"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Abissi

submariner - depths milliganSub-mariner – The Depths
Storia: Peter Milligan
Grafica: Esad Ribic

Non sono una grande amante di Pete Milligan, tutt’altro: ai tempi della pubblicazione del suo X-statix ero appena uscita da quell’idilliaca fase in cui i fumetti si leggono nelle librerie degli altri, per infilarmi nel buio mondo del collezionismo, fatto di numeri arretrati e fatture che non possono essere stampate. Un po’ perché ne avevo già letti alcuni numeri in originale, un po’ perché X-force mi aveva fatto veramente schifo, un po’ perché la mia ottica da lettore a compratore era cambiata e mi irritava pagare per pagine disegnate con un gusto così diverso dal mio. Insomma, ho sempre avuto questa intima istintiva repulsione per Milligan e Allred.
Quanto a Esac Ribic, il discorso è diverso. Diciamo che il suo lavoro su Silver Surfer – The Requiem non mi aveva lasciata in estasi, ma forse era colpa della storia in sé: il suo stile mi piace, ed è più o meno l’unico motivo per cui ho comprato Abissi nonostante il fastidioso formato graphic novel.
Di che parla?
Beh, innanzitutto cerchiamo di sgombrare il campo da possibili equivoci: Namor non c’è. O meglio, è protagonista indiscusso del racconto ma comparirà sì e no in cinque pagine, copertine comprese. Eppure l’intero libro ne è permeato, come Moby Dick della balena, e mai paragone fu più azzeccato.

«Un uomo che non abbia paura del mare finirà presto annegato.»
John Milligan Synge

L’opera di Milligan non è originale. Non lo è. Ricalcaldo centinaia di racconti ambientati in mare, da Moby Dick a 20.000 leghe sotto i mari, citando decine di poesie sul mare e i suoi pericoli, il racconto si avventura negli abissi del mare ma decide di esplorare gli abissi della psiche: è il 1950 e il dottor Randolph Stein, noto per essere un nemico giurato di leggende moderne come l’abominevole uomo delle nevi, si avventura nelle profondità della Fossa delle Marianne con il sottomarino Platone, alla ricerca di un primo sottomarino scomparso negli abissi a sua volta alla ricerca di Atlantide. La cosa suona familiare? Dovrebbe. E’ esattamente lo spunto del terzo volume di Authority, in cui Grant “Jean Grey è una pippa” Morrison ci racconta la storia di un tale Ken alla ricerca di un sottomarino scomparso. Anche in questo volume l’Authority compare appena, come in Depths non si ha traccia di Namor fino alla fine e anche allora. E’ un bieco e antico espediente dell’orrore: ambientazione claustrofobica, un gruppo ristretto di persone senza contatti con l’esterno, un inafferrabile nemico, quasi innominabile, che dall’ombra miete vittime imputabili anche a paranoia e follia umane. Eppure, per quanto possa essere bieco e antico l’espediente, funziona. I personaggi e le situazioni decisamente non sono indimenticabili, la psicologia di comparse e protagonisti è abbozzata per tipi, ma del resto da un racconto dell’orrore spesso non è dato aspettarsi di più. E Depths, nonostante tutto, è un buon fumetto dell’orrore.

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2 Comments
  • impbianco
    Posted at 14:37h, 22 November Reply

    A me il formato piace, mi piace di più di quello dei 100% Marvel soprattutto per la copertina rigida. La miniserie è carina, più che altro non so se sia in continuity…

    Cioè… Namor aveva combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale, si sapeva che era vero… ma allora perché lo credono un mito? XD

     

    X-Bye

  • Shelidon
    Posted at 20:27h, 23 November Reply

    Penso che sia in continuity con la *nostra* terra.

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