"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

Gli incredibili X-men #265

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Ero curiosa di vedere come si sarebbe concluso lo scontro con Sinistro, incominciato nel numero scorso, e il fatto che ci sia Tempesta in questa squadra aveva contribuito a farmi cedere alla tentazione e ad acquistare anche il numero #265 di una testata che ho abbandonato da tempo. E credo che, dopo aver soddisfatto la mia curiosità, tornerò al mio primordiale stadio di non lettrice nonostante a quella di Tempesta si sommi la presenza di Magneto. Perché, chiedete? Beh, la conclusione della vicenda di Los Angles e del Celestiale, devo ammettere, non è stata fonte di completo raccapriccio. Certo, questo nuovo Sinistro è discutibile e a molti non piace, ma mi domando come altro si sarebbe potuto rendere ancora più temibile un nemico che sembrava avere già dato, più volte e in più salse, tutto quello che aveva da dare. Che fare quindi? Trasformare Nathaniel Essex in un uomo quantico, virtualmente impossibile da distruggere. Lo spunto funziona, è ben orchestrato e ben prrsentato, ma… Emma senza un braccio? Namor in versione laccio emostatico? “Nessuno la conosce quanto me”? I celestiali che se ne vanno perché gentilmente invitati da Hope? Seriamente, con questi spunti e queste premesse, con la padronanza che Kieron Gillen dimostra di avere nel maneggiare certi personaggi, non ci si riusciva ad inventare niente di meglio?
Ai disegni, una schiera di matitari diversi: lo spagnolo Carlos Pacheco, Jorge Molina e Rooney Buchemi nel secondo capitolo, e il ritorno di quest’ultimo nel terzo insieme a Paco Diaz e, nuovamente, a Carlos Pacheco (che abbiamo visto di recente nel primo capitolo dell’inutile Scisma). Tutti shakerati. Chissà poi perché.

In calo anche Generation Hope, che per i miei gusti insiste un po’ troppo sulla strisciante e viscida perversione di Kenji (se avessi voluto, avrei comprato un manga): certo, il filone del “nuovo mutante” è interessante, raccoglie bene e promette di sviluppare uno spunto lasciato aperto anziché lasciarlo lì a morire, ma bisogna ammettere che il tutto è molto poco originale e francamente il livello di empatia che provo nei confronti dei ragazzi di Hope è pari a zero. Pixie compresa. Se la serie ha una pecca, è proprio quella di non riuscire a far affezionare ai ragazzi, coss che la serie su una squadra di teenager dovrebbe forse avere come primo obiettivo. Lezioni da serie come New Mutants, o Ranaways per voler esulare dall’ambito Marvel, non sono state imparate: James Amus tenta l’approccio Morrisoniano dei personaggi spigolosi e antipatici, quindi per quanto mi riguarda è bene che muoiano. Tutti. Il prima possibile. Salvo Hope, ma solo per rispetto a Fenice.
Disegni di Ibraim Roberson.

  • Tutto è sinistro #2 (Everything is Sinister #2, da Uncanny X-men #2 del gennaio 2012);
  • Tutto è sinistro #3 (Everything is Sinister #3, da Uncanny X-men #3 del febbraio 2012).
  • Rigenerazione #1 (da Generation Hope #13 e #14 del gennaio e febbraio 2012).
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