Philiph Wilkinson – Atlante delle Architetture Fantastiche

Nella creazione di Clex – Cluster of Experts, il nuovo format di crescita professionale di Forma Mentis, stiamo organizzando la biblioteca ideale di un progettista nell’era digitale. Ogni lunedì un libro per iniziare la settimana. Philip Wilkinson, Atlante delle Architetture Fantastiche (Titolo originale – Phantom Architecture: The Fantastical Structures the World’s Great Architects Really Wanted to Build) edizione italiana: Rizzoli. Sulla […]

Nella creazione di Clex – Cluster of Experts, il nuovo format di crescita professionale di Forma Mentis, stiamo organizzando la biblioteca ideale di un progettista nell’era digitale. Ogni lunedì un libro per iniziare la settimana.

Philip Wilkinson,
Atlante delle Architetture Fantastiche
(Titolo originale – Phantom Architecture: The Fantastical Structures the World’s Great Architects Really Wanted to Build)
edizione italiana: Rizzoli.

Sulla discrepanza tra il titolo originale e quello italiano si potrebbero scrivere saggi interi. Architettura fantasma: le strutture fantastiche che i più grandi architetti del mondo volevano davvero costruire racconta una storia che il titolo italiano recupera solo parzialmente nel sottotitolo, ovvero “Utopie urbanistiche, edifici leggendari e città ideali: cosa sognavano di costruire i massimi architetti al mondo”.
Anche il cambio di copertina è significativo: l’edizione originale propone l’elefante che avrebbe potuto essere al posto dell’Arco di Trionfo a Parigi (un articolo specifico, sempre di Philip Wilkinson, si può trovare qui), mentre la copertina italiana propone quello che è probabilmente il più celebre progetto di Étienne-Louis Boullée: il Cenotafio per Newton.

PhilipWilkinson_PhantomArchitecture

Un grattacielo alto un miglio, una cupola che copre Manhattan,
un arco di trionfo a forma di elefante:
alcuni degli edifici più eccitanti nella storia dell’architettura
sono quelli che non sono mai stati realizzati.

 

Sia chiaro che non ritengo l’architettura sia un lavoro creativo. L’obiettivo di un progettista è far sì che i suoi progetti vengano costruiti, possibilmente nello stesso modo in cui sono stati progettati. Questo fa dell’architetto un mestiere tecnico.
Come accade per la fantascienza, tuttavia, i progetti utopici sono interessanti laddove non sono semplici fantasie, esercizi di stile, ma quando utilizzano delle lenti e delle iperboli per raccontarci qualcosa sul mondo in cui viviamo, sul funzionamento della nostra società, sul futuro che ci attende.

Questi sono i progetti in cui gli architetti hanno portato all’estremo le prestazioni dei materiali,
hanno esplorato le sfide di nuove idee, hanno sfidato le convenzioni
e hanno indicato la via del futuro.

Il libro si divide in 6 capitoli, ciascuno dei quali contiene un certo numero di progetti più o meno noti, di progettisti che sono passati alla storia per il loro lavoro su architetture utopiche (come Étienne-Louis Boullée e Ron Herron) o di architetti il cui lavoro quotidiano difficilmente avrebbe lasciato presagire lavori come quelli che troverete tra queste pagine. Vengono presentate architetture da tutte le epoche: si spazia dalla celebre Sforzinda del 1450 alle fattorie sospese di Vincent Callebaut in Cina, una proposta del 2013.

Alcuni di questi progetti sono capolavori dell’architettura, altri sono deliziosi voli dell’immaginazione.
La loro costruzione non è stata ostacolata da una cattiva progettazione:
problemi politici, finanziamenti inadeguati o un cliente che poteva ripiegare su una soluzione più ‘sicura’,
sono stati tutti fattori che hanno impedito a questi progetti di lasciare il tavolo da disegno.


 

1. Mondi ideali

  • L’Abbazia di San Gallo (820 circa);
  • La Navata della Cattedrale di Beauvais (1225);
  • Sforzinda, di Antonio di Pietro Averlino detto Il Filarete (1450);
  • La Città Ideale, attribuita a Francesco di Giorgio Martini (1480 circa);
  • La Città Ideale a due livelli, di Leonardo da Vinci (1490 circa);
  • Christianopolis, di Johannes Valentinus Andreae (1619).
Sforzinda è la città immaginaria intorno a cui si sviluppa il Trattato di Architettura del Filarete (1464 circa).
Sforzinda è la città immaginaria intorno a cui si sviluppa il Trattato di Architettura del Filarete (1464 circa).

 

La Città Ideale, attribuita a Francesco Di Giorgio Martini.
La Città Ideale, attribuita a Francesco Di Giorgio Martini.

 

La Città Ideale su due livelli (Leonardo Da Vinci).
La Città Ideale su due livelli (Leonardo Da Vinci): molto meno poetica quando ci si rende conto che probabilmente è Vigevano.

