6 Comments

  1. Gentilissimo Conte, sono stata master di D&D per molti gloriosi anni! Ora, come accennavo al buon Quadrilatero nel suo blog, mi sono un po’ disamorata (si dice?) di quell’ambientazione. Più che altro, sono andata in overdose per via di quel gigantesco lavoro che dovevo fare per darle una coerenza e snellire i troppi tiri. Mi sono orientata verso qualcosa di più improntato alla narrazione, ho trovato un gruppo di giocatori a dir poco straordinari e siamo partiti da una cosetta di riscaldamento con VtM. Ma ora siamo veramente partiti per la tangente con un’ambientazione autonoma. Ci sono una vampira ipocondriaca, un greco pazzo che parla solo con citazioni di Salvatores, topi mistici che piovono dal cielo che neanche le rane nel finale di Magnolia, una ghireria abbandonata a Praga e un robivecchi che assomiglia ad Aleister Crowley.

  2. mmm… molto vicino non è ancora abbastanza… ma mi consolerò pensando che era solo una sommaria e superficiale carrellata. Posso fare di meglio, cher Comte, contateci.

  3. Carissima,

    più mi guardo in torno, e più vedo giochi di ruolo.

    Dopo sei mesi di stop forzato inizio ad avere una voglia morbosa di risedermi dietro allo schermo (del master).

    La mia fantasia gidierosa del momento è invece Cani nella Vigna (Dogs in the Vineyard), ma so che non riuscirò mai a coinvolgere i miei giocatori. :(

  4. Eh, conosco bene l’astinenza del Master… Dogs in the Vineyard non è male, anche se dopo un po’ lo schema rischia di diventare un po’ ripetitivo e i giocatori tendono a fare e ad aspettarsi sempre le stesse cose, restando un po’ spiazzati se uno devia. Non eccezionale per lunghe campagne, ma per una cosetta di cinque o sei sessioni può essere davvero carino.

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