Le Portrait de la Petit Cossette #2

Secondo e ultimo volumetto della storia di Kurahashi, uno studente di belle arti che lavora in un negozio antiquario, e del malinconico fantasma di Cossette, assassinata nel XVIII secolo. Sulla scia dei Miserabili, questo numero conclusivo (qui la recensione del primo numero) si apre con un flash-back di Cossette in compagnia di Marcello, giovane e […]

Secondo e ultimo volumetto della storia di Kurahashi, uno studente di belle arti che lavora in un negozio antiquario, e del malinconico fantasma di Cossette, assassinata nel XVIII secolo. Sulla scia dei Miserabili, questo numero conclusivo (qui la recensione del primo numero) si apre con un flash-back di Cossette in compagnia di Marcello, giovane e turbato pittore che vuole ritrarla su sfondo rosso come il sangue per immortalarne il dolore del passaggio all’età adulta e renderla la donna più bella mai ritratta. Al momento dell’omicidio di Cossette da parte di Marcello, che vuole usare il suo sangue per dipingere, Kurahashi ha la precisa sensazione di aver già visto quella scena e di essere proprio lui l’assassino. Com’è ovvio per chi abbia un minimo di dimestichezza con la teoria giapponese della reincarnazione, Eiri Kurahashi possiede l’anima di Marcello (su questo concetto di trasmigrazione dell’anima e sulla differenza tra anima e coscienza era centrato tutto il lunghissimo manga paranormale-fantascientifico Proteggi la mia Terra di Yu Watase): durante l’inquietante ricerca di una bambola, Cossette si trasfigura mostrando il proprio volto, per la prima volta maligno. Al termine della ricerca degli oggetti, Cossette intende portare a termine un rito per liberare il vincolo che la lega a questo mondo, ma secondo le bambole il rito porterà anche alla morte del ragazzo. Cossette non nega e, anzi, prima ammette di voler compiere il rito e poi risucchia Eiri, attraverso un bicchiere che le era appartenuto, in una visione in cui cerca di convincerlo ad unirsi a lei. In questo passo, piuttosto debole narrativamente, si trovano le due tavole più belle del fumetto: in una, Cossette è la solita ragazzina abbigliata di merletti e volant chiari in una stanza arredata in stile settecentesco; in quella successiva, è abbigliata di nero, quasi gotica, attorniata da rose scure e teschi. "L’unico sentimento eterno a questo mondo è la tristezza". Sublime anche l’allegoria della morte, qualche pagina successiva, in cui Cossette racconta come l’unica certezza per gli uomini sia la morte, quella morte che a lei è stata negata, e si mostra una scena con gli occhi di Eiri in controluce ed in primo piano scene di esseri fantastici mezzi in decomposizione e mezzi scheletrici, eppure ancora vivi. Eiri accetta di compiere il rito: il ricordo dell’omicidio già li lega e con il rito saranno indissolubilmente legati per sempre, oltre la morte.
Mentre i suoi amici dimenticano misteriosamente la sua esistenza come se fosse stato cancellato dal mondo, Eiri passa le notti a disegnare furiosamente Cossette in attesa della prima notte di luna piena, quando compierano il rito. Simile ad un matrimonio, il rituale porta Cossette ed Eiri prima in una visione del XVIII secolo e poi in uno spazio vuoto, dove ogni pensiero viene proiettato in forma tangibile: come una sorta di Orfeo con Euridice, Eiri non deve assolutamente lasciare la mano di Cossette fino al termine del percorso. Ma la mano di lei inizia a scottare fino a farsi intollerabile: Eiri si risveglia in ospedale, senza ricordare nulla di ciò che è accaduto. All’uscita, scorge una sagoma e si ferma in mezzo alla strada, dove viene investito. La sagoma era Cossette. "Te l’avevo detto di non lasciare la mia mano. Ora, per ripetere il rito, mi toccherà trovare qualcun altro."
Ed Eiri, ingannato dal diabolico fantasma e che aveva rischiato di rimanere incatenato alla sua eternità per riscattare lei, muore sorridendo. "Morire ai piedi della tua eternità".

Devo confessare che il finale è piuttosto confuso e abbastanza deludente. La versione che ho riportato, tra l’altro, è una mia interpretazione perché il sorriso di Eiri rimane abbastanza enigmatico, sulla carta. Forse due volumetti sono stati troppo pochi per sviluppare bene l’intreccio. Comunque un buon acquisto, soprattutto per il grande livello di poesia che raggiungono alcune tavole di questo numero.

6 Comments

  1. Guarda, sei già la seconda persona che me lo dice e io casco dal pero! Probabilmente schiaccio dei tasti per sbaglio mentre visito qualche profilo, non lo so, sono un po’ inquietata! Grazie del saluto, comunque, che ricambio. ;-*

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