Le rimembranze

A gentile richiesta di questa leggiadra signorina, emergono ricordi che forse avrebbero dovuto restare sepolti nel subconscio ed emergere solo ad opera di uno psicanalista del carcere o della clinica per malattie mentali dove – ormai dimentica dell’architettura, degli arredi ecosostenibili, del design in plastica, degli X-men, di J.R.R. Tolkien, di Francesco Guccini e di […]

A gentile richiesta di questa leggiadra signorina, emergono ricordi che forse avrebbero dovuto restare sepolti nel subconscio ed emergere solo ad opera di uno psicanalista del carcere o della clinica per malattie mentali dove – ormai dimentica dell’architettura, degli arredi ecosostenibili, del design in plastica, degli X-men, di J.R.R. Tolkien, di Francesco Guccini e di Winnie the Pooh – avrei avuto il solo pensiero delle centinaia di persone che avevo ucciso a colpi di mannaia e senza un motivo apparente.
Correva un anno lontano in cui ero giovane e stronza (ora non sono più giovane) e credo fosse il 1997, ma non ci metterei la mano sul fuoco: giunse così come ogni anno il giorno del mio compleanno (3 febbraio, per la cronaca) e le amiche si presentarono in crocchio reggendo tutte per un angolo un piccolo pacchetto e ridacchiando. Sarà un altro perizoma stile impero di Guerre Stellari? Che si saranno inventate? Con mio sommo sgomento, aprendo la carta del pacchetto campeggiava quest’immagine raccapricciante:

Premetto che io, come spesso accade, ignoravo completamente chi fossero queste cinque facce da scemi. Già non sufficientemente spaesata da un regalo che credevo normale, mi colse come un randellata alla nuca l’improvvisa esclamazione delle mie amiche, in un falsetto mai più raggiunto.

Daaaaaaaaaaaaaaai, andiamo al concerto????

Mai rispondere a scatola chiusa, mai rispondere a scatola chiusa… come quando il computer domanda qualcosa che non si capisce: la risposta dev’essere sempre NO! E invece, sull’onda del momento, risposi di sì. Solo dopo mi misi ad ascoltare l’album. Mia madre mi trovò che davo sonore capocciate contro una cassa dello stereo, con qualcosa di orrendo che suonava come I Never Broke Your Heart che saltava sulle stesse tre note. Ma che problemi avevano questi ragazzi? E, soprattutto, non potevano starsene nella loro via di dietro? Ormai avevo detto sì… che sarà mai un’oretta di concerto? In fondo a me i concerti piacciono, mi piace vedere come hanno studiato le luci, le coreografie, le scenografie, riuscire a sbirciare dietro le quinte gli operatori trafficare… che sarà mai un’ora di concerto anche se la musica fa schifo? Avevo sottovalutato le mie amiche.

10 giorni prima dell’evento
P. arriva sventolando istericamente un fascio di rotolini azzurri di stoffa. "Abbiamo finito la carta igienica?", domando candidamente. "MA NOOOOOOOOO!!! SONO LE BANDAAAANEEEEEEE!!!!" Non so perché, ma sento che la cosa non dovrebbe rallegrarmi come invece accade alle mie amiche. "E che cosa dovrei farci?" (fosse successo ora avrei probabilmente domandato: "Ci vogliamo far circoncidere anche noi come Berlusconi?") Domanda stupida. Molte cose si possono fare con una bandana, mio giovane padawan: attaccarle alla borsa, metterle in testa e sembrare la versione tamarra di Eminem, infilarla nei passanti dei jeans e usarla come cintura (se siete sufficientemente sottili), usarla come perizoma nell’intimità per ravvivare la libido in calo del vostro moroso, appenderla allo specchietto retrovisore dell’auto per infastidire sé e il passeggero e violare il codice della strada tutto in una mossa, avvolgerci la SMEMORANDA (da pronunciarsi con tono tra l’incredulo e lo scoraggiato), abbracciarla e succhiarsi il pollice destro, farci un’amaca per il criceto, foraggiarci la capra. Perché allora a me continua a venire in mente soltanto la sostituzione della carta igienica in caso di emergenza, come possibile uso? "Ok, ma che cosa dobbiamo farci noi?"
Indovinate…

5 giorni prima dell’evento
C. emerge nuda dal bagno con il phon acceso rivolto verso se stessa come microfono e disegnati una I tra le tette, un gigantesco cuore sulla pancia e un BACKSTREET sul basso ventre, cantando a squarcia gola non so più quale hit. Comincio ad informarmi sulle attitudini necessarie per arruolarsi nella legione straniera.

