Devil e i Cavalieri Marvel #6

Numero ghiotto, ghiottissimo, con una doppia dose di Daredevil, un Punitore che finalmente (forse) ingrana e un Ghost Rider non dico godibile, ma per lo meno innocuo. Apre le danze, come sempre, il rosso diavoletto re della testata, con la conclusione della vicenda che nel numero scorso l’ha visto scontrarsi contro Bruiser e, a seguire, […]

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Numero ghiotto, ghiottissimo, con una doppia dose di Daredevil, un Punitore che finalmente (forse) ingrana e un Ghost Rider non dico godibile, ma per lo meno innocuo. Apre le danze, come sempre, il rosso diavoletto re della testata, con la conclusione della vicenda che nel numero scorso l’ha visto scontrarsi contro Bruiser e, a seguire, un piccolo intermezzo natalizio autoconclusivo che, francamente, trovo un po’ deprimente leggere all’ombra dei quaranta gradi di questo luglio milanese (ma del resto anche l’originale pare sia uscito negli Stati Uniti in Febbraio). Non ci sono più le stagioni di una volta, e quindi Mark Waid porta Daredevil in gita con i bambini della scuola per non vedenti di Cresskill, accompagnato dal solito Paolo Rivera alla parte grafica, e con mestiere costruisce una storia di quel particolare pathos che conosce solo chi si è davvero smarrito in montagna almeno una volta nella vita. La storia è candidata al premio Eisner 2012 come miglior episodio singolo. Unico concorrente di un certo livello è Mike Carey, con una storia vergata per la DC (The Unwritten #24: Stairway to Heaven): gli altri nominati sono Kevin Huizenga con Ganges #4 (Fantagraphics), Joe Hill e Gabriel Rodriguez con Locke & Key: Guide to the Known Keys (IDW) e Jeremy Whitley con Priceless #3 (Action Lab).
Non pago, l’esoso Mark Waid è candidato anche nella categoria miglior autore, non solo per Daredevil ma anche per Irredeemable e Incorruptible, al fianco di nomi come Cullen Bunn (The Sixth Gun), Jeff Jensen (Green River Killer: A True Detective Story), Jeff Lemire (Animal Man, Flashpoint: Frankenstein and the Creatures of the Unknown, Frankenstein: Agent of S.H.A.D.E., Sweet Tooth) e lo stesso Mike Carey, sempre per The Unwritten. Nomination anche come miglior serie, tout-court, a fianco di Bendis e del suo uomo in calzamaglia.
Doppia nomination sul fronte grafico, con Marcos Martin e la coppia dei Rivera proposti come migliori disegnatori insieme a gente come Michael Allred (iZombie, per la DC, e Madman All-New Giant-Size Super-Ginchy Special per la Image), Ramón K. Pérez per la Jim Henson’s Tale of Sand e Chris Samnee per due lavori Marvel: Captain America and Bucky e Ultimate Spider-Man #155. Marcos Martin è nominato, giustamente, anche come miglior copertinista a fianco di Francesco Francavilla (Pantera Nera).
A margine non posso non menzionare la nomination di Craig Thompson come miglior autore e artista per il suo superbo Habibi, di cui già si è molto parlato (e se non l’avete ancora letto pentitevi, e provvedete).

A cotanta pompa magna fa seguito un Greg Rucka che ha impiegato fiumi di pagine per costruire una vicenda che probabilmente avrebbe potuto costruire con molto meno ma che finalmente sembra intenzionato ad andare a parare da qualche parte: Rachel indossa i panni del Punitore e si spera che la cosa non finisca semplicemente con il Punitore che si infila nelle mutande di Rachel, per quanto possano essere mutande di kevlar. Checchetto pare stanco morto e non se la cava benissimo nella neve quanto le sue tavole vengono colorate, ma è sempre un bel vedere.

In chiusura, un numero inutile e autocelebrativo in cui Rob Williams ci ribadisce il concetto della nuova rider con le tette, ci racconta ancora una volta la storia della sua vita, ci mostra ancora una volta il trucco delle cavallette. Ma per lo meno, nella sua inutilità, scorre veloce a fine albo ed è molto meglio di quanto si potesse dire dei numeri precedenti.

Ma saranno tempi duri, per me, nel prossimo numero, considerato l’annunciato crossover con l’uomo in calzamaglia.

6 Comments

  1. May I have your attention, please? Vi ricordo che i disegni di questo numero di Punisher NON SONO DI CHECCHETTO!

  2. Hai ragione! Grazie della correzione, me l’avevano già detto ma avevo scordato di puntualizzare, chiedo scusa. Non ho il numero sottomano: di chi sono?

  3. Tornata a casa, ho recuperato l’informazione: mi aveva tratta in inganno la copertina del numero 4, bizzarramente inserita a riempitivo nell’albo, ma i disegni di questo episodio sono dei Matthew Southworth & Clark, colorati da un altro Matthew (Hollingsworth). Southworth è meglio noto per aver disegnato il noir Stumptown, sempre con Greg Rucka.

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