Nuovi acquisti

Persa nei miei giri, ho colto l’occasione per fare una puntata in libreria a mettere in evidenza Schegge di Luce (è ormai costume, quando esce un libro che possa contribuire a sfatare certi preconcetti sulla letteratura che amo, recarmi sola o in compagnia a posizionare il libro ben in evidenza, ovvero non di costa ma […]

Persa nei miei giri, ho colto l’occasione per fare una puntata in libreria a mettere in evidenza Schegge di Luce (è ormai costume, quando esce un libro che possa contribuire a sfatare certi preconcetti sulla letteratura che amo, recarmi sola o in compagnia a posizionare il libro ben in evidenza, ovvero non di costa ma sopra gli altri, in modo che si veda la copertina). Per l’occasione, passando, ho fatto la stessa cosa anche con Mistero Etrusco. Ma bando alle ciance e veniamo agli acquisti, principalmente libri ma anche due DVD particolarmente intriganti. E iniziamo proprio dai DVD.


stage beautyStage Beauty, di Richard Eyre.
Nell’Inghilterra del 1660, il re Carlo II – un eccezionale Rupert Everett – si stanca di veder interpretati a teatro da uomini anche i ruoli femminili e “liberalizza” la professione dell’attore anche per le signore. Per Ned Kynaston – Billy Crudup, stella del teatro il cui forte sono proprio i ruoli femminili, è la fine di una carriera. Per Maria – Claire Danes è la realizzazione di un sogno. Quando Ted inizia la propria protesta contro le nuove scialbe attrici che invadono il suo palcoscenico, l’incontro tra i due diventa inevitabile.
Un film di rara sensualità e raffinatezza, con una tra le più intense scene di teatro al cinema che mai sia stata realizzata, un Otello da mettere i brividi.

«Nell’Inghilterra di metà ‘600 la scena teatrale è occupata esclusivamente da attori uomini, essendo infatti impedito per legge alle donne di esibirsi in pubblico. Si è sviluppata così una particolare casta di attori votati esclusivamente a ricoprire i ruoli femminili nelle opere teatrali.
Kynaston è uno di questi attori, anzi è il più famoso di Londra. La sua assistente, Maria, lo studia segretamente tutte le sere, quando questi interpreta la Desdemona nell’Otello di Shakespeare. Lo ha studiato talmente bene, che spesso dopo lo spettacolo gli sottrae i costumi di scena e corre in una piccola locanda dove può esibirsi da attrice.
Questo gioco, però, ha vita corta. Una sera, alla corte del Re Carlo II d’Inghilterra, a Kynaston viene presentata Maria come una grande attrice: lo stupore dei due, incontrandosi, sarà grande, e spingerà Kynaston a mettere al corrente il Re dell’occupazione di Maria. Quest’ultimo, invece di indignarsi, si sente stuzzicato dalla novità ed abolisce la legge che vietava alle donne di esibirsi in teatro.
I palcoscenici di Londra vengono così assediati da stuoli di donne che vogliono avere la possibilità di recitare, anche se non tutte ovviamente sono dotate. Kynaston, e tutti gli attori specializzati in ruoli femminili, si trova così in grande difficoltà, in quanto il Re ha inoltre vietato gli uomini di interpretare ruoli femminili. Molti suoi colleghi, per questo, sono stati costretti a ripiegare su lavori più umili.
Ma Kynaston ha anche un conto in sospeso con Sir Charles, che tempo addietro aveva viste negate con forza le proprie profferte sessuali, e così il giovne attore si ritrova velocemente in miseria.
Intanto Maria riscuote un successo portentoso, divenendo una stella del teatro londinese»

As you like it, di Kenneth Branagh.
Il grande attore e regista shakespeariano, forse il più grande dei nostri tempi, sicuramente il più prolifico, ritorna al cinema dopo lunghi e tristi (per noi) anni di assenza con questa versione di Come vi piace, che non sono riuscita a vedere al cinema né ad acquistare prima di oggi, a causa di una scarsissima distribuzione. Attendendo il suo Flauto Magico (arriverà mai?), spero di riuscire a godermi presto questa pellicola.

«Per celebrare l’amore tra Rosalinda e Orlando, Kenneth Branagh, qui al suo quinto adattamento da una commedia di William Shakespeare, sposta l’azione dal’Inghilterra elisabettiana al Giappone del XIX secolo. L’amore tra i due giovani, osteggiato da rivalità politiche, familiari e dall’esilio, dopo innumerevoli vicissitudini, travestimenti e colpi di scena, trionferà sulle avverse fortune».