4 giorni prima dell’evento
Ho scoperto che la legione straniera come serviva a me è stata rimodernata e che in ogni caso dovrei essere cittadina francese. Nel frattempo anche M. ha fatto una scoperta: Kevin forse ha la fidanzata! Grande sgomento e serata di lutto, con C. che piange sulla mia spalla e R. che si strugge ai miei piedi abbracciando ora il cuscino a cuore ora l’orsacchiotto, mentre io leggo il copione del Cyrano e penso che forse gli Zapatisti fanno al caso mio.

3 giorni prima dell’evento
«Todo para todos. Nada para nosotros»! Inizio ad informarmi sul costo di un biglietto di sola andata per il Chapas. Intanto, mi stanno facendo tradurre le canzoni dell’album. Testi profondissimi: «Non ti spezzerò mai il cuore, non ti spezzerò mai il cuore, non ti farò mai piangere, non vorrei mai vederti piangere, tesoro no no, morirei piuttosto che vivere senza di te, vivere senza di te, ti darò tutto me stesso, tutto me stesso». Accelero le pratiche per il passaporto.

2 giorni prima dell’evento
Non ho abbastanza soldi per andare nel Chapas. I biglietti del concerto sono andati esauriti, magari vendendoli su eBay guadagno qualcosa per arruolarmi nel movimento indipendentista basco, ma non mi stanno particolarmente simpatici. Mentre mi sto informando sull’Ira, accade la tragedia.

1 gorno prima dell’evento
P. torna prematuramente dalla Germania senza essere riuscita a trovare un biglietto per sé! Tragedia!! Era l’occasione della sua vita, rimarrà tutta la vita con il rimpianto e il rimorso, resterà a casa da sola e dovremo portarle via tutto: lamette da barba, rasoi, stringhe delle scarpe, spazzolini da denti (non sia mai che si spazzoli le gengive fino a morire dissanguata), sigillarle la tazza del cesso (potrebbe buttarcisi e tirare la corda), inchiodarle le finestre (sta al piano terra, ma potrebbe buttarsi più volte), portarle via tutta la Nutella (non sarebbe la prima volta che tenta di suicidarsi con quella) e a me la Nutella non piace neppure. Minaccia di appendersi a testa in giù dal lampadario o di ascoltare a ripetizione l’album finché morte non sopraggiunga (emorragia interna? suicidio spontaneo delle cellule?). E’ una donna perduta, non c’è nulla che si possa fare per salvarla…

Il giorno dell’evento
Accolgo con magnanimità i complimenti e le lacrime, l’ammirazione, le ovazioni. Il mio attimo di gloria. Non c’è dubbio che io sia un eroe. P. ha detto che mi sarà per sempre devota (nota: sono sei anni che non la vedo né la sento), che non potrà mai ringraziarmi per voler fare un così alto sacrificio per puro spirito di amicizia. Si avviano quattordici ore prima del concerto per andare ad accamparsi fuori dal FilaForum e prendere dei posti davanti al palco. Do maternamente tutti i consigli che mi sento di dare per i loro cestini del pasto. Le benedico dal balcone.
Poi rientro, accendo Tutti morimmo a stento, mi inginocchio e ringrazio la buon’anima del Maestro per aver vegliato su di me dall’Alto ed avermi graziata. Uso la bandana per lucidare gli stivali, quando è sera mi vesto, esco e vado a ballare.

8 Comments

  1. Sono stata punita: due minuti dopo aver scritto queste cattiverie, un vasetto di pietra ollare regalato dalle suddette amiche è caduto dalla sua mensola senza un motivo apparente e mi si è sfracellato sulla mano. Ahia.

  2. oddio, ho le lacrime agli occhi…e sono stata io a ispirare tutto questo!

    Praticamente quello che le ragazzine hanno vissuto con i bsb io lo vivo ora con gli afterhours…tutto questo non mi fa onore vero?

  3. @ howlingwolf: avrei anche potuto sopportare la musica banalissima, davvero. Come ho scritto, mi piacciono i concerti. Era tutto il contorno che mi terrorizzava!!

    @ brian: mi sento niu-eigge tantissimo, non si vede? *__^ 25 gennaio, devo ricordarmi di farti gli auguri…

    @ chiarina: spero di non aver deluso le aspettative! Quanto al confronto BSBAfterhours, mi pare un filino ardito, oltre che impietoso nei tuoi confronti. Fortuna che il tuo Manuel non ci legge, altrimenti altro che scatarrarci su

  4. Gli anni non si dicono ;-p

    Assorbita da mille cose, attraverso periodi di astrazione completa dal mondo della musica leggera. Fino a poco tempo fa ignoravo chi fosse Fabri Fibra (mi perdevo qualcosa?), non sapevo che i Take That si fossero riformati e sono sicura di continuare ad ignorare molte altre cose. Vorrei avere cinque replicanti di me stessa cui dar da fare e da vedere tutte le cose cui io non riesco a stare dietro.

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