"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Don Chisciotte di Cervantes: quattro secoli di erranza

Gustave Doré, Don Chisciotte nella sua Biblioteca

Dal Corriere di oggi…

Don Chisciotte dal libro al mito. Quattro secoli di erranza
Secondo molte statistiche, il Don Chisciotte di Cervantes è l’opera più stampata nel mondo, dopo la Bibbia. Ma, a raffreddare l’entusiasmo, se ne presentano altre che danno il primo posto a L’assassinio di Roger Akroyd di Agatha Christie. Evidentemente il successo e la diffusione non premiano sempre i valori più alti. Ma, trattandosi del Chisciotte , che è certo un capolavoro assoluto, si può fare un’altra constatazione: la sua fortuna, immediata, dipende da una cattiva interpretazione, dato che solo con l’Illuminismo inglese e il Romanticismo tedesco il libro fu finalmente compreso. Ne fornisce le prove un grande ispanista francese, Jean Canavaggio, col suo Don Chisciotte dal libro al mito. Quattro secoli di erranza , tradotto da Marianna Matullo con presentazione di Francisco Rico (Salerno Editrice, pp. XII-392, 23). Appena uscito il libro, traduttori francesi e inglesi e italiani si mettono al lavoro, e le loro versioni incontrano successo, come l’originale; presto si provvede anche ad edizioni illustrate, e a stampe popolari, mentre affreschi con scene del Chisciotte ornano la sala da pranzo del castello di Cheverny; più avanti i Gobelin prepareranno una serie di 175 arazzi sullo stesso tema. Quello che è evidente è che il romanzo viene letto come un libro di carattere esclusivamente comico, e così si farà per molto tempo. Persino un critico spagnolo parlava di «stravaganti e ridicole burle». La comicità viene poi rafforzata rappresentando il cavaliere della Mancha come un hidalgo spaccone, un Matamoros. Tanto gli scrittori quanto i letterati esprimono scarsa considerazione per il Chisciotte , a parte La Fontaine e quella notevole e brillante figura di generale e saggista che fu Charles de Saint-Evremond, che seppe cogliere sotto le apparenti contraddizioni dei significati molto seri. Le figure di don Chisciotte e del suo scudiero appaiono infinite volte sulle scene spagnole, francesi e inglesi; talora invece i canovacci si basano sulle novelle inserite nel romanzo, già pronte a essere sviluppate in forma indipendente. Non meno attivi i narratori, che rifanno a loro gusto il racconto di Cervantes, avvertendo la sua attenzione alla vita quotidiana dei vari ambienti della società spagnola. E anche i musicisti saccheggiano con entusiasmo la trama del Chisciotte , scrivendo balletti, sinfonie e opere comiche: sino a Massenet e Richard Strauss. È comunque nella prima metà del Settecento, in clima illuministico, che s’incomincia a comprendere meglio il libro. Nei suoi primi romanzi, Marivaux imita molti procedimenti del Chisciotte , tra cui l’inserzione di racconti entro la narrazione di base, e ripresenta con personaggi diversi l’infatuazione per i libri e per gli amori letterari. Ma sono soprattutto Fielding, Smollett e Sterne che mostrano di aver ben meditato sul romanzo spagnolo. Essi mettono in scena personaggi con le loro fantasie e illusioni, e li fanno scontrare con la dura realtà. Fielding attribuisce persino all’eroe del suo Dom Quixote in England la denuncia e la lotta contro i vizi della società del tempo. Insomma, dove prima si vedeva solo una maschera comica, si scopre invece un uomo ricco di qualità, ma sempre sconfitto e perciò assoggettato all’ironia e alla satira. Ancor più, il Launcelot Greaves dell’omonimo romanzo di Smollett si propone, sulla scia del cavaliere, di «smascherare l’impostura e il tradimento, rintuzzare l’insolenza», ecc. E nel Tristram Shandy Sterne vede in Walter e Toby «il divorzio tra la speculazione e il sogno». I più fecondi di osservazioni, che in sostanza fondano la critica cervantina, sono i pensatori romantici. Friedrich Schlegel scopre le simmetrie celate nell’apparente disordine, vede in atto nel romanzo un’attività creatrice simile a quella della natura, distingue sotto la follia di superficie una ingenua saggezza. E suo fratello August Wilhelm individua nel Chisciotte la lotta tra le due forze della vita: la poesia, rappresentata dal cavaliere, e la prosa (Sancio). Schelling corregge ancora il tiro: il tema del romanzo è lo scontro tra l’ideale e il reale. Non si può dimenticare Hegel, secondo il quale, con l’avvento della Modernità, si organizza un nuovo ordine sociale, che fa diventare comica l’avventura di tipo letterario. L’eroe che vuole incarnarla è condannato al fallimento e alla pazzia. Canavaggio continua la sua storia sino ad oggi, tenendo anche conto dei nuovi media, in particolare il cinema: i film, anche eccellenti, sul Chisciotte sono numerosissimi; famosi quelli di Pabst e Orson Welles. E Enrico di Pastena, nella Postfazione al volume, illustra la non trascurabile fortuna del Chisciotte in Italia. Una fortuna che registra tra l’altro un poema di oltre mille ottave in siciliano, del grande Giovanni Meli (1787), il precoce apprezzamento di Carlo Denina (1761), e soprattutto l’intensa presenza del romanzo spagnolo nei Promessi sposi (fra Cristoforo come don Chisciotte, don Abbondio come Sancio, la biblioteca di don Chisciotte e quella di don Ferrante, ecc.). Gli scrittori moderni che hanno risentito del modello cervantino sono infiniti, alcuni imprevedibili. Si va da Flaubert (madame Bovary ha molto di don Chisciotte) a Tolstoj e Proust, da Kafka a Pynchon a García Márquez. E la critica ha continuato ad approfondire il significato del romanzo e a illustrarne la lingua e i procedimenti narrativi. Ma le intuizioni dei romantici hanno fornito la base solida su cui tuttora conviene appoggiarsi.