(dal retro di copertina)

E ora, i libri…

Vladimir Ja. Propp, Le radici storiche dei racconti di fate
Edizioni Universale Bollati Boringheri.
Uno dei testi fondamentali sull’argomento, tra i molti che mi mancano, nella traduzione di Alberto Cirese e in un’edizione piuttosto immonda, con carattere grande e sgranato e carta talmente sottile e scadente che si può vedere dall’altra parte e basta passare con vigore un dito sulla pagina per sbavare il colore. Spero che un giorno venga bandita la pratica barbara di chiudere i libri nel cellophane.

Retro di copertina:
«Come e quando sono nate le fiabe? E perchè si rassomigliano in tutto il mondo? Nell’interpretazione di Propp, i racconti di fate non sono fantasia ma storia, sono il documento di una delle più antiche età dell’uomo: l’epoca delle comunità di cacciatori, prima ancora che la pastorizia e l’agricoltura cominciassero a cambiare il volto del mondo. Giovandosi di un materiale comparativo vastissimo tratto dalla etnologia e lavorando soprattutto sui racconti di fate russi, Propp stabilisce una serie di confronti tra i principali motivi di cui sono intessute le fiabe e analoghe forme rituali esistenti nella protostoria – o in fasi storiche più o meno vagamente indicate – e presso i primitivi. Attraverso tanti racconti sezionati e comparati, interrotti e ripresi in un giro di richiami e illuminazioni, il mondo vivace della narrazione si compone esso stesso in un affascinante racconto.»

Jack Zipes, Chi ha paura dei fratelli Grimm? – Le fiabe e l’arte della sovversione
Edizioni Mondadori.
Irruento, senza peli sulla lingua, irriverente, di Jack Zipes avevo già avuto modo di apprezzare moltissimo Spezzare l’incantesimo. Ora, con questo nuovo libro, torna su un argomento a me abbastanza caro ovvero il bistrattato ruolo della letteratura cosiddetta di genere.

Retro di copertina:
« La letteratura per l’infanzia ha faticato a imporsi come genere letterario e ancora di più come oggetto di studio attento da parte dei critici. Jack Zipes è stato una dei primi a colmare questo vuoto e ad analizzare il rapporto fra libri per bambini e società. Un rapporto molto meno prevedibile e lineare di quanto si potrebbe credere, in cui si sono alternati conformismo e sovversione. L’analisi si sposta dagli autori più noti (Perrault, i fratelli Grimm, Andersen, MacDonald, Wilde, Baum) fino al potere emancipatorio delle fiabe contemporanee di Ungerer, Ende, Nostlinger e Rodari. Un saggio agile e fondamentale, presentato in un’edizione aggiornata e arricchita dagli studi su Straparola e Basile e da un capitolo finale dedicato allo straordinario impatto di Walt Disney. Un’esplorazione appassionata in cui la fiaba è vista come “alternativa sovversiva a un processo di civilizzazione che ha perso il suo contatto con l’umanità”.»

Per una voce contro, ecco una recensione di Stefano Calabrese.

Laura Tosi, La fiaba letteraria inglese – Metamorfosi di un genere
Edizioni Marsilio.
Mi intrigava…

Retro di copertina:

«Dalla fiaba di critica sociale alle revisioni femministe, dalle fiabe vittoriane alle Cenerentole emancipate di oggi, questo volume accompagna il lettore in un itinerario nell’immaginario fiabesco della cultura inglese degli ultimi tre secoli. Spesso provocatoria e “sovversiva”, la fiaba letteraria si confronta con i modelli della tradizione per renderli più rispondenti alle esigenze e alla visione del mondo di un mutato contesto storico-sociale.»

Silvana De Mari, Il drago come realtà
Edizioni Salani.
L’unico motivo per cui ho comprato questo libro, che così a pelle mi sembra la solita accozzaglia e sfilza di banalità sulla letteratura fantastica snocciolate per tirare acqua al proprio mulino da una sedicente scrittrice fantasy assai mediocre e pretenziosa, è che la suddetta deve venire a parlare al festival. Voglio quindi essere preparata. Vi farò sapere.

Retro di copertina:

« Da tempo immemorabile la narrazione fantastica ha sempre toccato, in tutte le sue forme, corde profonde nell’uomo. Dalla fiaba tramandata per generazioni e raccontata alla famiglia riunita davanti al focolare al poema epico, lontana eco di gloriose battaglie e indimenticabili eroi, alla letteratura fantasy del Signore degli Anelli o di Harry Potter, con le sue metafore sfuggenti e le sue suggestioni cangianti e multiformi, il fantastico si è sempre posto come infinito e prezioso deposito di archetipi dell’immaginario.
Silvana De Mari prova ad analizzare il perché dell’impatto sempre crescente della letteratura fantastica sulle società: attraverso la neurobiologia, la psicologia, l’antropologia e, perché no, la politica, l’autrice traccia infatti una mappa ideale della storia dell’Uomo e della cultura, realizzando una guida originale e definitiva sul passaggio tra fiaba, fantasy e realtà attuale.»

