Comprato tempo fa, letto tempo fa, ma non avevo ancora avuto tempo di parlarne. Devo premettere che se questo fumetto non parlasse del mio personaggio marvel favorito probabilmente non avrei mai comprato un albo con quel titolo… stessa sensazione che si prova a comprare un manga dark come Angel Sanctuary trovandoci sopra scritto "manga per ragazze". Ogni tanto la Panini dovrebbe dare un’occhiata alla varietà del proprio target.
La sposa della pantera #1 e #2 (Bride of the Panther #1 e #2, da Black Panther #4 e #5 del 14 maggio e del 15 giugno 2006). Storia di Reginald Hudlin e disegni di Scott Eaton per un volume che tenta di riprendere un po’ le fila della Tempesta che aveva riportato in Africa nell’albo speciale X-men/Pantera Nera – Il Regno Selvaggio e recentemente presa in mano da Claremont su Uncanny X-men: Hudlin è bravo, nel trattare i personaggi, e cerca di tener conto di tutto, dai dubbi di maturo e riflessivo T’Challa ai giudizi dell’eroe di strada Luke Cage su Tempesta ("mi sembra una piena di sé e non credo nemmeno che vada con i fratelli"), dal rapporto di profonda amicizia tra Tempesta e Logan alla Tempesta che vada nel deserto. Un paio di questioni nella trama, però, sono state un po’ difficili da digerire: innanzitutto la percettibile nversione di rotta rispetto ai problemi sociali dell’Africa. Se Claremont si era concentrato sulla tratta dei bambini soldato e sui mercanti di guerra, Hudlin sceglie un più facile e più comodo ma sicuramente meno reale problema arabo, che certamente i lettori americani comprenderanno con più facilità del semi-sconosciuto problema africano, ma che certamente non era ciò per cui Claremont aveva iniziato a parlare del personaggio. Hudlin del resto era già apparso abbastanza legato ai classici nemici dell’America nell’immaginario collettivo mettendo, nella storia Il regno selvaggio, un ex-leader sovietico il cuo scopo era creare in Africa un nuovo comunismo: inizia da subito quindi a parlare di schiavisti arabi (il cui obiettivo sono naturalmente donne per altrettanto naturali biechi traffici sessuali) e non si accontenta, tirando in ballo Saddam Hussein. Un Saddam Hussein naturalmente in uniforme militare e naturalmente fanatico religioso (cosa che sappiamo essere davvero vicino alla realtà considerato che l’Iraq è stato a lungo l’unico stato laico del continente) che addestra un cavaliere arabo con poteri mistici per invadere l’Africa: il cavaliere arriva su un tappeto volante, con turbante e scimitarra, urlando Alì Babà, infedeli! e T’challa lo sconfigge continuando a parlare con Ororo, cui si è appena dichiarato. Ce n’era davvero bisogno? Secondo Cristiano Grassi, l’editor in chiusura, si tratta di una presa in giro dei recenti disastri combinati sulla testata da qualcuno che ha avuto la geniale idea di portarvi un Cavaliere Nero inviato dal Vaticano e un Uomo Radiattivo mandato dal governo russo. Io, dati i trascorsi di Hudlin, non riesco ad esserne altrettanto sicura (come non riesco ad essere sicura che tutti i lettori colgano il lato grottesco della cosa).
A parte questo, Hudlin e Eaton infilano una serie di buone scene, dalla parte in cui il centro di controllo aereo del Wakanda rileva l’aereo di T’Challa volare in mezzo ad una perturbazione (modo elegante ma a prova di idiota per sottointendere cosa stia succedendo nell’aereo) alle scene nel Wakanda, che viene presentato come uno stato moderno e prospero ma con una popolazione non occidentalizzata e colonizzata.