2. Visioni Illuminate, Strutture Insolite

  • Il Palazzo di Whitehall, di Inigo Jones (1622 – 1638);
  • La Cattedrale di Saint Paul, di Christopher Wren (1670 – 1674);
  • Il già citato elefante trionfale, di Charles François Ribart de Chamoust (1758);
  • Le Saline Reali, di Claude-Nicolas Ledoux (1770 circa);
  • Il già citato cenotafio di Newton, di Étienne-Louis Boullée (1784);
  • La Bibliothèque Nationale, sempre di Étienne-Louis Boullée (1785);
  • L’altrettanto celebre Panopticon, di Jeremy Bentham e Willey Reveley (1787).
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Whitehall
Le saline reali di Claude-Nicolas Ledoux
Le saline reali di Claude-Nicolas Ledoux

3. La Città si Dilata

  • New Harmony di Thomas Stedman Whitwell (1825 circa), il progetto per una comunità di 2000 persone basato sui principi delle utopie di Platone, Thomas Moore e Francis Bacon (cosa potrebbe mai andare storto?);
  • il Cimitero a Piramide di Thomas Wilson (1831 circa), un edificio pensato per lo skyline di Londra cui lo Shard sembra aver reso giustizia;
  • Un Palazzo sull’Acropoli ci Karl Friedrich Schinkel (1834), una specie di villa Malaparte, in stile e seduta sul Partenone;
  • un argine a tre livelli per il Tamigi, di John Martin (1842);
  • La Via Vittoriana di Joseph Paxton (1855);
  • La cattedrale di Lille, di Cuthbert Brodrick (1855);
  • La torre di Watkin, di Sir Edward Watkin (1890 circa);
  • La National Gallery d’Arte e Storia, di Franklin Waldo Smith (1891).
New Harmony
New Harmony

 

Thomas Wilson, la Piramide per Londra.
Thomas Wilson, la Piramide per Londra: niente come un edificio monumentale di importanza nazionale.

 

Per una volta non dispiace troppo che non sia stato realizzato.
Per una volta non dispiace troppo che non sia stato realizzato.

 

Progetti per l'argine del Tamigi di John Martins.
Progetti per l’argine del Tamigi di John Martins.

4. Edifici tutti nuovi

  • la Concert Hall per l’Esposizione Universale, di Charles Rennie Mackintosh (1898);
  • l’Hotel Attraction, di Anthoni Gaudì (1908), un grand hotel a New York, alto più o meno come l’Empire State Building, che francamente ci sarebbe stato abbastanza bene;
  • la Casa Cubista, un progetto a più mani che ha visto il contributo – tra gli altri – di André Mare e Raymond Duchamp-Villon (1912);
  • la Città Nuova, di Antonio Sant’Elia (1914);
  • il Monumento alla Terza Internazionale, di Vladimir Tatlin (1919);
  • i Pleasure Pavilions di Erich Mendelsohn (1920);
  • il Grattacielo sulla Friedrichstrasse, di Ludwig Mies van der Rohe (1922);
  • la Torre per il Chicago Tribune di Elile Saarinen (1922);
  • la proposta per lo stesso progetto, di Adolf Loos (1922).
L'Hotel Attraction di Gaudì a New York: niente di troppo strano, nello skyline di oggi.
L’Hotel Attraction di Gaudì a New York: niente di troppo strano, nello skyline di oggi.

 

La Città Nuova di Antonio Sant'Elia: tutto bene, fino a quando non escono i Nazgul a cavallo.
La Città Nuova di Antonio Sant’Elia: tutto bene, fino a quando non escono i Nazgul a cavallo.

5. Luminose Strutture

  • Der Wolkenbügel, di El Lissitzky (1923 – 1925);
  • la Casa di Vetro di Hermann Finsterlin (1924);
  • la Ville Radieuse di Le Corbusier (1924);
  • gli Edifici-Ponti di Harvey Wiley Corbett e Hugh Ferriss (1925);
  • il Teatro totale di Walter Gropius e Erwin Piscator (1927);
  • il Ristorante aereo di Norman Bel Geddes (1933);
  • la Cattedrale cattolica di Sir Edwin Lutyens (1930 – 1933);
  • il Grattacielo Illinois di Frank Lloyd Wright (1959);
  • la cattedrale New Norcia di Pier Luigi Nervi (1957).
Hermann Finsterlin: Glass House.
Hermann Finsterlin: Glass House.

 

Pier Luigi Nervi, modellino per la cattedrale detta "New Norcia".
Pier Luigi Nervi, modellino per la cattedrale detta “New Norcia”.

6. Si volta pagina

  • Piano per Tokyo Bay, di Kenzo Tange (1960);
  • la Casa Infinita di Frederick Kiesler (1960);
  • Clusters in the Air, di Arata Isozaki (1962);
  • la Walking City di Ron Herron (1964);
  • il Jersey Corridor di Peter Eisenman e Michael Graves (1965);
  • il Monumento commemorativo di Philip Johnson (1966);
  • Una cupola sopra Manhattan di Richard Buckminster Fuller (1968);
  • The Peak, di Zaha Hadid (1982 – 1983);
  • l’Hyperbuilding di Bangkok, di Rem Koolhaas (1996);
  • Asian Cairns, di Vincent Callebaut (2013).
Kenzo Tange, Tokyo Bay
Kenzo Tange, Tokyo Bay

 

Friedrich Kiesler con il suo modellino per la Casa Infinita (New York 1959, Foto di Irving Penn)
Friedrich Kiesler con il suo modellino per la Casa Infinita (New York 1959, Foto di Irving Penn)

Walking City, di Ron Herron

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