Michele Rak, Da Cenerentola a Cappuccetto Rosso – Breve storia illustrata della fiaba barocca
Edizioni Bruno Mondadori.
Dall’autore dello splendido Logica della fiaba, un altro saggio sulla fiaba seicentesca. Basta il retro di copertina per innamorarsene.

«Le donne raccontano. Nel secolo centrale della Modernità, il racconto fiabesco è un genere per le corti delle due città più ricche e favolose d’Europa, sognate e cercate da ogni viaggiatore: Napoli, luogo inarrivabile delle arti e dei piaceri, e Parigi, luogo dominante della politica e delle mode.
I materiali di diverse tradizioni del Mediterraneo sono lavorati, con l’ottica sofisticata, piacevole e in apparenza disimpegnata dell’intrattenimento cortigiano, nei racconti che le culture europee chiameranno fiabe, riconoscendone la logica e la posizione tra i modelli della letteratura.
Alcuni noti libri e molte narratrici e narratori ne fanno un genere alla moda e diffondono in tutta Europa personaggi, azioni e intrecci, a partire da alcune fanciulle audaci e periclitanti come Cenerentola e Cappuccetto rosso, che si avventurano fuori casa, e come la Bella che si addormenta nel bosco esposta a ogni rischio.
Viaggiando da vecchina a dama di corte e da cortigiano a saltimbanco, lungo i percorsi tortuosi del focolare, dei salotti e del teatro, queste ragazze diventano modelli e miti che segnalano il dissesto della società medievale e l’avvento della Modernità.
Dal Cunto de li cunti di Giambattista Basile ai Contes de ma mère l’Oye di Charles Perrault, dalla prima traduzione delle Mille e una notte ai racconti di fate delle dame di corte, queste ragazze avventurose arrivano fin dentro la cultura mediale, in romanzi, favole, balli, opere teatrali, cartoni animati e film e in compagnia di orchi, maghi, animali parlanti, draghi e automi.»

Indice dell’opera:

Introduzione

1. Tra Napoli e Parigi; 2. Verso la fiaba; 3. Due femmine giovani e spietate; 4. Bella e addormentata; 5. Una fanciulla molto disponibile; 6. Un lavoro da nonne, cortigiani e innamorati; 7. Una meraviglia tra le altre; 8. Sono le donne che raccontano; 9. Serva, regina, vittima; 10. Cinque ipotesi per leggere il racconto fiabesco; 11. La storia comincia così
I. Cenerentola. Una ragazza molto cattiva
1. Storia di una ragazza cattiva; 2. La ragazza con due nomi; 3. Il conflitto in famiglia; 4. Il viaggio; 5. La palma e la fata; 6. Le tre prove del viaggio; 7. Scarpette e destino; 8. Leggere e raccontare; 9. Gatta e altri gatti; 10. La prima volta e senza vincoli; 11. Il lettore colpevole; 12. L’ordine nascosto; 13. Un racconto mobile; 14. Forma del fiabesco; 15. Una storia in tre tempi; 16. Un modello formale; 17. Cosa succede poi alle ragazze così cattive; 18. Inseguire Cenerentola?

II. Vedere Cenerentola
1. Qui di seguito si comincia a osservare Cenerentola; 2. Lei e l’Orco; 3. Lei, la palma e la bella egiziana sul fiume; 4. Storia vera di un dattero e di un gatto; 5. Lei e il re; 6. La scarpetta, la grotta e l’orgia sacrale

III. La letteratura da passatempo
1. Teatrare il racconto; 2. Dalla veglia all’intrattenimento; 3. Favola e notizia; 4. Racconto e verità; 5. Orrore e genesi delle favole; 6. Il dio Fabulino; 7. Della facezia e altri giochi con parole; 8. Il racconto delle donne; 9. Memoria della “veglia”; 10. Il passatempo

IV. Luoghi e strade del racconto
1. Nel giardino; 2. Il giardino vietato; 3. Seconda posizione: l’ascoltatore inatteso; 4. Anche per gli altri; 5. Il racconto delle vecchie; 6. La storia di Vardiello e della statua muta; 7. Altri racconti; 8. Il venditore di storie e altri viaggiatori; 9. Leggere, vedere, raccontare Perrault; 10. Il teatrino delle storie

