Annihilation Conquest #1

Lo confesso, anche se con un pizzico di vergogna: seppur amante della fantascienza (o forse proprio perché amante della fantascienza), le cosiddette “saghe cosmiche” di casa Marvel non mi entusiasmano. Un po’ siamo lontani dai tempi in cui la Fenice dava di matto, un po’ non ci sono più gli Inumani di una volta, un […]


Lo confesso, anche se con un pizzico di vergogna: seppur amante della fantascienza (o forse proprio perché amante della fantascienza), le cosiddette “saghe cosmiche” di casa Marvel non mi entusiasmano. Un po’ siamo lontani dai tempi in cui la Fenice dava di matto, un po’ non ci sono più gli Inumani di una volta, un po’ persino mia nonna potrebbe minacciare con successo Uatu l’Osservatore (senza nulla togliere a quella gran donna di mia nonna, naturalmente), un po’ Galactus mi si è trasformato in una checca isterica. Insomma, è con somma diffidenza che mi avvicino a questo albo, dopo che una gigantesca perplessità mi aveva impedito di recensire i precedenti Annihilation. Mi sono quindi avvicinata con sospetto a questo albo, più che altro conquistata dalla copertina di Aleksi Briclot in prima battuta e poi dai bellissimi disegni di Mike Perkins per il prologo. Se abbia fatto bene a comprarlo, ancora non so.

Prologo (Annihilation: Conquest – Prologue, da Annihilation: Conquest – Prologue dell’agosto 2007). Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, lo scenario è lugubre. Lo so, lo so, l’introduzione nella pagina iniziale è chiaramente una citazione – per tono e forma – di Guerre Stellari, ma francamente la presentazione grafica fa un po’ acqua. Compensa largamente il resto della storia, con i già citati disegni ed una serie di personaggi che non mi sono affatto dispiaciuti: Phyla-Vell che sta facendo i conti con i suoi nuovi poteri e con l’ingombrante eredità di essere la nuova Quasar, la sua compagna Heather “Dragoluna” Douglas decisamente adorabile, Peter “Star-Lord” Quill altrettanto adorabile con tutta la sua spocchia (pari solo a quella della sua degna spalla Kree Ten-Cor). Dei due filoni narrativi, quello di StarLord a Hala è forse migliore con la borgizzazione dei Kree – se mi passate il termine – e l’arrivo di Phalanx: la parte su Lamentis (che poi, in nome di Galactus, come si fa a chiamare un pianeta Lamentis?) scivola un po’ nel cliché dell’eroe che si ritira con la sua amata su un pianeta sperduto a difesa dei religiosi pacifisti e fa a cazzotti (a colori) con le bande di mercenari e riceve la chiamata ecc. ecc. ecc. D’altro canto, anche la parte su Hala ha qualche pecca, principalmente di information dumping, riversando sul lettore “tutto ciò che avrebbe voluto sapere su Annihilation e Peter Quill ma non ha mai osato chiedere”. Nel complesso, comunque, un prologo decisamente stuzzicante.

Destino #1 – #4 (Destiny #1 – #4, da Annihilation: Conquest – Quasar #1 – #4 del settembre – dicembre 2007). Benché bravo, Mike Lilly non è all’altezza di Perkins, su questo trovo non ci siano dubbi. E, ahimé, anche il prologo imbastito da Abnett e Lanning ha più mordente di questa storia di Christos N. Gage. Che cosa non mi è piaciuto di questa mini? Quasar che semina il Super-Adattoide nella cintura di asteroidi, infilandosi in un buco troppo stretto, sarà anche un’altra citazione da Guerre Stellari, ma sa di visto e rivisto, così come Quasar che passa dalle paranoie familiari al raptus di distruzione cosmica alla fuga come cambiare canale con il telecomando è un po’ piatta, il cotati sembra la vecchia nonna salice di Pocahontas (e non è un complimento), e nel complesso si attraversano le pagine con la sensazione che non succeda niente, mentre in realtà eventi di una certa portata non si sprecano. Strappano un’emozione la tarsformazione di Heather in Dragoluna – anche se il motivo scatenante appare un po’ pretestuoso – e il successivo dialogo con Quasar (“se un giorno ti lascerò sarà per un motivo importante, come la tua fastidiosa tendenza a rubarmi le lenzuola di notte”), la scena della cavalcata (grazie a chi mi ha fatto notare la citazione), la torre del “salvatore” e Quasar che irrompe sul campo di battaglia. Nel complesso, verso la fine l’episodio acquista spinta fino all’entrata in scena di Adam Warlock. Ma c’è qualcosa in questo albo oltre ad un po’ di amarcord? Nel complesso direi di sì, anche se troppo spesso le psicologie dei personaggi sono troppo abbozzate rispetto alle tematiche che si propongono di esplorare.
In ogni caso, vale l’acquisto.

Menzione d’onore per le copertine. .  . Notevoli anche i concept art, di cui uno compare in formato francobollo nelle note:

annihilation conquest - phalanx scientist

annihilation conquest - phalanx soldier

 

 

 

 

7 Comments

  1. In verità ti dico… che ho interrotto l’acquisto di Marvel da quattro mesi. Compro solo Rat-Man. Non so che mi sia successo. Sto leggendo un pò di sana letteratura stampata, anche perchè sono stufo delle vicissitudini del mio amato Uomo Ragno e dei miei beniamini X-men.

    Comunque, vacatio fumettorum a parte, ti scrivo per segnalare CHE TI HO NOMINATO PER UN GIOCHINO intelligente sul mio blog. Se hai voglia di fare un saltino e volessi partecipare te ne sarei grato.

    Gabba gabba hey! Citoplasma

  2. Citoplasma, ben ritrovato. E così sei riuscito a disintossicarti? Certo che è strano come per molti il fumetto escluda il romanzo e viceversa: bisognerebbe condurre uno studio a riguardo.

    Passerò a vedere il giochino.

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