"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Al lampo dell’armi

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Sherlock Holmes – Gioco d’Ombre è l’ultimo film che ho visto e l’ultimo film che ho desiderato vedere da Natale a questa parte (anche se devo confessare che mi ispira anche quello su J. Edgar Hoover). Non che il primo film fosse un capolavoro, intendiamoci, ma non mi dispoaceva l’idea di vedere come si sarebbe comportato Guy Ritchie, una volta eliminate le necessità di introdurre situazioni e personaggi, alle prese con tutto ciò che avete sempre sospettato su Sherlock Holmes ma Conan Doyle non ha mai voluto dirvi. Ecco quindi un’avventura che strizza l’occhio a The last game ma che, come già il primo film, si sviluppa non solo da situazioni ma anche da tematiche originali: laddove la prima avventura coinvolgeva il parlamento inglese e la sfera dell’occulto, questo film (in uno spin che temo mi ricordi piuttosto da vicino La leggenda degli uomini straordinari) vediamo il professor Moriarty che, previsto lo scoppio di una guerra mondiale, si unisce alla corsa agli armamenti (lato fornitore, chiaramente). Gli fanno da contorno il sottobosco degli anarchici e degli zingari, dei treni inglesi per inutili località di villeggiatura marittime, delle convention diplomatiche ad alta quota, delle armi di grosso calibro (ma veramente grosso). Si conferma, chiaramente, il cast del primo film, con un Robert Downey Jr sempre più sexy che per l’occasione ci regala una parentesi en travesti e un Jude Law ancora più sanguigno e di polso rispetto al primo film. Tornano anche la fatale Rachel McAdams (tanto fatale da bruna, tanto oca giuliva da bionda) nella ahimè breve apparizione di Irene Adler e Kelly Reilly nei panni della signora Watson, signora almeno se riesce a non farsi mandare a monte il matrimonio. Per completare la triade delle fanciulle, entra in scena Noomi Rapace nei panni della zingara, effettivamente interprete di Lisbeth Salander sia nei tre film svedesi Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, che in una successiva fantomatica serie tv Millennium. Degno di nota tra i nuovi ingressi, oltre a Jared Harris nei panni di James Moriarty, un improbabilissimo Stephen Fry nei panni di Mycroft Holmes. Ritornano anche Geraldine James nei panni di mrs. Hudson e Eddie Marsan in quelli di Lestrade, entrambi oggetto di una fugacissima apparizione durante un episodio che si svolge quasi completamente all’estero.
In generale, a dispetto di chi l’ha trovato noioso o auto-compiaciuto, una prova superiore rispetto al primo, più spigliata e articolata, ben tessuta, ben narrata e ben recitata. Merita un paio di visioni. Una in più se non altro per trovare Sherlock Holmes sulla tappezzeria.

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1 Comment
  • Pingback:Shelidon › Biancaneve? Ah, c’era anche Biancaneve?
    Posted at 11:57h, 15 December Reply

    […] recente Neverland). Del calibro di Ray Winstone e Nick Frost, Eddie Marsan, già Lestrade di Sherlock Holmes. Del calibro di Toby Jones, già dottore nazista di Capitan America e Dobby in Harry Potter […]

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