V. Divertirsi con l’Orco
1. Il piacere della vertigine; 2. La morte dell’Antico; 3. Senza gravità, senza etichetta; 4. Animali e piante; 5. Nella Casa dell’Orco; 6. Una prova inevitabile; 7. Tra cronaca e fantastico; 8. Un modo di raccontare; 9. Una tecnica utile; 10. Leggere e recitare; 11. Come riconoscere il fiabesco; 12. Narratori e ascoltatori; 13. Il racconto inesistente; 14. Senza confini; 15. Il piacere della cifra e la natura del Centauro; 16. Avviso al lettore; 17. Per non parlare dell’Orco come Eros; 18. Colori, teatro, racconto; 19. Orco, prezzemolo, maghi, odori e altre visioni proibite

VI. L’invenzione della fiaba
1. Il teatrino di corte; 2. Un modello narrativo per il barocco europeo; 3. Il progetto del Cunto; 4. La scoperta della serie; 5. Un racconto per l’intrattenimento; 6. Struttura dell’opera; 7. Il racconto fiabesco; 8. A forma di specchio; 9. A forma di teatro; 10. A forma di fiaba – Tempo e spazio, – Trasformazione, passaggio, metamorfosi – Persone e azione – Anche gli strumenti; 11. Cultura locale e letteratura; 12. Non per i bambini; 13. Corte, società letteraria, cambiamento di status; 14. Da un rango all’altro; 15. Metamorfosi; 16. La Casa dell’Orco; 17. Dopo il mito (favola); 18. La conversazione; 19. Ascoltare il Cunto; 20. Fuori del giardino, in piazza; 21. Il racconto come gioco; 22. Ascolto senza conflitto; 23. Lontano dagli studi gravi; 24. Un genere senza confini; 25. Altri testi

VII. Dalla corte al “popolo civile”
1. Altri racconti fiabeschi; 2. Dopo pranzo, a luglio, su una terrazza a mare a Posillipo; 3. Racconti per altre stanze; 4. Altri racconti dell’Orco; 5. L’etica della moglie del cuoco; 6. Fate false per i viaggiatori; 7. Un editore del Cunto


VIII. Mamma l’Oca racconta

1. Perrault e poi Bernini, Tiberio Fiorillo, Leonora Basile e altri italiani a Parigi; 2. Un genere alla moda; 3. Il piacere di una moda; 4. La cameretta di Barbablu; 5. Un lettore del Cunto – Letture – Il vestito fuori moda della Bella addormentata

IX. Violare la bella addormentata
1. Fiabe e profumi; 2. Leggere gli oggetti; 3. Vedere, ridere, violare e ingravidare; 4. La terza ragazza dorme; 5. Il primo e il secondo; 6. Poi arriva il Contemporaneo; 7. La scena cambia; 8. Soltanto per i bambini?; 9. Allusioni e altri giochi

X. Nel labirinto delle favole
1. Giardino con favole; 2. Entrate pure; 3. Il Labirinto era fatto così; 4. Quali animali e come; 5. Alcune tradizioni si incontrano di nuovo; 6. Nel Labirinto; 7. Di alcune favole; 8. Ma quanto chiacchierano le bestie; 9. Quasi cento anni dopo


XI. Un’altra ragazza cattiva. Lettura di Cappuccetto rosso

1. Per mangiarti meglio; 2. Raccontare senza colpe; 3. Mangiare le bambine imprudenti; 4. A letto con il Lupo

XII. Il racconto di fate
1. Il fiabesco prezioso alla corte di Luigi XIV; 2. Nascita della Fateria; 3. Le dame raccontano, scrivono e ascoltano; 4. Gli argomenti delle fate; 5. Il prezzo dell’impossibile; 6. Il gioco delle magie; 7. Fate e dèi insieme a corte; 8. Quali favole per i Moderni; 9. Le Fate in salotto; 10. Paesaggi ipocriti; 11. Potere e declino di una moda; 12. A teatro con le fate; 13. Politica e piccoli libri; 14. Esordio di una moda; 15. Fine di una moda; 16. Verso il sé desiderante; 17. Fine dell’Orco; 18. Una letteratura d’élite