art and fashion

Exploring the Symbiotic Future in Sabrina Ratté’s Digital Art

In the heart of Milan, the MEET Digital Culture Center is currently hosting Realia, the first Italian solo exhibition of Canadian visual artist Sabrina Ratté. Running from March 13 to June 1, 2025, this immersive showcase delves into the convergence of technology and biology, inviting

Read More »
art and fashion

Rediscovering the Magic of Practical Effects

The Infinite Art of Practical Effects, at the museum venue called Fabbrica del Vapore, is an invitation to embark on a nostalgic journey through how movies used to be made, and it’s closing this week-end, on May 18. This unique showcase pays homage to a movie

Read More »
books and literature

Werewolves Wednesday: The Wolf-Leader (12)

A werewolf story by Alexandre Dumas père. Chapter XII: Wolves in the Sheep Fold The forest was not far from the Bailiff’s house, and in two bounds Thibault found himself on the further side of Les Fosses, and in the wooded path leading to the brickyard.

Read More »
Share on LinkedIn
Throw on Reddit
Roll on Tumblr
Mail it
3 Comments
  • brianzolitudine
    Posted at 18:45h, 24 May Reply

    In effetti la biblioteca di Don Ferrante deve molto a quella di Chisciotte, un pò meno calzante invece il parallelo Abbondio e Sancho.

    Chissà Don Lisander quante volte ho riletto il Don Chisciotte, nella stesura del Renzo e Lucia.

  • Shelidon
    Posted at 00:23h, 25 May Reply

    Mi hai fatto tornare in mente un interessantissimo studio semiotico sui parallelismi tra il “Fermo e Lucia” ed il successivo “Dracula” di Stoker, atto a dimostrare quanti elementi gotici siano rimasti nonostante le numerose edulcorazioni, a testimonianza delle letture del “Mansun” (per farti il verso). Bisogna che vado a ripescare quell’articolo…

  • brianzolitudine
    Posted at 20:40h, 25 May Reply

    Posta, posta. Davvero interessantissimo! ;)

Post A Comment

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

RELATED POSTS

Rediscovering the Magic of Practical Effects

The Infinite Art of Practical Effects, at the museum venue called Fabbrica del Vapore, is an invitation to embark on a nostalgic journey through how movies used to be made, and it’s closing this week-end, on May 18. This unique showcase pays homage to a movie

Read More

Werewolves Wednesday: The Wolf-Leader (12)

A werewolf story by Alexandre Dumas père. Chapter XII: Wolves in the Sheep Fold The forest was not far from the Bailiff’s house, and in two bounds Thibault found himself on the further side of Les Fosses, and in the wooded path leading to the brickyard.

Read More