"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

06.04.2020 – Dynamo

Due sono le cose importanti quando si sta cercando di imparare a padroneggiare Dynamo, l’applicativo di visual scripting per Autodesk Revit programmato da Ian Keough nel lontano 2011: quali sono i package a disposizione, i nomi dei singoli nodi e come collegarli tra loro per ottenere qualcosa non sono tra queste.

Lunedì 6 aprile è in partenza un corso di Dynamo e per l’occasione abbiamo scelto uno specifico ambito di applicazione, ovvero un progetto di interni, ma l’obiettivo del corso è fornire delle basi solide di computational design per riuscire a districarsi in questo mondo non facile.

Docente del corso sarà Paolo Quadrini, istruttore di Dynamo da tempi immemori e uno dei guru italiani sull’argomento: collabora con il reparto consulting di Autodesk dal 2015 e trovate on-line alcune delle sue prodezze, tra cui il lavoro di interoperabilità tra BIM e GIS svolto presso Italferr, una delle punte di diamante sull’argomento, a livello mondiale. A questo indirizzo trovate il caso studio documentato in italiano.

Insieme, nell’arco di 9 lezioni spalmate lungo tutto il mese di aprile, tenteremo di trasferire quelle due cose importanti.

È possibile iscriversi a questo indirizzo: le iscrizioni rimarranno aperte fino a domenica sera.

Ma quali sono queste due cose importanti?

1. Le fondamenta profonde

Uno dei punti di riferimento per chi vuole orientarsi nel mondo di Dynamo è il Dynamo Primer, una risorsa on-line completamente gratuita che con l’uscita della versione 2.0 è stata completamente ricompilata da un altro dei guru di Dynamo a livello internazionale, il buon John Pierson. Si tratta dell’autore del package Rhythm, una dei professionisti più gentili che io abbia mai conosciuto, e lo trovate on-line con il nickname 60secondsRevit.

Il primer è una guida completa, che vi accompagna per mano sin dall’inizio, dai fondamenti della programmazione visuale alla procedura di installazione.

Ciò che il primer non fornisce, e per le quali è necessaria una guida che abbia lo stato mentale di un programmatore, sono alcuni fondamenti di programmazione per i quali non è necessario essere dei programmatori, per i quali potrebbe essere sufficiente avere a disposizione un pochino di logica e dei mattoncini da costruzione.
Dynamo, fino a quando non ci si addentra nella programmazione di nodi personalizzati, consiste nella costruzione di un algoritmo. È necessario innanzitutto conoscere le tipologie di mattoncini che abbiamo a disposizione e comprendere come si combinano tra loro. Una volta comprese le relazioni che i mattoncini possono instaurare tra di loro, le infinita possibilità di Dynamo si apriranno davanti a noi. Senza questa comprensione, saremo solo in grado di ripetere in modo meccanico gli esempi che ci troviamo di fronte.

Il dizionario dei mattoncini, un concetto del LEGO Serious Play, esprime perfettamente uno dei concetti fondamentali per essere davvero padroni di Dynamo: tutti i pezzi si combinano tra loro (è solamente necessario un po’ di mestiere per capire come).

Tra i mattoncini di cui è più difficile padroneggiare il funzionamento, ne cito solo alcuni:

  • le curve (linee, polilinee, archi, cerchi, elllissi, NURBS, policurve… non sono concetti intercambiabili);
  • i vettori (quel giorno, a lezione di fisica, io dormivo);
  • le liste, senza le quali nulla in Dynamo ha senso.

1.2. Le Curve

i vari tipi di curva illustrati sul Dynamo Primer
NURBS, curva o policurva? Cos’è il grado di una curva? Lo scopriremo solo vivendo.

1.3. I Vettori

I vettori sembrano un concetto complesso, soprattutto se a fisica dormivate come me. Una volta che sarete riusciti a padroneggiarli, non ci saranno limiti a ciò che riuscirete a controllare.

1.3. Liste

Tre liste ai re degli elfi, sotto al cielo che risplende…

Difficilmente si utilizza Dynamo per una singola istruzione su un singolo elemento: lo strumento dà il proprio meglio quando si riesce a creare lo Script Sovrano, l’Unico Script, Uno Script per Controllarli Tutti. E per farlo è necessario padroneggiare le liste.

2. Non come, ma quando

Di questi e molti altri principi si occuperà Paolo. Non fate come me, che ho imparato Dynamo da sola, di corsa, per necessità, con il piede sinistro. È tutto molto più facile se vi fate guidare da qualcuno che sia in grado di fornirvi delle basi rigorose.

Lasciatevi guidare da me, però, se volete provare a capire non solo come si usa Dynamo, ma anche quando.
E soprattutto, quando non si usa.

Dynamo è uno strumento che si utilizza tendenzialmente per tre motivi:

  1. La volontà di portare avanti operazioni con maggiore precisione (ad esempio piccole variazioni di grado nel posizionamento di un elemento);
  2. La necessità di creare relazioni tra diversi elementi di un modello informativo laddove, per necessità o per dolo, non possiamo utilizzare le relazioni già fornite dalle funzionalità base di Revit: non dimentichiamo che l’obiettivo finale del BIM è creare un modello parametrico relazionale.
  3. Il desiderio di automatizzare operazioni ripetitive, di modellazione o di documentazione.

La seconda applicazione non richiede necessariamente l’utilizzo di Dynamo: è spesso possibile ottenere gli stessi risultati con un uso sapiente delle tecniche di parametrizzazione delle famiglie, un uso oculato di reporting parameters, qualche trucco e un po’ di pensiero laterale. Le altre due applicazioni, purtroppo, consentono ben poco scampo.

Di queste, tuttavia, l’applicazione che io ritengo particolarmente problematica è la terza, che ci costringe ad addentrarci in un discorso che ha a che fare con la definizione strategica: quando è opportuno introdurre un elemento di automazione all’interno di un processo? Esistono delle regole e le vedremo insieme.

Volete introdurre un elemento di automazione ed efficientamento all’interno del processo? Oppure possiamo sempre sviluppare script tristi, che vi renderanno infelici.
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