100% Marvel Max – Foolkiller: Il paradiso degli sciocchi
– Il paradiso degli sciocchi (Fool’s paradise, da Foolkiller #1 del dicembre 2007);
– Lo zimbello della sorte (Fortune’s Fool, da Foolkiller #2 del gennaio 2008);
– La ricerca dello sciocco (Fool’s Errand, da Foolkiller #3 del febbraio 2008);
– A prova di sciocco (Foolproof, da Foolkiller #4 del marzo 2008);
– Per niente sciocco (Nobody’s fool, da Foolkiller #5 del marzo 2008).
Prima di iniziare a fare qualcosa, qualunque cosa, bisognerebbe sempre porsi la più semplice delle domande: perché?
Nello specifico, prima di intraprendere una qualsiasi attività creativa una delle domande che bisognerebbe porsi riguarda l’effettiva necessità di ciò che si sta facendo. Il mondo ne ha bisogno? L’opera comunica qualcosa di nuovo? La risposta può anche essere 42, intendiamoci: sono un’accesa sostenitrice dell’inutilità dell’arte. E tuttavia questa domanda bisogna porsela.
Greg Hurwitz si è posto la domanda fondamentale, prima di ripescare dal limbo questo personaggio di Steve Gerberg e dedicargli una serie sua?
Sembra proprio di no.
L’impressione che si ha è che gli sarebbe piaciuto scrivere una storia del Punitore, ma non era disponibile. Che gli sarebbe piaciuto scrivere una storia del Joker, ma era della concorrenza. Che gli sarebbe piaciuto scrivere una storia di Wolverine, ma non glielo lasciavano fare più. Che gli sarebbe piaciuto essere lo sceneggiatore di 7even, ma era già passato qualcuno.
L’impressione che non si ha è che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa di nuovo di orginale, di ben costruito.
Mike Trace è lo zimbello della fortuna, un uomo che è passato almeno due volte dalle stalle alle stelle e ritorno, e tuttavia considera l’idiozia come causa dei propri disastri. E già qui inizio ad avere un problema di coerenza interna, in proporzione qualcosa di simile al problema che si è posto quando Spielberg ha tentato di trarre un film da Rapporto di Minoranza: come si concilia il determinismo greco di chi crede di essere in balia della fortuna con l’approccio quasi calvinista di chi ritiene che le difficoltà arrivino solo se meritate? Non lo so. Non lo sa nessuno. Neanche Hurwitz.
Mike Trace è un vendicatore solitario. Suo obiettivo, gli sciocchi. E qui ho un secondo problema: mi sarebbe piaciuto molto un assassino di idioti, che siano stati essi innocenti o colpevoli, puri di cuore o stolti bastardi. Mi sarebbe piaciuto ma non è questo che fa il protagonista: ciò che fa, nella storia, è uccidere chi sta alle calcagna di un cretino che si è messo nei guai con le proprie mani. Se fosse davvero un assassino di sciocchi, la storia finirebbe a pagina cinque: perché aiuta lo sprovveduto a salvare ciò che resta della sua famiglia, invece di porre fine alla sua miseria? Non lo so. Non lo sa nessuno. Neanche Hurwitz.
Mike Trace si trova alle prese con un giro di scommesse clandestine, una ragazza in attesa di trapianto di cuore, un padre che si redime sacrificandosi, un super killer anziano orientale con la tosse, uno stupro e una manciata di amputazioni a caso, due poliziotti inutili di cui uno dalla sua parte e uno dell’idea che sia un vigilante da catturare, un tenero cagnolino dai dolci occhi e un orsacchiotto di pezza. Se fosse un fantasy, ci mancherebbe solo la fanciulla che vuole combattere e il vecchio mentore che muore. Ma per il suo genere non gli manca praticamente nulla per essere una storia banale, priva di mordente e senza lo straccio di un’idea. I due passaggi in cui vengono spiegate storia e ragioni di Foolkiller (l’assassino degli sciocchi ma anche l’assassino giullare, letteralmente, e il protagonista non è nessuno dei due) sono parole vuote che non hanno nessuna corrispondenza con le caratterizzazioni e con la storia. L’unico che rimane in character nell’arco della storia è l’orsacchiotto di pezza. E come si possa fare un trapianto di cuore da un tizio con una mezzaluna piantata nella fronte è un vero mistero. Non lo sa nessuno. Neanche Hurwitz.
