Una troiata di proporzioni galattiche (è proprio il caso di dirlo). Ricordate Outlander, il vichingo extraterrestre che precipitava con l’alien e diventava Beowulf? Ecco. Se quello si piazzava terzo nella scala delle più grandi puttanate che io abbia mai visto, questo è una tale puttanata che nemmeno riesce a piazzarsi in classifica. Daniel Craig, lo 007 che spero il mondo tra qualche anno non ricordi, è l’ombroso pistolero dal passato che nemmeno lui ricorda, ma questa volta è armato di un bracciale cibernetico high-tech che neanche una carta di Munchkin ed è reduce non tanto da una terribile esperienza in cui i cattivi di turno hanno ucciso la sua bella, quanto da una terribile esperienza in cui gli alieni hanno rapito e ucciso la sua bella. Torna quindi carico di vendetta e sguardi vuoti e incontra una città che vive sotto l’ombra del colonnello Indiana Jones, una città che ha uno a caso dei Carradine come sceriffo e Charlie Ford come barista. Ma la città non è poi così male, andiamo: nessuno tenta di bruciarlo come eretico né si stupisce più di tanto del fatto che lui indossa un bracciale capace di emettere i suoni e le lucine di un game boy. Deadwood vs. Incontri ravvicinati del quarto tipo. E non mancano ovviamente il messicano che considera un padre il colonnello che ha schifo a considerarlo un figlio, il ragazzino desideroso di crescere che uccide l’alien in piena citazione da 300, il figlio di papà smidollato che solo un lavaggio del cervello alieno può riuscire a raddrizzare, la fanciulla venuta dalle stelle (già caschetto nero in Tron Legacy). Che dire poi degli alieni? Con a disposizione centinaia di satelliti mille volte più ricchi del nostro pianeta, vengono a cercare l’oro proprio qui: se non è l’invasione aliena più stupida della storia del cinema, è solo perché rimangono imbattuti gli alieni di Signs (i famosi alieni idrofobi che decidono di invadere il pianeta con la più alta percentuale d’acqua nel raggio di dodicimila parsec). Mi aspettavo che questo film fosse una vaccata, ma non mi aspettavo una vaccata tanto inutile.

Anna Kavan – Ice
Oh. My. God.How come this novel isn’t up there alongside Ph. K. Dick, Asimov, and the rest of the greatest sci-fi works of our time? Oh, yeah, it might be because it talks about violence over a woman. This anxious, delicate masterpiece follows an unreliable,
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Pingback:Shelidon › Taitei no Ken – La spada dell’imperatore
Posted at 13:25h, 13 February[…] fatto notare che, se avete adorato Cowboy contro Alieni e trivate profondamente offensiva la mia recensione, questo è il fumetto che fa per voi! Tratto dai romanzi di Baku Yumemakura, Taiten no Ken è […]