Rat-man e la Donna Filosofale

Quante volte, leggendo i numeri di Rat-Man e in particolare quelli della vena metafumettistico-esistenzialista, mi sono detta “oddio, speriamo che torni a fare parodie”. Poi, certo, è uscito Avarat. E d’accordo che gran parte dell’operazione è stata mandata in vacca dal fatto che gli occhialini erano blu e rossi e il fumetto blu e verde […]

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Quante volte, leggendo i numeri di Rat-Man e in particolare quelli della vena metafumettistico-esistenzialista, mi sono detta “oddio, speriamo che torni a fare parodie”. Poi, certo, è uscito Avarat. E d’accordo che gran parte dell’operazione è stata mandata in vacca dal fatto che gli occhialini erano blu e rossi e il fumetto blu e verde (o viceversa, non ricordo) ma comunque il livello di umorismo di quella roba era pari a quello di Rat-Man. E non mi riferisco all’umorismo di Rat-Man visto dalla parte di noi lettori, ma all’umorismo che viene descritto in Rat-Man. Quello per cui quando qualcuno dice “cacca” tutti ridono. E smettetela di ridere, per la miseria.
Dopo Avarat, è arrivata la prima parodia di Harry Potter e, a parte qualche sporadica battuta qua e là, non era davvero gran che, quindi mi si perdonerà se di fronte a questa Donna Filosofale ero abbastanza scettica. Per scrivere qualcosa che possa raggiungere la sufficienza, anche se non di certo i livelli di glorie come 299+1, Ortolani si costringe a qualche espediente, mette Cinzia un po’ in secondo piano e nel calderone oltre a Harry Potter butta anche Twilight, la cosa più facile da parodiare in questo momento a quanto pare, ma il risultato in fondo è piacevole.

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