Segnalo raramente questioni politiche su questo canale, ma alcune volte è necessario, perché due temi saltano all’occhio sul fronte istruzione:
1) la crociata contro asterisco e schwa, strumenti che non amo ma il cui sottotesto dovrebbe essere inviolabile, ovvero il riconoscimento delle diversità per quanto riguarda le identità di genere;
2) l’attacco diretto a quella che viene chiamata “ideologia di genere” con un’iniziativa vergognosa che reca un titolo sulla falsa riga dell’idea che chi supporta e riconosce l’affermazione di identità queer voglia “mettere le mani” sui *loro* figli.
Da formatore e da educatore, voglio essere chiara su come la penso:
commissariare il linguaggio è un segnale pericoloso: si inizia con vietare la schwa, si continua con l’asterisco, si scivola in fretta verso, ad esempio, vietando la non concordanza di genere che ho usato poco fa parlando delle mie professioni (qualcuno ci aveva fatto caso?)
️ abolire queste modalità d’espressione non è una questione linguistica nemmeno di facciata e il punto non è “ho sempre odiato la schwa” né “posso adottare l’inclusività usando bene gli strumenti linguistici che esistono” (il più delle volte basta evitare il verbo essere, l’ho appena fatto). Il punto è l’attacco al diritto dei giovanissimi di scoprire ed esprimere le proprie identità, e questo è inaccettabile.
se qualcuno vuole mettere le mani sui figli di qualcuno, non è la comunità queer ed è necessario sottolineare, per rigettare con fermezza, ogni retorica che mira ad alimentare l’idea in virtù della quale queer = predatore. La comunità queer semmai è il luogo in cui i giovani si rifugiano quando subiscono, in famiglia, manipolazioni psicologiche e abusi quali l’abominio della “terapia di conversione”.
i figli non sono i *vostri*. Sì, avete letto bene. Sin dalla più tenera età, i figli sono persone con una loro identità, che vi siete presi la briga di mettere al mondo e che vi sono affidati in custodia dalla società, ma dovete smettere di comportarvi come se fossero dei beni di comodità che vi appartengono. Se i figli vi appartenessero come vi appartiene un vaso da notte, non esisterebbero meccanismi in grado di portarveli via in caso di abuso. Nessuno vi porta via un vaso da notte perché ci avete defecato dentro. Con i figli non avete il diritto di farlo.
ATTENZIONE: la limitazione dei diritti inizia sempre dalla minoranza della minoranza e poi si allarga a macchia d’olio. La questione vi riguarda anche se siete binari come le rotaie di un treno e cis che neanche in un burger. Muoversi solo quando tocca alla maggioranza è spesso troppo tardi.
A tutti i miei studenti ed ex-studenti il cui diritto all’identità vorrebbe essere minato da questi provvedimenti:
siete amati
siete importanti
nessuno può dirvi quello che siete
siete meravigliosi
siete liberi
il mondo è più bello perché siete come siete.
Post originale qui.
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