XIII. Fuga con Cenerentola
1. È inutile inseguire Cenerentola; 2. L’erotismo galante; 3. Cenerentola e l’Impero; 4. Si balla; 5. Non più dal profondo della storia; 6. A teatro in Italia; 7. Nelle mani del lettore; 8. Nelle mani del passante: manifesti, periodici, lanterne magiche, libri illustrati; 9. Cenerentola si spoglia; 10. Manifesti e musica; 11. Outline del fiabesco; 12. Cenerentola va al cinema; 13. Nel nuovo secolo; 14. La spinta dei media; 15. Non alla fine

XIV. La società letteraria e il racconto fiabesco
1. Fiaba e romanzo; 2. Fiaba come teatro; 3. Ascoltar Fate; 4. Senza le vecchie; 5. Il fiabesco dall’Oriente; 6. Stampa e racconto; 7. Icone e racconto; 8. Società letteraria e racconto; 9. Tradizioni e racconto; 10. Regole; 11. Non intorno al focolare; 12. Come un canovaccio; 13. Passaggi; 14. Alla fine

Flavio Caroli e Lodovico Festa, Tutti i volti dell’arte – da Leonardo a Basquiat
Edizioni Mondadori.
Il nuovo libro del grandissimo storico dell’arte, un affascinante tuffo nella storia dell’arte da leggere tutto d’un fiato, come sempre.

Risvolto di copertina:
«L’arte, grazie alla sua enorme potenzialità simbolica, crea, definisce, assorbe e talvolta anticipa i movimenti delle civiltà di ogni tempo. Per questo si rivela fondamentale nella comprensione dei rapporti, passati e presenti, fra culture diverse. E mai come oggi, con l’inasprirsi del conflitto fra Oriente e Occidente, si impone un’attenta riflessione sulla nostra identità, perché l’unico confronto proficuo possibile può nascere da soggetti consapevoli delle proprie radici culturali.
Ne sono convinti lo storico dell’arte Flavio Caroli e il giornalista Lodovico Festa, che in un dialogo aperto, non specialistico, ricco di racconti e aneddoti ripercorrono lo sviluppo dell’arte occidentale nelle sue peculiarità, proponendo non tanto certezze teoriche quanto stimoli e spunti di discussione. L’osservatorio privilegiato della creatività artistica, che non procede mai per vie lineari ma “per balzi improvvisi e imprevedibili “, consente infatti di sondare nel profondo la complessità del mondo contemporaneo.
Attraverso gli innumerevoli volti dell’arte, ecco allora profilarsi i lineamenti della civiltà occidentale: Leonardo, che coglie la natura enigmatica dell’anima umana anticipando la psicoanalisi, Raffaello, incarnazione del cattolicesimo trionfante, Michelangelo, genio della “forma”. Tratti che emergono poi prepotentemente nel filone spagnolo, segnato da pulsioni estreme, come testimoniano il radicale realismo di Velázquez, le creazioni visionarie di El Greco e quel “mistero puro” che è Goya. Si diversificano nelle opere degli inglesi con Hogarth e la pittura teatrale, dei tedeschi con l’arte del comico e del grottesco, degli impressionisti e di Van Gogh con le sue contaminazioni orientali. E riflettono lo spirito controverso del nostro tempo nelle pagine che entrano nel corpo vivo del mercato dell’arte, dei rapporti fra pittura e cinema e delle ultime avanguardie.
In quanto produttrice di senso, l’espressione artistica è crocevia, luogo in cui si catalizzano e interagiscono esperienze differenti. Mettendo in contatto dimensioni talvolta lontane, l’arte non solo si rivela capace di interpretare la società attuale ma si pone anche come terreno fertile di incontro fra civiltà».

Ecco, per oggi è tutto…

4 Comments

  1. Non sapevo dell’uscita del libro di Rak, che mi procurerò al più presto. Il libro di Propp fa invece parte della mia bibliografia per l’ormai famigerata tesi di dottorato; mentre il libro sulla fiaba letteraria inglese è qualcosa che devo assolutamente procurarmi. Sono inoltre assai curiosa per quanto riguarda il libro della sedicente “studiosa della fiaba”… A Buccinasco ne vedremo delle belle!

    R. aka N. (oggi piuttosto triste…)

  2. Caro Paolo, ti ringrazio *__^

    Cara “anonima R.” (;-p) ieri acquistando tutti quei libri sulla fiaba ho pensato proprio a te! Così, sfogliandolo, il nuovo libro di Rak sembra ancora meglio di quello sul Cunto, ma mi saprai dire. Ho dato invece una sfogliata al saggio della sedicente ecc. ecc. e… mah! Sono perplessa! Speravo che il retro di copertina fosse stato scritto da un editore senza alcuna idea dell’argomento di cui si parla nel libro, ma anche il primo capitolo è un po’… strano. O__o

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