"All this he saw, for one moment breathless and intense, vivid on the morning sky; and still, as he looked, he lived; and still, as he lived, he wondered."

100% Cyber Force – Risorgere dalle ceneri


La prima domanda che ci si può porre nel leggere quest’albo è “chi cazzo è tutta questa gente”? Li avevamo fugacemente incontrati nell’ultimo 100% Witchblade, ma in mancanza di un editoriale serio, laddove l’introduzione si perde a raccontarci la storia del fumetto americano, ecco qualche stringata ma necessaria informazione.
Come spiegato di striscio nell’introduzione, Cyberforce è una squadra di super-eroi di origine aliena (più specificamente mutanti con impiantato un genoma alieno modificato in laboratorio) abbandonata dalla sua casa editrice – la fu Image ora Top Cow – con l’abbandono della linea supereroistica in favore di atmosfere come quelle di Witchblade. Recentemente, però, la casa editrice ha messo ordine nel proprio universo, raccogliendo in un unico bacino Witchblade e Magdalene, Hunter Killer e Darkness. Cyberforce viene quindi ripescata nel 2006, ed eccola qua. Ma chi sono i suoi componenti?
In ordine di apparizione (o quasi):
Ripclaw, al secolo Robert Bearclaw. Avete presente un figlio incazzato di Warpath e Wolverine? Ecco, più o meno. Omaccione di origine nativa americana (un’antichissima tribù del nord est), con un fattore rigenerante e capacità di mutare forma in certe direzioni (facendosi crescere artigli o zanne), è comparso anche in Darkness e nel crossover JLA/Cyberforce.
Velocity, al secolo Caryn Taylor. Immaginatevi una Mercury con i poteri di Quicksilver e le tette di Domino nei tempi migliori. Per controbilanciare la frizione cui andrebbe incontro la sua pelle usando il suo potere (deo gratias, almeno qualcuno ci ha pensato), ha uno strato di kevlar impiantato sotto la pelle, ha un marchio d’infamia sopra l’occhio come Alfiere e una mezza storia con Ripclaw.
Ballistic, al secolo Cassandra “Cassie” Lane, sorella di Velocity. Il suo potere è forse l’unico davvero originale (o quasi) del gruppo: ha una perfetta coordinazione ed è quindi una tiratrice eccezionale (oltre ad avere, ovviamente, una mezza storia con Ripclaw).
Cyblade, al secolo Dominique Thibault. La copia perfetta di Psylocke, al punto da urlare al plagio: fisicamente identica, il suo potere è quello di creare lame elettromagnetiche di colore viola controllate psichicamente. Non a caso è stata messa in coppia proprio con Elizabeth Braddock nel cross-over x-men/cyerforce, che mi pare di aver visto pubblicato in Italia in questo stesso formato. E no, lei non ha una mezza storia con Ripclaw, almeno credo.
Heatwave, al secolo Dylan Cruise. Una specie di Cannonball – Alfiere, assorbe l’energia solare contenuta nell’atmosfera e la riascia in forma di raggi concentrati. Quello vestito peggio, direi, e ce ne vuole.
Impact, al secolo Boomer O’Shea. Un uomo inutile con i poteri di Colosso, belli capelli e una mezza storia con Ripclaw.
Aphrodite IX. Capelli verdi e straordinaria somiglianza con Polaris, fa una breve comparsa (senza nemmeno essere nominata) e spia il team dall’ombra: è il più classico degli androidi con la superforza.
Morgan Stryker, che ci regala una comparsa inutile e una storiella da caserma ma che normalmente avrebbe ottima mira e tre braccia in più.
E ovviamente non sono sicura che la donna che urla in primo piano quando la caffetteria viene attaccata non sia Lara Croft, che spesso compare come cameo nei fumetti Witchblade.

