Tamara de Lempicka a Milano: impressioni
…e giunse infine, come promesso, anche una breve recensione. Una mostra che sicuramente vale una visita, se non altro per comprendere a pieno il "personaggio" Tamara. Come ho già scritto da qualche parte, infatti, la mostra sembra concentrarsi maggiormente su questo aspetto che sulla sua arte, tralasciando (non so se per scelta o per necessità) […]
…e giunse infine, come promesso, anche una breve recensione.
Una mostra che sicuramente vale una visita, se non altro per comprendere a pieno il "personaggio" Tamara. Come ho già scritto da qualche parte, infatti, la mostra sembra concentrarsi maggiormente su questo aspetto che sulla sua arte, tralasciando (non so se per scelta o per necessità) alcuni dei quadri più artisticamente densi del suo percorso artistico e privilegiando dipinti di rilevanza mondana o biografica. Il percorso artistico e umano di Tamara è presentato in maniera efficace nel susseguirsi delle sale che seguono un ordine cronologico, dalle prime fasi alla tardiva disillusione.
Tra le sale più interessanti, sicuramente quelle dedicate ai filmati, tra cui un cinegiornale che ritrae Tamara nel suo atelier e ne magnifica l’arredamento modernista, oltre ad immortalarne (in un’indimenticabile sequenza) l’entusiasmo durante le prime fasi della realizzazione di un dipinto. Accanto, un bello spazio è allestito con una scena del filmato e tre degli arredi che vi compaiono, sapientemente valorizzati da un gioco di luci.
Molti lati emergono del personaggio: la cubista delle prime opere e dei paesaggi cittadini, la bohemienne che dipinge sotto l’effetto di cocaina e di Wagner a tutto volume, la futurista che con Marinetti tentò di andare a bruciare il Louvre e che magnifica la macchina (attraverso la meccanizzazione della figura umana), la madre che ebbe sempre la figlia come modella preferita, l’artista dalle molte necessità, amante e oggetto del desiderio delle donne e degli uomini del suo tempo, la decò simpatizzante per il fascismo che nelle sue opere più note affiancò forme squadrate a raffinati drappeggi e chiome deliziosamente arricciate e che tentò di farsi costruire una villa in Italia da Terragni, la moglie disperata per l’abbandono del primo marito, la moglie del barone Kuffner – ebreo – preoccupata per l’ascesa del nazismo, l’affascinante donna mondana che modellò la propria figura sulle dive del cinema, l’anziana stravagante che fece disperdere le proprie ceneri in un vulcano.
Della mostra rimangono, oltre che i dipinti del periodo d’oro, il ritratto di una donna incredibilmente affascinante.
Per un elenco delle opere in mostra, vedere qui.
peccato non essere a milano in questo periodo…da come la commenti mi sembra decisamente una mostra che merita.
anche a me piacciono le installazioni audiovisive all’interno delle mostre…rendono un po’ più vivo un ambiente (il museo) di per sè un po’ morto.
Merita davvero.
Anche a me piacciono gli elementi multimediali: penso che sia ormai necessario orientarsi sempre di più verso installazioni di questo tipo, per riuscire a raccontare qualcosa al pubblico.