Sognando l’Africa (I Dream of Africa, da Uncanny X-men Annual #1 dell’agosto 2006). La storia di Chris Claremont con i bei disegni di Clayton Henry si presenta come "uno speciale preludio al matrimonio del secolo" e non delude affatto. Colma, anzi, le lacune della storia di Hudlin, provvedendo al flusso di coscienza che porta Tempesta alla decisione fatale e concludendo la questione che Ororo aveva lasciato in sospeso sulle pagine di Uncanny X-men nell’ultima storia di Claremont. Una bellissima storia in cui Chris ricorre ad una sorta di coma di Ororo per farle fare un viaggio nella propria coscienza, come già aveva fatto su X-treme X-men alla fine dell’apocalittica avventura con Khan. Si avvicendano sulla scena, in un montaggio alternato molto efficace, Tempesta e il gruppo di X-men che aveva chiamato in aiuto (Cannonball, Rachel, Psylocke, Alfiere e Nightcrawler), ma i combattimenti di questi ultimi servono in realtà solo a non far perdere di vista il contesto in cui si muove il sogno di Ororo: vi ritornano tutti i punti chiave del personaggio secondo Claremont (che poi a mio parere è assolutamente il migliore a maneggiarla), con la claustrofobia, il rapporto con Forge, l’amicizia con Jean, il rapporto con Kitty. Le due sfere sono scandite benissimo dai disegni di Henry e soprattutto dai colori di Christina Strain, che hanno scelto un modo davvero particolare ed efficace di rendere la sfera onirica.
In chiusura, Grido di Vendetta (Cry– Vengeance! da Marvel Team-Up #100 del dicembre 1980), una vecchia storia di Claremont con disegni di John Byrne.
Un albo davvero bello con due storie altrettanto belle che però presenta un problema: nel colmare le lacune di Hudlin, Claremont ha fatto indubbiamente un ottimo lavoro ma ha inciampato in un punto, ovvero ha inserito la sua storia in uno spazio tra la proposta di matrimonio di T’Challa e la risposta di Ororo, ma questo spazio nella storia di Hudlin non esiste. Tempesta quindi non dovrebbe sapere della proposta di T’Challa per il semplice motivo che non l’ha ancora avanzata e, a giudicare dall’espressione di Ororo in quella scena, la proposta è decisamente giunta inaspettata. Chris mi si è distratto.
Per i neofiti, Pantera Nera aka T’Challa, supereroe di colore tra i primi dell’universo marvel, è re di una fittizia nazione africana, il Wakanda, che con la sua saggia e incorruttibile guida ha portato ad essere uno dei pochi paesi prosperi del martoriato continente. Non è un mutante.
Tempesta aka Ororo Munroe, mutante e membro degli X-men, ex-ladra, ex-dea del deserto, ex-regina del Kenya (anche se solo nella realtà fittizia di House of M) controlla gli elementi atmosferici ed è uno dei personaggi più integri, fieri e potenti dell’universo marvel.
6 Comments
Njord
Posted at 17:29h, 22 MarchTempesta e Pantera nera…prima o poi doveva accadere, ma per me si tratta di razzismo inconscio: nero e nero…
ragno62
Posted at 20:31h, 22 Marchnon sono solo due neri,sono due affricani
Shelidon
Posted at 02:31h, 23 MarchIl punto non è tanto che hanno “il colore” in comune, ma che hanno una passione e un desiderio in comune, ovvero quello di vedere la loro Africa riscattata dalla condizione di povertà e sfruttamento in cui è stata tenuta. Tieni presente che entrambi hanno avuto “storie” e interessi per persone di altro colore, e se c’è una testata che dovrebbe ispirare l’accettazione, la tolleranza e l’amore per il diverso è proprio X-men. No, non ci vedo del razzismo.
Njord
Posted at 08:31h, 23 MarchForse sarà solo la mia impressione non lo nego; tuttavia io parlavo di una tendenza (e qui confesso di non essermi spiegato bene) inconscia…espressa nei colori ed al contempo combattuta dalle linee. Di certo non volevo screditare il fumetto; ovviemente i contenuti etici e morali sono quelli che si vuol mettere in evidenza!
Shelidon
Posted at 09:48h, 23 MarchCapisco cosa intendi: alle volte sembra che nella fiction un personaggio di colore si debba sposare per forza con un altro personaggio di colore. Credo che a volte inconsciamente gli autori pensino che debbano avere per forza qualcosa in comune, e in effetti è una forma di razzismo inconscio. Ho capito che cosa intendevi?
ragno62
Posted at 20:20h, 23 Marchpuò darsi che ci sia qualcosa d’ inconscio maio credo che il senso sia quello dato da shelidon