, anzi, non ne sono sicura affatto: lungi dal creare un dualismo carismatico come tra Xavier ed Erik in tempi migliori, la superiorità di Victor crea un effetto grottesco. Tra citazioni Lovecraftiane e scene alla Resident Evil, giunti alla fine si fa il tifo per Victor e ci si arrabbia per l’ennesimo spregio di Reed nei suoi confronti (il titolo sul giornale, “I fantastici quattro salvano il mondo”, quando è Destino a immolarsi ed a farsi spedire nell’universo alternativo degli zombie).
Una lettura strana.

I disegni di Greg Land soffrono della stessa oscillazione di qualità della trama: tavole molto belle unite a scene anonime, decisamente non da lui. Dovrò procurarmi il precedente arco narrativo cui ha collaborato, sempre sulla stessa testata, anche per vedere se trovo conferma alle mie impressioni sulla (pessima) caratterizzazione dei personaggi. Roba da far rimpiangere New X-men.

 

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