Come ho detto con qualche imprecisione ieri, mi sono lasciata tentare dalla terza uscita di Witchblade in formato 100% e ho recuperato anche il secondo volume. E parto proprio da questo, che è quello che mi ha lasciata più soddisfatta.
100% Cult Comics – Witchblade – "Fuga"
– Contiene: "Colleghi" ("Partners", da Witchblade #88 del settembre 2005);
"Fuga" #1 ("Fugitive" #1, da Witchblade #89 dell’ottobre 2005);
"Fuga" #2 ("Fugitive" #2, da Witchblade #90 del novembre 2005);
"Fuga" #3 ("Fugitive" #3, da Witchblade #91 del novembre 2005);
"Capitolo 92" ("Chapter 92", da Witchblade #92 del dicembre 2005);
"Riflessi" ("Reflections", da Witchblade #93 del febbraio 2006);
"Antichità" #1 ("Artifacts" #1, da Witchblade #94 del febbraio 2006);
"Antichità" #2 ("Artifacts" #2, da Witchblade #95 del marzo 2006).
Bambina sparisce, Sara indaga e sclera. Ci si imbatte in una specie di moderno super-soldato impazzito, Sara spara e sclera. Un antico artifatto viene rubato e dà parecchio filo da torcere, Sara le prende e sclera. Sì, il personaggio decisamente potrebbe essere meglio dal punto di vista della caratterizzazione nella sfera emotiva e finisce spesso col sembrare, per usare le parole del prode […] elettrico, «epigone in gonnella del soldato stallone, cobra o rambo è uguale». Peccato perché la serie, come dicevo, non è priva di punti di forza anche se la parte investigativa in senso stretto rischia spesso di fare l’effetto Streghe: un mistero appena abbozzato cui si giunge ad una soluzione quasi per miracolo e che viene risolta con una ridicola filastrocca o un deus ex machina. In Witchblade non abbiamo la ridicola filastrocca, grazie al cielo, ma in sostituzione abbiamo tante tante tette, un gusto molto cyberpunk alla Satsuki Yatoji per macchinari filiformi che si avvolgono attorno al corpo femminile fin là dove non batte mai il sole e un disegno d’altissima oreficeria. Ciò non toglie che una maggiore contaminazione con il genere giallo, anche considerando la natura della protagonista, non avrebbe guastato.
Punto di forza indiscusso restano i disegni, affidati alle sapienti conoscenze anatomiche di Michael Choi fino al numero #93 e cedute alle meno morbide mani di Stephen Sadowski per quanto riguarda "Antichità". Un discorso a parte merita il Capitolo #92, che cerca di mettere ordine nel pastrocchio storico e di caratterizzazione della witchblade di cui parlavo ieri e in cui Sara si spinge alla ricerca di risposte. Particolarmente efficace, qui, è stata la scelta di affidare il disegno dei flash-back ciascuno ad un autore diverso, che realizza un set da due a quattro pagine e mostra alcune tra le custodi precedenti della lama stregata. Oltre a Choi, si mostrano quindi nell’ordine: un caricaturale e spigoloso Darwyn Cooke per l’episodio a Stalingrado nel 1942, un raffinato Eric Basaldua (Parigi, 1898), uno splendidamente liquido Ken Cha (Isole Caicos, 1718), un non entusiasmante Luke Ross (Giappone, 1632) la cui guerriera ha una maschera orribile, un discreto Francis Manapul (Africa, 1509), un orgasmico Rodolfo Migliari (Penisola dello Yucatan, 1288, e il suo angelus me lo sognerò di notte) che molti ricorderanno per la sua Rogue e che in due pagine appena regala qualcosa di meraviglioso, un discreto Brandon Peterson (Alpi Bavaresi, 1176) che qualcuno di voi ricorderà per via del recente Ultimate Vision, un quasi inguardabile Bart Sears (Roma, 229) con la sua gladiatrice tettona, un Terry Dodson (inizio) che proprio non riesce ad affrancarsi da Xena e tira fuori una specie di Shanna regina della giungla (rigorosamente in costumino da bagno leopardato), un Chris Bachalo (Creazione) che, e lo dico con un po’ di schifo per me stessa, quasi quasi sto iniziando ad apprezzare (laddove il suo modo caotico di disegnare ha una giustificazione, come in questo caso) e un discreto George Perez cui è affidata una doppia tavola di frammenti con i molti visi delle precedenti custodi. Segue un mediocre Joseph Michael Linsner, con la sua Dawn, e in ultimo il gran finale è affidato ad un Marc Silvestri decisamente in forma, che ci mostra la "rinascita" di Sara.
