Nonché piena di una sorta di angoscia ancestrale. Perché il nuovo album di Caparezza è un bel ritrattino dell’Italia, la sua musica pouò piacere o non piacere (e personalmente non ci impazzisco), ma all’infilata delle tracce di Le dimensioni del mio caos non si può restare indifferenti, specie se come me si inizia ad avere l’horror vacui a vivere in Italia.
Tanto per cominciare, Le dimensioni del mio caos è un album che racconta una storia come il migliore De André, una storia folle tra operai che vanno a ballare in cantiere (con l’accezione di ballare che vi lascio scoprire), massoni con l’hobby (ops, la lobby) dell’edilizia, un uomo di mezza età con la sua metà che ne ha meno della sua metà, acqua privata (talmente privata che l’hanno privata ai condomini), cacca nello spazio (meglio così, staremo più larghi: extraterrestri, state attenti, è in arrivo, voi siete artisti, fate i cerchi nel grano, noi mandiamo…), novelli Ulisse che ascoltano fascinose blogger arrabbiate e, naturalmente, Luigi delle Bicocche. Una storia folle. Ed è la nostra storia. Godetevi la dimensione del nostro caos.

Eyes of the City: a dive back into 2019
I know I’m overdue two important posts, one on the Biennale in Venice and one on the Triennale here in Milan, but I’m still digesting many of the things I saw over there. More importantly, I’m working around the concept of adaptive and responsive architecture
4 Comments
Elderion
Posted at 11:26h, 11 OctoberWow, è una pizzica!!
Shelidon
Posted at 20:59h, 14 OctoberGià!
Damiani
Posted at 21:44h, 14 Octobersemplicemente stupendo tutto il disco…
Shelidon
Posted at 18:37h, 18 OctoberGià! (2)