Per la sezione “forse non tutti sanno che…”, ecco qualche cosa che forse vi risolleverà il morale. Innanzitutto i titoli, sui quali posso anche sbagliarmi tanto il termine “fool” è parte di giochi di parole sin dai tempi di Shakespeare:
– Fool’s Paradise, oltre a ricordarmi canzone di Coolio, è il titolo di un decinaio di canzoni, tutte così fuori mood che potrei anche gridare al genio se solo non fossi certa che l’umorismo è involontario: consiglio di dare un’ascoltata alla canzone di Larry Boone,, magari leggendo l’albo. Mette in tutt’altra disposizione d’animo.
– Fortune’s Fool è una citazione da Shakespeare, nominato anche nell’albo, resa famosa ai più da Shakespeare in Love: è da Romeo e Giulietta ed è tradotto correttamente in “zimbello della sorte”, anche se fool in inglese ha anche l’importante accezione di giullare (cosa anch’essa spiegata nell’albo).
– Fool’s Errand è il termine usato per una pratica piuttosto comune di scherzo (vedere snipe hunt su Wikipedia, ad esempio: si indirizzano dei creduloni alla ricerca di un fantomatico ed inesistente animale, lo snipe appunto): è anche un brutto libro di Robin Hobb, ma ce ne frega fino ad un certo punto.
– Foolproof è ovviamente un gioco nel costruire la parola come waterproof o bulletproof, è un termine usato comunemente insieme al più trendy Poka-yoke.
– Nobody’s fool è anch’esso titolo di un decinaio di canzoni: per un accompagnamento musicale anticlimatico, consiglio il video della canzone dei Cinderella (vi prego guardateli in faccia) e la vocetta acuta di Avril Lavigne. Kenny Loggins consigliato solo per spiriti forti.
Se invece siete interessati ai passati foolkiller, sappiate che l’originale foolkiller apparve e morì nell’arco di due numeri, dopo due tentati omicidi andati a vuoto. Il suo degno successore fu un altro cretino che tentò di uccidere i Difensori. Già. Perché in teoria Foolkiller è in continuity Marvel. Ma in che modo non lo so. Non lo sa nessuno. Neanche Hurwitz.
8 Comments
Elderion
Posted at 23:15h, 26 MarchIl mio professore di letteratura contemporanea ti direbbe che l’arte non è inutile, perchè ognuno sfrutta l’immaginazione di qualcunaltro per saziare il bisogno intrinseco dell’uomo di colmare un vuoto lasciato nell’anima dalla banalità della vita reale. E per questo ogni lettore si pone di fronte ad un libro o ad un fumetto con un atteggiamento masochistico ed allo stesso tempo sadico. E colorirebbe il discorso con numerosi “cazzo” e “ostia”.
Shelidon
Posted at 23:25h, 26 MarchChe personaggio
sbrect
Posted at 15:08h, 28 Marchsei peggio di una palla demolitrice quando vuoi distruggere qualcosa…comunque foolkiller se lo merita
Shelidon
Posted at 13:39h, 29 Marchhehehe, dicono che Lupoi dovrebbe farmi causa.
ikustang88
Posted at 08:47h, 15 September…perchè è un brutto libro di Robin Hobb? Sono curiosa…
Shelidon
Posted at 10:55h, 26 SeptemberDiciamo che sono una grande appassionata di Tolkien, il che mi rende abbastanza ostile alla maggior parte del resto degli autori fantasy. E questo libro non fa eccezione quanto a mancanza di originalità e appeal.
utente anonimo
Posted at 09:53h, 03 Aprildi preciso chi è la ritardata che ha scritto questo articolo? perchè già solo della storia mi sembra non abbia capito un cazzo comunque l'arte non è mai inutile quando una paersona dice che è inutile semplicemente vuol dire che non l'ha capita (non sforzarti troppo che potresti esplodere!) :)
Shelidon
Posted at 06:34h, 12 AprilAl contrario, qualcun altro direbbe che l'arte è ontologicamente sempre inutile. Ma a definire arte questa fetecchia ci vuole del bel coraggio.