Bene. Chiarite le idee sui personaggi (almeno spero), veniamo all’albo e alla storia.
Innanzitutto un indice:
Numero 0 (Cyberforce #0, da Cyberforce vol.2 #0 dell’aprile 2006).
Speed reading (Speed Reading, Cyberforce TBP).
Risorgere dalle ceneri #1 (Rising from the ashes #1, da Cyberforce vol.2 #1 dell’aprile 2006).
Risorgere dalle ceneri #2 (Rising from the ashes #2, da Cyberforce vol.2 #2 del maggio 2006).
Risorgere dalle ceneri #3 (Rising from the ashes #3, da Cyberforce vol.2 #3 del giugno 2006).
Risorgere dalle ceneri #4 (Rising from the ashes #4, da Cyberforce vol.2 #4 del luglio 2006).
Risorgere dalle ceneri #5 (Rising from the ashes #5, da Cyberforce vol.2 #5 del agosto 2006).
Risorgere dalle ceneri #6 (Rising from the ashes #6, da Cyberforce vol.2 #6 del settembre 2006).
CF2 (CF2, da The Cow Quarterly One-shot del giugno 2006).

Ora, la prima domanda che mi viene da pormi è come diavolo vi convinco a comprare un fumetto uscito nel maggio 2006, un fumetto i cui personaggi e la cui trama non brillano né per l’originalità né per lo spirito. Ma non sono qui per convincervi. Anzi, lo dico molto chiaramente: questo fumetto è una lettura semplice, qualcosa cui rivolgersi se proprio proprio non avete nulla di meglio da leggere, qualcosa che probabilmente sarebbe molto più apprezzato con un minimo di affetto nei confronti dei personaggi (affetto che non vedo come e quando potreste aver sviluppato).
Di che cosa parla? Semplice. Un virus ha colpito i mutanti del pianeta e Velocity con Ripclaw si recano alla base antartica in cui tutti loro sono stati sottoposti agli esperimenti che li hanno resi come sono, alla ricerca di una cura. Ciò che trovano è un’astronave aliena e la morte di Ripclaw. Nel frattempo il virus si sistema da solo e vissero tutti felici e contenti. O quasi.
L’astronave resuscita Ripclaw, una volta come opposto di se stesso e una volta nel modo giusto, segue quindi un sempre simpatico siparietto dell’eroe che dà botte da orbi al proprio doppio. Così ritornato al pieno del proprio splendore, Ripclaw racconta che l’astronave si è messa in contatto con i propri creatori, i quali stanno arrivando per distruggere i loro figli abnormi. Cyberforce li combatte, Impact si sacrifica e vissero tutti felici e contenti. O quasi.
Nuova squadra, nuove minacce, nuovi villain e un cliff hanger che, alla fine di un volumetto sedicente autoconclusivo riesce solo a far incazzare.

In calce, come al solito, vale la pena di spendere due parole sull’eleganza editoriale Panini. Più o meno a un quarto dell’albo, quando Velocity e le altre sono sedute a tavola ad aspettare l’arrivo di Ripclaw, Cass fa riferimento ad un precedente episodio. Segue asterisco e nota: «Su JLA/Cyberforce, della planetaria concorrenza». Ovviamente si riferisce alla Planeta De Agostini, che pubblica i fumetti della DC. Ora, che su un forum non si possa nemmeno nominare la Distinta Concorrenza, costringendo a giri di parole, ci può anche stare (insomma) e può anche essere divertente (insomma), ma che un editor lo faccia su un albo è grottesco. Vi immaginate se facessero la stessa cosa con i libri? Santo dio, la concorrenza si batte in un altro modo (suggerirei la linea di pubblicare prodotti decenti in buoni formati e con prezzi accettabili).

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4 Comments
  • impbianco
    Posted at 15:04h, 22 February Reply

    Shelidon ma dai l’avranno scritto per scherzare… :P

    X-Bye

  • Shelidon
    Posted at 16:04h, 22 February Reply

    Non mi interessa: i riferimenti editoriali sono una cosa seria, mai una volta che siano accurate, e questa cosa del tabù è grottesca.

  • utente anonimo
    Posted at 18:56h, 30 May Reply

    Impact non ha mai avuto una storia con Ripclaw.

  • Shelidon
    Posted at 06:35h, 02 June Reply

    ehm… era una frecciata a certe battute dell’albo, caro, ma grazie della preziosa puntualizzazione.

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