Le copertine, incluse nell’albo, sono di Terry Dodson, Cary Nord (un altro con la mania per le regine della giungla in perizoma, ma del resto dal disegnatore di Conan il barbaro anch’io che cosa mi aspettavo?), un tremendo Jay Steve scelto per la copertina dell’intero albo e che sembra un Royo dei poveri, qualcosa di Marc Silvestri preso dalle tavole interne al numero #92 e un orientaleggiante Leisten per la copertina dei numeri disegnati da Sadowski.
Di certo si tratta di un albo che dà più soddisfazione se sfogliato come libro di illustrazioni, ma comunque qualche soddisfazione la dà. Il che, di questi tempi, non è pochissimo.
100% Cult Comics – Witchblade – "Morte e Rinascita"
– Contiene: "La Confessione" ("True Confession", da Witchblade #96 dell’aprile 2006);
"Vecchie Abitudini" #1 ("Old Habits" #1, da Witchblade #97 del maggio 2006);
"Vecchie abitudini" #2 ("Old Habits" #2, da Witchblade #98 del giugno 2006);
"Nel buio… qualcosa si muove" #3 ("In the Darkness… something stirs", da Witchblade #99 del luglio 2006);
"Capitolo 100" ("Chapter 100", da Witchblade #100 dell’agosto 2006);
"Morte e rinascita" ("Death and Birth", da Witchblade #101 del settembre 2006);
"L’eterna danza" ("The eternal dance", da Witchblade #102 dell’ottobre 2006);
"Trasferimento" ("Transference", da Witchblade #103 del novembre 2006).
Assassino di bambina sparita confessa, Sara sclera. Ex fidanzato si risveglia dal coma, Sara sclera. Darkness dà filo da torcere e… indovinate? Sì, vi risparmio tutta la trafila: stessa caratterizzazione del numero precedente, con un intreccio anche meno stimolante e articolato. La costruzione dell’albo italiano è perfettamente simmetrica al precedente, con un numero #100 in corrispondenza dello speciale #92. Non so se si tratti di un caso, ma la cosa comunque mi riempie di soddisfazione. Da un lato. Perché dall’altro lato, invece, non si può fare a meno di notare come non siano stati in grado di partorire nulla di originale per il numero speciale, se non qualche variant cover e… indovinate? Una carrellata di disegnatori ospiti ui è affidata una pagina ciascuno della storia della witchblade. Si mette un po’ d’ordine nel pasticcio tra portatrici celebri e portatrici segrete, ma non è molto. Ritroviamo quindi Marc Silvestri e Ken Cha, oltre a Mike Choi e alla nuova disegnatrice regolare Adriana Melo di cui parlerò in seguito, ed a loro si affiancano Brian Ching, il Christian Gossett di The Red Star con la sua Giovanna d’Arco (sigh…), Billy Tan e Randy Green.
Le copertine sono affidate ai soliti Terry Dodson e Mike Choi, ma le variant sono di Tyler Kirkham, Marc Silvestri, Stjepan Sejic, Gonzo animation (un omaggio all’anime di Witchblade) e Joseph M. Linsner, che poi è lo stesso di questa celebre e meravigliosa Jean Grey.
Ciò che accade in questo albo, fondamentalmente, è che Sara è rimasta incinta nonostante – per dirla in maniera biblica – non conosca uomo da tempo. E che per questo cede la witchblade ad una ragazza portata a lei dal destino: Danielle Baptiste. Purtroppo questi nuovi numeri cambiano disegnatore, e Adriana Melo non è decisamente all’altezza di Choi. Neanche un po’.
Di suddetto figlio, se interessa a qualcuno, parlerà First Born, crossover Top Cow che in Italia probabilmente vedremo alla fine dei tempi, di cui vi propongo le splendide copertine di Marc Silvestri e Stjepan Sejic e di cui potete vedere qualche anteprima qui.
That’s all, folks, per quanto riguarda Witchblade. A meno che, naturalmente, io non riesca a recuperare il primo 100%.
1 Comment
simonebocchetta
Posted at 11:05h, 27 Maynon mi sono mai avvicinato a witchblade, pur da amante dei fumetti, prima o poi mi rimetterò in pari anch’io, la top cow fa alcune cose meritevoli, altre meno.
bel blog
da appassionato di fumetti, tornerò spesso.
a presto