"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Peter Pan – The beginning

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Ricordate quando lodavo la SciFi (all’epoca, attuale SyFy perché fa più figo e poi la scienza in fantascienza è obiettivamente andata a farsi benedire un sacco di tempo fa) per cose come Tin Man, The Lost Room e Alice? Ricordate quando dicevo che erano dei geni, garanzia di qualità? Ecco, ho cambiato idea. Per fàrmela cambiare è stato sufficiente il primo episodio di Neverland, il nuovo thriller fantasy-fantascientifico (e anche un po’ steampunk) che vorrebbe riscrivere in chiave avventurosa l’arrivo di Peter Pan e dei suoi allegri compagni nell’Isola Che Non C’è.
Non fraintendetemi: il tutto parte bene con nel presente Peter, a capo di una banda di ladruncoli bambini che Sherlock Holmes avrebbe usato volentieri nelle sue operazioni, e nel passato i pirati, capitanati da una Anna Firiel (sì, la ragazza morta che non è morta di Pushing Daisies) decisamente poco credibile.

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Parte bene, quindi, ma finisce in vacca piuttosto in fretta con la Tinkerbell più fastidiosa della storia del cinema (ed è una bella lotta, credetemi, una bella lotta, non era facile guadagnarsi questo titolo) la cui voce dovrebbe essere di Keira Knightley e che spero dica qualcosa nel secondo episodio, perché nel primo si limita a fastidiosissimi versi e scampanellii fischianti impazziti che neanche una ninroot di Skyrim. A rendere la situazione quasi intollerabile, ci mancava la Pocahontas di New World, un’attrice (?) la cui inespressività è già leggenda nei panni di Giglio Tigrato. A dare il colpo di grazia a tutto, una trama degna di Avatar con i pirati al posto degli americani, gli indiani al posto degli scienziati e le fate al posto dei puffi, un mistico steampunk mezzo matto e la sua città ideale nella giungla, effetti visivi improponibili. Come hanno scritto su io9.com

a bunch of adults ham-fistededly stuff somewhat salacious origin tromps into a poor, unsuspecting fairy tale.

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Uniche note positive, Rhys Ifans nei panni di Jimmy (no, non ve lo dico), almeno fino a quando non buttano in vacca anche lui, e il ragazzino che fa Peter sembra decisamente promettente (e ve lo dice una che generalmente odia i ragazzini, dietro e davanti il grande schermo: l’ultima volta che un bambinetto mi è sembrato promettente, era il ragazzino che recitava a fianco di Kenneth Branagh nel suo Enrico V). Qualcuno, sono sicura, apprezzerà anche la presenza di Bob Hoskins, già detective di Chi ha incastrato Roger Rabbit ma, soprattutto, già Spugna in Hook. Ma nonostante questo, giuro che non avrò il coraggio di guardare il secondo episodio.

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1 Comment
  • Pingback:Shelidon › Biancaneve? Ah, c’era anche Biancaneve?
    Posted at 11:02h, 15 December Reply

    […] di Bob Koskins, l’intramontabile Spugna di Hook (oltre che dell’orrido, improponibile recente Neverland). Del calibro di Ray Winstone e Nick Frost, Eddie Marsan, già Lestrade di Sherlock […]

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